Il Ponte rischia la cancellazione dell’Ue - QdS

Il Ponte rischia la cancellazione dell’Ue

Rosario Battiato

Il Ponte rischia la cancellazione dell’Ue

martedì 12 Luglio 2011

L’Unione europea si rifiuta di finanziare il sistema di trasporto del corridoio Berlino-Palermo, in forse anche la monumentale opera. Bianco (Pd): “Non possiamo tollerare che il Sud e la Sicilia vengano lasciati al loro destino”

CATANIA – Il tema delle infrastrutture resta al centro dell’agenda politica. Nei giorni scorsi Enzo Bianco, senatore del Partito democratico e già sindaco di Catania, ha sottolineato la pericolosa deriva infrastrutturale della Sicilia: un mancato sviluppo e un’assenza di prospettive che devono essere invertiti. Al centro dell’attacco del senatore democratico il rifiuto dell’Ue a finanziare il sistema di trasporto del corridoio Berlino-Palermo, che metterebbe a rischio anche il ponte sullo Stretto.
“Non possiamo tollerare che la Sicilia e il Sud d’Italia vengano lasciati al loro destino, abbandonati dall’Unione europea che non vuole più finanziare il sistema di trasporto del corridoio Berlino-Palermo mettendo a rischio anche la realizzazione e l’utilità del Ponte sullo Stretto, con le Ferrovie che investono solo al Nord e al centro del paese”.
Le parole di Bianco, arrivate durante una conferenza stampa nei giorni scorsi alla Stazione centrale di Catania, in presenza di consiglieri comunali e deputati regionale e nazionali, appaiono assolutamente confermate dagli ultimi dati che in questi mesi sono stati diffusi da sindacati e comitati dei pendolari.
In Sicilia si avverte il senso della dismissione, e, anche a fronte di promessi investimenti di Anas e Ferrovie dello Stato, si percepisce come la porzione più sostanziosa del denaro sia diretta verso tutt’altra parte del Paese. Di recente, ha denunciato la Cisl Messina, appena il 2% degli investimenti previsti nel Piano Industriale 2011-2015 delle Ferrovie dello Stato sarebbe indirizzati nell’Isola, che già soffre un ritardo pesante in termini di alta velocità e binario unico.
“In Sicilia, – ha spiegato Bianco – invece di migliorare la rete ferroviaria e assicurare l’alta velocità, tagliano collegamenti, eliminano treni a lunga percorrenza, non assicurano un minimo e decente servizio per i pendolari e pregiudicano pure il trasporto merci (- 46%)”. Il tutto avviene pregiudicando l’intero asse dei servizi perché l’aeroporto più importante del Meridione, quello di Fontanarossa, sesto per traffico passeggeri nell’ultimo anno, secondo quanto certificato dall’Enac, senza lo spostamento della linea ferrata “non può programmare il suo sviluppo con la metropolitana di Catania – ha proseguito l’ex sindaco del capoluogo etneo – che rischia di diventare una grande incompiuta perché vengono tagliati finanziamenti”.
Alla politica siciliana, dopo i numerosi appelli arrivati da più parti, spetta adesso un’azione di forza da strutturare su differenti livelli. “Presenterò una mozione in Senato – ha spiegato Bianco – che chiederò di firmare a tutti i senatori siciliani di qualsiasi schieramento”.
L’operazione sarà ripetuta alla camera dei deputati da Marilena Samperi e Giovanni Burtone. Da Roma fino a Palermo, dove Giovanni Barbagallo presenterà una mozione all’Assemblea regionale, atto che aveva già compiuto qualche mese fa.” Anche i consiglieri comunali – ha concluso Bianco – presenteranno un ordine del giorno in Consiglio per impegnare il sindaco a farsi sentire col governo nazionale nei confronti del governo nazionale”. Un’azione radicata e diffusa per invertire un trend che ormai da decenni sembra puntare verso un’unica direzione.

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