Protocollo d’intesa per fronteggiare i tagli - QdS

Protocollo d’intesa per fronteggiare i tagli

Stiben Mesa Paniagua

Protocollo d’intesa per fronteggiare i tagli

mercoledì 03 Agosto 2011

Crescita economica l’assessore Armao e le parti sociali e imprenditoriali si incontreranno lunedì per definire un accordo. Cna, Filippello: “Si deve superare il contenzioso fra Stato e Regione sull’utilizzo dei fondi Fas”

PALERMO –  “Serve un supplemento di responsabilità da parte della classe dirigente che deve immediatamente superare il contenzioso fra Stato e Regione sull’utilizzo dei fondi Fas. Al tempo stesso le associazioni di impresa e del mondo del lavoro devono proporre con forza un programma di cinque punti per salvare la Sicilia: servono misure di sostegno per l’accesso al credito; un piano straordinario per il lavoro; riduzione della pressione fiscale in Sicilia; un piano energetico straordinario; taglio degli sprechi e della spesa pubblica improduttiva. Questa è l’unica strada per salvare le nostre imprese e la nostra economia”. Così Mario Filippello, segretario regionale della Cna, ha commentato l’importanza dell’incontro in programma per lunedì prossimo.
L’8 agosto, infatti, le parti sociali e imprenditoriali si incontreranno con l’assessore regionale per l’Economia Gaetano Armao per discutere e definire un piano per il potenziamento degli investimenti e crescita economica. Saranno infatti questi i punti contenuti in un protocollo d’intesa in via di definizione. Lo hanno comunicato dall’Assessorato, dopo un incontro a Villa Malfitano.
Uno dei principali problemi riguarda la realizzazione di un piano per affrontare quanto è stato tagliato dalla manovra finanziaria del Governo nazionale alla Sicilia. Come ha spiegato l’assessore Armao, “dobbiamo aggiungere le difficoltà che derivano dal mancato arrivo dei finanziamenti nazionali che lo Stato, con i fondi Fas, ci deve e che continua a negarci. Si è innescato un perverso meccanismo: senza fondi Fas non possiamo spendere quelli comunitari. Senza i fondi europei non riparte l’economia del Mezzogiorno. Senza il Mezzogiorno non riparte lo sviluppo del Paese e restiamo attanagliati dalla crisi”.
Al di là delle parole dell’Assessore, resta il fatto che i fondi Fas non devono venire utilizzati per affrontare le spese correnti, altrimenti i soldi non si muovono. Tuttavia, come ha spiegato Mario Filippello, a questo proposito, “nel Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria, ndr) 2012-2014 si conferma il blocco dei Fas e si evidenziano l’impatto della manovra correttiva nazionale e il peso dovuto ai vincoli del patto di stabilità: tutto questo significa che i fondi strutturali europei, gli unici che potrebbero essere destinati allo sviluppo dell’isola, sono in realtà bloccati e dunque inutilizzabili. Il Dpef 2012-2014 certifica che la Sicilia e le sue imprese rischiano il colpo del ko”.
“Qualche giorno fa – ha dichiarato in merito l’assessore Armao – abbiamo presentato al ministro Giulio Tremonti una circostanziata nota in cui si evidenzia lo stallo in cui ci troviamo. Il bilancio regionale non può più far fronte a questo stato di crisi né è possibile chiedere sacrifici ai siciliani senza una concreta prospettiva di sviluppo. Per questo l’immediato trasferimento dei fondi Fas e l’alleggerimento del patto di stabilità sono condizioni imprescindibili per l’impegno dei fondi europei, come d’altronde affermato dal Commissario Ue, Hahn”.
 

Cgil: “Giunta Lombardo reagisca e faccia un piano per lo sviluppo”
 
Critiche alla politica dell’Amministrazione regionale arrivano dai sindacati, in particolare dalla Cgil che attraverso una lettera aperta rivolta al presidente della Regione Raffaele Lombardo, per bocca della segretaria generale, Mariella Maggio, ha disapprovato le “mancate scelte dell’esecutivo regionale, il rinvio dei tagli alla politica e ai privilegi, l’assenza di concertazione su un Dpef che non promette nessuna inversione di rotta sul fronte degli investimenti”. Tesi, tra l’altro, scrive Maggio: “Ampiamente dimostrata nel Documento di programmazione economica e finanziaria che dà per il 2011 una previsione di crescita del Pil programmatico (quello che tiene conto dei fondi europei e di altre risorse aggiuntive) identica a quella del Pil tendenziale”. Il sindacato, inoltre, teme che ancora una volta i Fas vengano impropriamente usati per finanziare la spesa corrente. Di fronte alle “manovre nazionali che continuano a togliere risorse al Mezzogiorno e alle fasce più deboli, il Governo regionale deve avere uno scatto d’orgoglio fare un piano per il lavoro e lo sviluppo, mettere a disposizione risorse proprie, rivendicare con forza i finanziamenti dal governo nazionale”.

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