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Catania – Turismo, una risorsa sprecata fra troppi tesori abbandonati

Melania Tanteri

Catania – Turismo, una risorsa sprecata fra troppi tesori abbandonati

venerdì 12 Agosto 2011

Monumenti e chiese chiuse, palazzi deturpati da sporcizia e graffiti, segnaletica insufficiente. Si parla di tassa di soggiorno ma si offrono pochi servizi, troppo spesso scadenti

CATANIA – Una città che non riesce a valorizzare i propri tesori, le proprie ricchezze, che non accoglie i turisti e che non ha un programma di lungo respiro per fare sì che questa risorsa venga finalmente sfruttata. Questo il quadro che caratterizza Catania secondo il senatore del Partito democratico, Enzo Bianco che, insieme ai consiglieri comunali dello stesso partito, ha recentemente puntato i riflettori proprio sulla situazione poco rosea in cui versa il settore turismo, anche alla luce della possibilità che venga istituita la tassa di soggiorno.

“Quello dedicato a chi visita la città – afferma il capogruppo del Pd a Palazzo degli Elefanti, Rosario D’Agata – è un settore su cui oggi non c’è un progetto di lungo periodo e senza il quale non potremo mai dire di sì alla tassa di soggiorno. Prima l’amministrazione ci porti un Piano per lo sviluppo turistico e ci dica come verranno impiegate le somme ricavate dalla tassa. Solo dopo la voteremo”.
Monumenti e chiese chiuse, palazzi deturpati da sporcizia e graffiti, scarsa segnaletica per indicare edifici storici o siti di particolare interesse (basti pensare che la casa di Giovanni Verga non è segnalata quasi da nessuna parte), né itinerari turistici: queste alcune delle accuse lanciate contro l’amministrazione di Raffaele Stancanelli che, di fronte a questo desolante quadro, non ha nominato un assessore alla Cultura, delega ritornata nelle mani del sindaco dopo le dimissioni di Marella Ferrera, né ha nominato un assessore al Turismo che non sia troppo impegnato in altri importanti incarichi, come lo è quello attuale, Rita Cinquegrana, anche sovrintendente del Teatro Massimo Vincenzo Bellini.

“Ho fatto un giro in città – ha detto Bianco – e francamente la situazione è imbarazzante. via Crociferi, la via ‘gioiello’ del barocco di Catania, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, è abbandonata a se stessa. Vorremmo sapere cosa è successo, cosa sta accadendo a Catania, una città che non offre alcun aiuto al turista che vuole vistarla: alla Stazione non c’è un info-point, così neanche al porto e l’Ufficio del turismo in via Vittorio Emanuele non è ben segnalato a chi arriva in città”.
E i risultati si vedrebbero nei numeri che il senatore ha snocciolato: tra il 2000 e il 2010, la presenza media nella città etnea dei turisti sarebbe scesa da tre giorni e mezzo a due giorni e mezzo.

“Catania – ha concluso Bianco – ha bisogno di programmazione. Serve sinergia tra gli Enti: la Provincia, il Comune, l’Università, la Regione. Servono azioni coordinate, per esempio negli orari di apertura dei Musei: occorre predisporre progetti per accogliere turisti che tendono ancora a ‘saltare’ Catania e a soggiornarvi sempre meno”.
Realizzare in città un grande Museo dell’Etna di caratura internazionale, che richiami a Catania i turisti e poi li conduca sull’Etna per vedere il vulcano dal vivo, istituire la Catania card per entrare nei siti principali, il tutto nell’ambito di un Piano organico di sviluppo del turismo, insieme all’avvio di una sorta si coordinamento tra Comune e altri Enti, per realizzare un piano per fare di Catania una città attraente, ascoltando denunce e suggerimenti di Federalberghi, Confindustria Alberghi e delle altre associazioni che si occupano di turismo, alcune delle proposte avanzate dagli esponenti democratici.

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