“Sì, c’è molta collaborazione e se da una parte ha influito il fattore amicale, dall’altra c’è una precisa volontà di collaborare e non essere più concorrenti uno dell’altro. Occorre evitare le ripetizioni di reparti in ospedali vicini e ottimizzare il servizio ai cittadini”.
“Ci siamo mossi molto su questo campo presto avremo un numero unico di prenotazione, anche se ancora non siamo a regime. Al momento è possibile la prenotazione solo per l’eco-doppler, la risonanza e la tac, speriamo entro l’anno di poter completare tutte le patologie. Ci vuole molta collaborazione con i medici di base che a volte segnano l’urgenza quando invece non c’è, e spesso solo per compiacere il paziente. Se non partecipano loro, se non sono più pignoli in questo, di certo falliremo. Inoltre, a volte la gente prenota la visita richiesta in più centri per cercare di accorciare i tempi, invece con il Cup non sarà più possibile e si ridurrà di almeno il 20% la possibilità di prenotazioni doppioni”.
“Sì, la comunità è davvero amplia e le spese sono a carico dell’Asp, la quale sta lavorando molto per cercare di ridurre questo numero, anche con le strutture private. Stiamo l’obiettivo è quello di perfezionare tutte le brache specialistiche per cercare di avere la fiducia dei siciliani. Siamo sulla buona strada, comunque. Già dalle altre province o dalla Calabria vengono a curasi da noi”.
“Attualmente sono cinque, riconosciute dalla comunità del farmaco della regione Sicilia: la neurologia di Acireale diretta da Pietro Battaglia, la pediatria sempre di Acireale diretta da Alberto Fischer, la gastroenterologia diretta da Giovanni Magrì, la medicina nucleare di Caltagirone e la neuropsichiatria infantile di Acireale. Spero che in poco tempo potranno aumentare, abbiamo un problema di medici che mancano”.
“Al momento il personale è composto da 5217 unità, molti meno rispetto al 2000 quando erano in 7000. Il blocco delle assunzioni ha portato a questa riduzione, ma volte capita di non riuscire a trovare il medico poiché il numero chiuso all’università è troppo ristretto e non commisurato alle necessità. Ortopedia e cardiologia sono le brache più carenti. Per quanto riguarda i posti letto sono 960 distribuiti nei 7 ospedali. Se fossero stai concentrati solo in 3 ospedali sarebbero stati del tutto sufficienti. Stiamo accorpando i reparti di ospedali vicini proprio per questo, occorre ottimizzare”.
“Le criticità sono un po’ strutturali un po’ economiche, come per tutta la Sicilia, ma stiamo già vedendo i frutti di una rimodulazione accorta e efficiente data dalla riforma sanitaria, seppure all’inizio sembrava un uragano. Per quanto riguarda gli obiettivi di certo vogliamo continuare a migliorare il già ottimo rapporto con le farmacie e secondo le direttive di qualità della Regione diminuire, come stiamo già facendo, i parti cesarei il cui trend è comunque ancora troppo alto, una rete per l’infarto e naturalmente il pronto soccorso, che è il settore più utilizzato e per cui non riusciamo a trovare molti medici disponibili”.