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Catania – Piano triennale “pura fantasia” e numerosi dubbi per l’eliporto

Melania Tanteri

Catania – Piano triennale “pura fantasia” e numerosi dubbi per l’eliporto

sabato 30 Luglio 2011

Il documento sulle opere pubbliche è stato duramente criticato dagli esponenti delle opposizioni. Dal Consiglio via libera al progetto. Ma la copertura prevista potrebbe non bastare

CATANIA – La città avrà la sua area destinata all’eliporto. Nel corso della seduta dei giorni scorsi il Consiglio comunale ha infatti votato favorevolmente il punto 4 all’ordine del giorno, ovvero la localizzazione dell’area sulla quale realizzare un’elisuperfice, accedendo ai benefici economici in un programma comunitario di rete (Fesr Sicilia 2007–2013), per strutture di emergenza al servizio di aree urbane della Regione siciliana.
L’area individuata dalla giunta Stancanelli e sottoposta al vaglio del Consiglio, è quella limitrofa all’edificio di Protezione civile comunale di viale Felice Fontana, nei pressi della circonvallazione e dell’ospedale Nuovo Garibaldi di Nesima, area comunale e già destinata dal Piano regolatore ad “area di Protezione civile”.
Dei 26 presenti (sempre in bilico il numero legale, mantenuto grazie alla presenza dei consiglieri delle opposizioni), 22 hanno votato positivamente, 4 si sono astenuti, compresi coloro che, nel corso del dibattito in aula, hanno sottolineato alcune storture e alcune mancanze che rischierebbero di fare divenatare la realizzazione dell’opera  – giusta, doverosa, utile alla città –  un ennesimo debito fuori bilancio.
Questa, almeno, la preoccupazione principale del Partito democratico, che ha votato l’atto “con riserva”, il cui capogruppo, Saro D’Agata, ha sottolineato come la copertura prevista dal bando, 400 mila euro, potrebbe non essere sufficiente a realizzare l’opera, comportando in questo modo un’esposizione dell’amministrazione comunale e, quindi, nuovi debiti.
Critiche all’amministrazione sono piovute anche dal gruppo consiliare de La Destra -Alleanza siciliana, il cui vice capogruppo, Manfredi Zammataro, ha evidenziato l’incongruenza della scelta operata dall’amministrazione nell’individuare proprio l’area di via Felice Fontana per realizzare l’eliporto. Secondo Zammataro, infatti, da un lato occorrerebbe mettere prima in sicurezza l’edificio che ospita gli uffici di Protezione civile e poi realizzare una struttura per le emergenze. Occorrerebbe anche, secondo il rappresentante de La Destra, predisporre le necessarie convenzioni con l’ospedale Garibaldi o con il 118, per fare in modo che l’opera non rimanga inutilizzata.
“In questa città – ha affermato Zammataro – si ragiona e si agisce a compartimenti stagni e non si affronta tutto ciò che servirebbe per rendere l’elisuperficie utilizzabile”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’esponente futurista e vice presidente vicario del Consiglio comunale, Puccio La Rosa, secondo cui il Piano triennale delle opere pubbliche, all’interno del quale si inserisce la delibera, non sarebbe altro che un libro dei sogni, “pura fantasia – ha affermato – meglio di Walt Disney. Degli scorsi piani, infatti, nemmeno un’opera è stata realizzata”.
Ad esporre l’atto dell’amministrazione, l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Sebastiano Arcidiacono, che in risposta alle obiezioni sollavate dai consiglieri, ha assicurato che, una volta finanziato il progetto, si procederà a stipulare le opportune convenzioni e a fare sistema con i comuni limitrofi, Misterbianco fra tutti.
Bene, anche se una perplessità espressa un po’ da tutta l’aula, non ha trovato risposta: il luogo scelto dall’amministrazione, è davvero adatto a ospitare una struttura per le emergenze? In zona, infatti, oltre a numerosi palazzi e abitazioni, vi sono problemi di viabilità: basti pensare alla via Palermo, alla rotonda nei pressi del Garibaldi e alla circonvallazione, importante arteria che costiuirebbe una via di fuga in caso di calamità.

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