Fino a qualche giorno fa la risposta a questa domanda, tutt’altro che retorica, sembrava essere positiva, date le affermazioni che l’amministratore delegato della società Parcheggio Europa Spa, Lorena Virlinzi, aveva fatto in occasione dell’operazione denominata Art park, la realizzazione lungo il perimetro del cantiere per la costruzione del parcheggio di murales colorati, per “scardinare dalla memoria quell’immagine sbiadita dettata dal tempo e raccontare la storia del risveglio di un luogo”, come affermato dagli organizzatori.
“I lavori riprenderanno in ottobre – aveva assicurato la Virlinzi – per essere completati entro la fine del 2012. Questa sarà una piazza ripavimentata e senza alcuna sopraelevazione”.
Anche il primo cittadino aveva salutato la notizia come un importante risultato, atteso da tempo, cioè quello della prossima restituzione del cuore urbano della Catania che si affaccia sul mare.
Eppure, a distanza di pochi giorni, sembra che il vento sia cambiato nuovamente e che l’appello della Procura della Repubblica alla sentenza di assoluzione di qualche mese fa (all’accusa di presunte irregolarità nella assegnazione degli appalti che vedeva tra gli indagati anche l’ex sindaco Umberto Scapagnini) possa congelare nuovamente il tutto, fino a data da destinarsi. Ricordiamo che la sentenza di assoluzione in primo grado nel processo per i parcheggi ha sancito come la modifica di destinazione d’uso, da parcheggio a bottega, di parte della costruzione, non avrebbe avvantaggiato i privati imprenditori, di fatto negando l’esistenza di presunte irregolarità e di abusi d’ufficio, in particolare per la costruzione di un centro commerciale all’interno della struttura.
Quasi profetico, in questo senso, il murales realizzato dai ragazzi di Cittainsieme che, con spirito pacifico, hanno voluto aggiungere una raffigurazione alle tante realizzate nel muro del cantiere in occasione di Art park: una ruspa che distrugge l’elefante simbolo di Catania e, con lui, tutta la città.
Se il ricorso in appello dovesse andare per le lunghe, i catanesi saranno comunque “obbligati” a convivere ancora con il baratro. Il rischio serio è che potrebbero dimenticare che al posto della voragine, una volta, c’era una splendida piazza.