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Catania – Compleanno per l’Asse attrezzato con 12 mesi di promesse infrante

Melania Tanteri

Catania – Compleanno per l’Asse attrezzato con 12 mesi di promesse infrante

mercoledì 03 Agosto 2011

L’assessore alla Viabilità, Pasqua: “L’opera sarebbe dovuta sfociare più avanti per evitare problemi”. Sono rimasti inascoltati gli appelli per la sicurezza di residenti e commercianti

CATANIA – Un compleanno senza gioia quello dell’Asse attrezzato, l’importante arteria di collegamento tra l’autostrada Catania-Palermo, il quartiere di Librino e il corso Indipendenza che, dopo un attesa di oltre cinquant’anni (il progetto era stato infatti approvato nel 1969) il 31 luglio dello scorso anno è stata consegnata alla città.
Eppure, a distanza di 12 mesi e nonostante le promesse e le rassicurazioni da parte delle istituzioni competenti, non si sono placati i malumori dei residenti della zona e dei commercianti che, proprio un anno fa, si sono costituiti in comitato per chiedere all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Raffaele Stancanelli interventi correttivi in merito alla viabilità, alla sicurezza, e al ripristino del doppio senso di circolazione del tratto di corso Indipendenza, in corrispondenza dell’entrata e dell’uscita della strada. Per questo, numerosi, hanno voluto simbolicamente festeggiare, con tanto di torta, un anno di mancate promesse e di vita impossibile, dandosi appuntamento in uno degli incroci divenuti tra i più pericolosi della zona.
“I pedoni – ha detto Orazio Tasco, componente del comitato ed ex rappresentante dell’VIII circoscrizione, Rapisardi-San Leone – non sono stati affatto considerati: non ci sono attraversamenti in prossimità degli incroci e i semafori non funzionano a dovere”.
Non solo pericolo per i pedoni, però, secondo i manifestanti: i marciapiedi sono dissestati e non consentono il passaggio ai diversamente abili, il traffico è intasato e non sono mai stati avviati i lavori per snellirlo, nonostante l’amministrazione avesse dato disponibilità per la costruzione di due rotonde. Mancherebbero, inoltre, i controlli da parte dei vigili urbani.
“Questa è un’opera pubblica importante – ha detto Salvo Anastasi, altro componente del comitato  – ma, se lasciata a metà non rappresenta alcun beneficio, piuttosto un danno. Noi avevamo proposto la realizzazione di due rotatorie, una all’ingresso e una all’uscita dell’asse, per consentira la riapertura del tratto di corso Indipendenza, oggi a senso unico, con sollievo per le attività commerciali, e la chiusura di via Sessa, una volta isola felice, oggi attraversata continamente da auto e mezzi pesanti”.
Sulla questione, l’amministrazione, e in particolare l’assessore alla Viabilità Alberto Pasqua, starebbero già lavorando.
“L’asse attrezzato nasce sotto altri profili e doveva arrivare a Picanello” ha spiegato Pasqua, che ha sottolineato come, considerato che non c’erano più le condizioni per riproporre il piano approvato nel 1969, il Comune, dopo pareri e veti incorciati, abbia dovuto lasciare che lo sbocco dell’arteria piombasse letteralmente sul quartiere San Leone. L’intervento sul corso indipendenza avrebbe inoltre obbligato il Comune a realizzare una rotatoria in via Sessa, che fino a quel momento era una zona tranquilla.
“È un’opera utile – ha aggiunto l’assessore – per dare alla città di Catania una viabilità aggiuntiva, però è anche vero che si sarebbe dovuta fare sfociare più avanti per evitare questi problemi.  Il provvedimento di traffico funziona, a parte qualche infortunio dovuto più ad automobilisti indisciplinati che ad altro. Rimane certo il fatto che la via Sessa si sia trasformata in altro da quello che era prima”.
Due le ipotesi percorribili, secondo Pasqua, dopo i sopralluoghi effettuati, una a medio e una a lungo termine: la prima è la costruzione di una rotatoria che consenta di ridare il doppiosenso a corso Indipendenza; la seconda, con tempi di realizzazione più lunghi, è quella di aprire una sede stradale a monte, che consenta di giungere nella parte alta del quartiere. Come sempre però, di possibili date di realizzazione, non se ne parla nemmeno.

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