Istituti case popolari, la riforma è necessaria - QdS

Istituti case popolari, la riforma è necessaria

Rosario Battiato

Istituti case popolari, la riforma è necessaria

giovedì 21 Luglio 2011

Forum con Marco Cannarella, coordinatore conferenza direttori Iacp Sicilia

State lavorando ad un progetto di riforma per l’edilizia pubblica residenziale. A che punto si trova l’iter?
“Possiamo dire di aver fatto passi da gigante, anche grazie alla conferenza regionale permanente dei direttori degli Iacp. della Sicilia, che è autoregolamentata e si è rivelata uno strumento molto utile. Il 28 giugno scorso siamo stati in audizione presso la commissione Affari istituzionali dell’Ars proprio per affrontare il tema della riforma. Abbiamo proposto diversi punti: razionalizzare e trasformare gli enti in aziende, ridurre il numero dei consiglieri, snellire gli organismi di amministrazione e controllo, semplificare le attività amministrative e gestionali, recuperare un rapporto di legalità con gli inquilini. La priorità, a nostro avviso, è quella di diventare un ente pubblico economico. Si tratta di un passaggio essenziale perché garantirebbe ogni anno di valutare se un ente è gestito bene attraverso il pareggio di bilancio e il piano industriale. A settembre è previsto un ulteriore incontro presso la IV commissione. Noi chiediamo che l’espressione della volontà del governo regionale venga tramutata in un testo unico sulla base della nostra proposta. Siamo anche disposti a spostarci per una settimana a Palermo per la creazione di una conferenza ad hoc, senza spese ulteriori, così da accelerare l’iter di riforma e licenziare un testo su cui far poi lavorare l’Assemblea regionale”.
Ci sono state delle controproposte da parte del Governo regionale?
“La Regione propone la creazione di un ente pubblico regionale non economico, quindi rimanendo ancorati ad un principio di ‘carrozzone regionale’ che non possiamo condividere. Sull’aziendalizzazione con obbligo di pareggio del bilancio e piano industriale convergiamo tutti i direttori regionali. Vogliamo enti snelli, che debbano confrontarsi con la Regione, ma che abbiano un legame strettissimo sul territorio. Ad oggi in tutta Italia l’unica regione che ha creato un ente unico regionale per la gestione dell’edilizia pubblica residenziale è la Sardegna, ma adesso stanno rapidamente tornando indietro perché si sono resi conto che ci sono evidenti problemi di gestione del territorio. Anche la possibilità di vendere le case a soggetti terzi non può essere la soluzione. Le case sono in vendita dal 2004, ma la crisi attuale ha portato pochi inquilini a decidere per l’acquisto. Operazioni di vendita a terzi potrebbero dare luogo a vere e proprie azioni di macelleria sociale, perché nessuno manterrebbe abitazioni con 52 euro al mese di affitto”.
In attesa di risolvere questo nodo essenziale per il futuro, qual è lo stato dell’edilizia residenziale pubblica in Sicilia?
“Attualmente ci sono 85 mila alloggi, dei quali circa 60 mila gestiti dagli Istituti e il resto dai comuni. Tuttavia la Sicilia avrebbe bisogno di circa 350 milioni di euro per dare nuovo lustro all’edilizia residenziale pubblica. Dobbiamo certamente favorire l’acquisto, ma anche fare in modo che chi non ha le risorse possa vivere in un ambiente decoroso. La Sicilia, che vuole dare una certa immagine del suo territorio nel mondo, anche in termini di turismo di qualità, non può avere dei quartieri ghetto”.
E dove prendere queste risorse?
“Le risorse, contrariamente a quanto si dice solitamente, esistono. Ci sono, intanto, i fondi Por. Adesso si dovranno fare i bandi, mentre gli Istituti dovranno dotarsi di progetti esecutivi affinché possano prendere le risorse e rendere cantierabili questi progetti. Si tratta di 200 milioni di euro che l’Ue ha fissato, come destinazione, esclusivamente per la riqualificazione energetica degli alloggi. Poi ci sono ancora 150 milioni dei fondi ex Gescal per altri interventi. In estrema sintesi con piano triennale, a partire dal 2012, si potrebbe veramente fare molto per l’edilizia pubblica residenziale. In questo modo si risolverebbe l’annosa questione della rifunzionalizzazione di questi fabbricati”.
Quanti alloggi sarebbero necessari alle esigenze siciliane?
“Esiste un fabbisogno di almeno altri 20 mila alloggi. Basti pensare che solo a Siracusa necessitiamo di 1800 nuovi posti: 800 per la città e il resto per la provincia”.
 

 
Serve la trasformazione in enti pubblici economici obbligatori il pareggio di bilancio e piano aziendale
 
Com’è strutturata la vostra proposta di riforma?
“Abbiamo il titolo I che contiene la parte relativa all’assetto organizzativo degli enti. Nel titolo II, invece, abbiamo fatto ordine nel coacervo di norme, circa 20 leggi, che in Sicilia regolavano l’edilizia residenziale pubblica con sovrapposizione di competenze. La Lombardia ha fatto un’operazione del genere poco più di un anno fa. La Regione deve capire che farci diventare degli enti pubblici economici sarebbe un viatico per risolvere tanti problemi e permetterci una gestione più virtuosa”.
Anche per il personale?
“Il pareggio di bilancio e il piano industriale sarebbero due strumenti per poter gestire meglio anche la questione del personale, visto che in caso di eccesso numerico si potrebbe attuare la mobilità. Con l’ente unico regionale queste azioni sarebbero impossibili. A Siracusa la gestione ha favorito la fuoriuscita di personale senza turnover e, a fronte di 15 licenziamenti, siamo passati da 58 unità a 44. Abbiamo ripartito le competenze e adesso, se la Regione lo consentirà, faremo 2 o 3 assunzioni. Laddove non era necessario abbiamo esternalizzato il servizio. Gli istituti hanno 680 unità per un costo del personale all’anno di circa 27 milioni di euro”.
In quest’ottica di rinnovamento come si dovrebbe gestire la politica degli sfratti?
“Esiste una prassi secondo cui quando noi facciamo uno sfratto lo comunichiamo al Comune che, se certifica l’indigenza del soggetto attraverso i servizi sociali, provvede al pagamento della quota permettendo il reintegro. Una pratica che altrove, come in Emilia e Lombardia, è già legge”.
 

 
Fondamentali le sinergie con enti e istituzioni locali
 
Come state agendo sul territorio?
“Gli enti, in tutte le province, sono i primi collaboratori dei Comuni nella gestione del territorio. Con il Comune di Siracusa e il ministero per le Infrastrutture stiamo realizzando un piano alla Mazzarrona per la costruzione di un centro sociale. Entro fine anno inaugureremo la casa dello studente alla Giudecca, mentre ad Avola stiamo attuando un contratto di quartiere 2, esperimento, voluto dal ministero delle Infrastrutture, per riqualificare i quartieri. Siamo i bracci operativi dei comuni e azioni di questo genere sono riscontrabili in tutti gli Istituti delle altre realtà territoriali”.  
In che modo lavorate con l’Ersu?
“Lavoriamo spesso in sinergia. Ad esempio l’Ersu di Catania ha preso in affitto, dal gennaio del 2009, nel quartiere della Graziella, 30 posti letti. Inoltre abbiamo fatto un accordo per la gestione della nuova casa dello studente della Giudecca”.
Sul territorio, quindi, massimo impegno per la riqualificazione.
“La riqualificazione delle aree urbane va sempre fatta con gli istituti proprietari degli immobili, sia nell’aspetto esterno, ma anche per quanto riguarda il sistema strutturale. Il problema degli 85 mila alloggi non è autoreferenziale, perché non riguarda la tenuta dell’Istituto, ma il rispetto delle famiglie che ci vivono”.
I fondi Por serviranno per la riqualificazione energetica, ma i fondi ex Gescal?
“Gli ex Gescal potrebbero essere utilizzati per le nuovi costruzioni. Tuttavia i fondi sono esauriti, salvo l’ultima porzione, perché il contributo è stato abolito assieme ad altri balzelli ed inserito in un’unica tassa. Il problema è che la Regione ha deciso di indirizzare questi fondi, che prima erano destinati a differenti materie, solamente per la sanità. Il problema si porrà quando finiranno i 150 milioni attualmente disponibili e il governo regionale dovrà decidere come agire sull’edilizia residenziale pubblica”.
 


Curriculum
 
Marco Cannarella, dottore commercialista e revisore contabile, ha esercitato per alcuni anni attività di consulenza in aziende ed pubblici. Ha svolto attività di docenza in materia di organizzazione e controllo di gestione degli enti pubblici. Dal 1999 è dirigente dell’IACP di Siracusa. Dal 2008 è direttore generale dell’IACP di Siracusa. Dall’aprile 2011 è il nuovo coordinatore della conferenza permanente dei direttori degli Istituti autonomi case popolari. della Sicilia.

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