“Il Comune di Aci Castello rappresentava una delle criticità maggiori tra gli enti locali siciliani, relativamente ai problemi legati al bilancio, avendo un disavanzo di oltre due milioni e mezzo di euro su un bilancio di appena diciotto milioni di euro e fatture arretrate, che partivano addirittura dal lontano 2000, di oltre 12 milioni di euro. In sostanza, le passate amministrazioni hanno lavorato sul bilancio di competenza, mentre, di fronte alla crisi, avrebbero dovuto lavorare con i bilanci di cassa: tante entrate, tante spese. Il virtuosismo amministrativo significa gestire il comune quasi come se il sindaco fosse un commissario”.
“Abbiamo risparmiato circa 50 mila euro nel 2009, 400 mila nel 2010 e, quest’anno, siamo arrivati a risparmiare quasi 700 mila euro. Questo risparmio, che ci ha permesso di sanare quasi interamente il buco, che per legge va appianato entro la fine del 2011, è stato prodotto dai tagli, dall’aumento della Tarsu – Aci Castello rimane uno dei comuni ad avere l’aliquota più bassa – e dall’alienazione degli immobili. Grazie a questi sacrifici, siamo riusciti a sistemare i conti e nel 2011 chiuderemo il bilancio in pareggio. Questo non si traduce nel fatto che possano ripartire gli investimenti, ma che ricominciamo a respirare dopo gli sforzi”.
“Circa 180 unità. Devo dire che sono molto grato a tutte le aree – quando mi sono insediato ho trovato 12 aree, come Catania, oggi ne abbiamo solo 7 – e devo ammettere che l’azienda Comune di Aci Castello, sta funzionando. Mi spiego meglio: ad Aci Castello, in dieci anni, erano state fatte solo due varianti al Piano regolatore; solo nel 2010 ne abbiamo fatte sei, con uno sforzo amministrativo senza precedenti che, senza l’apporto degli uffici, non sarebbe stato possibile. Abbiamo, inoltre, trasformato un Comune che era stato dimenticato per quanto riguarda la pulizia: non dico che oggi Aci Castello rappresenti il Comune più pulito della Sicilia, ma l’attenzione che abbiamo dato per la pulizia della nostra comunità, sta portando buoni risultati. Purtroppo, in estate questo non accade, perché i nostri visitatori notturni, che non definisco turisti, non ci rispettano, lasciando rifiuti in strada”.
“Abbiamo messo in moto cinque cantieri, riqualificato il lungomare di Acitrezza, stiamo realizzando la bretella di Ficarazzi, abbiamo realizzato il parco Trombetta ad Aci Castello e completato la villa a piazza Micali e sta partendo un’altra serie di lavori. Insomma, abbiamo puntato molto sui Lavori pubblici”.
“Ho incontrato il presidente della quarta commissione regionale all’ambiente, Fabio Mancuso, e l’assessore al Territorio e all’ambiente, Gianmaria Sparma, che hanno deciso di venire ad Aci Castello proprio per affrontare il dissesto idrogeologico della collina e, soprattutto, il problema della pubblica incolumità. Si può fare molto, ma naturalmente servono i fondi: le richieste che il Comune di Aci Castello farà al Parlamento regionale prevedono, innanzitutto, il finanziamento di uno studio che preceda l’azione progettuale. Il Genio Civile ha realizzato con fondi nazionali la rimodulazione degli alvei dei torrenti e sta attualmente collocando degli strumenti per verificare il movimento franoso. Prima di fare un lavoro di consolidamento, però, bisogna conoscere lo stato geofisico e geodiagnostico del sottosuolo. Solo dopo che avremo questo studio, si potranno fare i progetti”.
“Abbiamo la Pec e un ottimo sito internet. Manca però il Sistema informativo territoriale integrato, ma ci stiamo lavorando”.
“Devo ammettere che ho trovato una situazione a dir poco inverosimile di un progetto da realizzare in quattro, cinque anni, che non avrebbe mai potuto vedere la luce. Grazie agli uffici abbiamo smontato il progetto, abbiamo chiesto all’Ato e alla struttura commissariale nazionale, guidata dal professore Dario Ticali di occuparsi della vicenda. È stato realizzato un nuovo progetto e abbiamo fatto una riunione durante la quale, tutti gli enti coinvolti e interessati, hanno espresso un proprio parere. Persistono ancora solo due piccoli problemi, ma siamo a buon punto e, risolti questi piccoli intoppi, il professor Ticali chiederà alla Conferenza regionale sui lavori pubblici un’immediata convocazione per presentare il progetto e, una volta ottenuto il via libera, finalmente si potrà fare la gara d’appalto europea. Ottimisticamente, entro la fine dell’anno, potremo avere le procedure burocratico-amministrative concluse. Così, grazie ad Aci Castello, anche Catania avrà risolto i suoi problemi”.
“Abbiamo approvato la tassa di soggiorno, che rappresenterà un’importante risorsa, che ci consentirà, date le numerose presenze che registriamo ogni anno, di recuperare circa 60 mila euro, da destinare rigorosamente al turismo”.
“Innanzitutto aumentare la percentuale di raccolta differenziata, oggi davvero ridicola; in secondo luogo, pagare meno ma pagare tutti, attraverso la lotta all’evasione fiscale”.