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Palermo – Acque agitate ai Cantieri navali per i 3.500 lavoratori del settore

Luca Mangogna

Palermo – Acque agitate ai Cantieri navali per i 3.500 lavoratori del settore

martedì 09 Agosto 2011

 Il parere di Faraone: “Azienda nordista”. La Regione promette 65 mln € per la ristrutturazione. Protesta plateale e prospettive ancora poco rosee per il polo industriale

Tempi duri per i lavoratori della Fincantieri a Palermo, che da quasi un mese si stanno operando per protestare contro le scelte dell’azienda navale che punta sempre più al dimagrimento di spese e investimenti nel capoluogo siciliano. Lo sciopero che ha visto unito tutti i sindacati di sinistra, di centro e di destra (caso più unico che raro) è stata la più palese testimonianza del disagio e della preoccupazione dei lavoratori del cantiere, che nel vivere una situazione oggettivamente drammatica, mettono in piedi proteste clamorose come quella che ha visto gli operai salire e occupare delle gru e gli uffici amministrativi della società. 
Secondo Davide Faraone, deputato regionale e capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Palermo, le motivazioni che si celano dietro a queste scelte dell’azienda sono cristalline. “La Fincantieri è ormai diventata, a mio parere, un’azienda nordista, e basandosi su questa linea sta abbandonando i cantieri del Mezzogiorno, fra cui Palermo. Nonostante vi sia stato un impegno da parte delle istituzioni siciliane, fra cui il sottoscritto, di far canalizzare investimenti per i bacini dei cantieri navali, loro hanno continuato a polarizzare gli interventi di manutenzione e ristrutturazione e realizzazioni di nuove navi, tutti nei cantieri del Nord”. 
Considerando che tutto è nato dallo smistamento, verso Genova, di una commessa di 70 milioni di euro inizialmente destinata a Palermo, è difficile contraddire la tesi di Faraone. E la società persiste nel disattendere le aspettative e le richieste dei lavoratori. “Nell’incontro fatto in prefettura, la Fincantieri – spiega Faraone – ha indicato prospettive ridicole per il cantiere navale di Palermo, dando la sensazione di voler dismettere questo cantiere, cosa che per noi è assolutamente inaccettabile, dato che si parla di un polo che dà occupazione a circa 3 mila 500 lavoratori fra cantiere e indotto. Se si considera che nel Sud due giovani su tre sono disoccupati, è un numero a dir poco allarmante”. 
La Regione Sicilia intanto, nel citato vertice in Prefettura e per bocca dell’assessore alle Attività produttive, Mario Venturi, ha promesso la pubblicazione di  due bandi, fra agosto e settembre, che rilancino i cantieri navali a Palermo, con 65 milioni di euro per la ristrutturazione dei due bacini di carenaggio galleggianti.
 

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