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Palermo – Per l’Amat golose consulenze e il rischio di un grosso buco

Luca Insalaco

Palermo – Per l’Amat golose consulenze e il rischio di un grosso buco

giovedì 09 Luglio 2009

Le preoccupazioni dell’opposizione sulla gestione economica dell’azienda di trasporto pubblico. Chiuso da poco l’esercizio per il 2008, si pensa alle cifre per l’anno in corso

PALERMO – Consulenze per quasi mezzo milione di euro e utili in picchiata dai servizi gestiti in città. Fa discutere il bilancio 2008 dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico urbano, al centro di un’interrogazione a firma del capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Davide Faraone: “Il 2008 – dice il consigliere – si chiude con un attivo di 440 mila euro, ma questo piccolo ‘successo’ si ottiene grazie ad alcune entrate straordinarie che non si ripeteranno. Nel 2009, infatti, il Comune ha tagliato il contributo di circa 10 milioni di euro per ‘abbonamenti sociali-studenti’. Inoltre, nel bilancio 2008 sono arrivati 571.821 euro dalla vendita della società City sightseeing, e senza questa vendita si sarebbe già registrata una perdita di circa 130.000 euro”. Alla luce dei dati di bilancio, quindi, per Faraone “è facile prevedere che per l’azienda il 2009 si chiuderà con una perdita di sei o sette milioni di euro”.
“Il contratto di servizio fra Amat e Comune di Palermo – ricorda il deputato regionale – attualmente è pari a 45,4 milioni di euro. A questi il Comune aggiunge nel suo bilancio altri 22,9 milioni che sono in realtà un trasferimento da parte della Regione tramite il Comune stesso”.
“è inconcepibile – continua Faraone – che si gettino dalla finestra ben tre milioni di euro per ‘interessi passivi’, per colpa dei ritardi nei trasferimenti”.
L’Amat ha infatti acceso un fido con la Bnl per 37 milioni di euro, ma a causa dei ritardi nei trasferimenti da parte del Comune e della Regione, l’azienda è costretta ad anticipazioni di cassa presso l’istituto di credito: rispetto al 2007 si registra così un incremento del 91% dovuto al costo sostenuto per la voce ‘Interessi su finanziamenti a breve’, in cui vengono contabilizzati gli interessi passivi sul fido e che si concretizzano in un aggravio economico, in termini di oneri finanziari netti, pari a 3.076.820 al 31 dicembre 2008.
Magri, poi, gli incassi dai servizi “parcheggi” e “rimozione”.
“Quello che è un business per i privati – dice ancora Ferrandelli – e mi riferisco all’Apcoa con le ‘zone blu’, fa incassare all’Amat ‘appena’ 354.000 euro. Per non parlare  del servizio rimozione, dove si registra una perdita notevolissima pari a 1.147.000 euro”. Infine il capitolo consulenze, “che nel 2008 hanno assorbito ben 468.670 euro”. “Chiederò chiarimenti sui criteri di scelta dei consulenti e sui risultati che hanno prodotto”, annuncia Faraone.

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