Niente tagli alla politica. Stop contributi statali - QdS

Niente tagli alla politica. Stop contributi statali

Raffaella Pessina

Niente tagli alla politica. Stop contributi statali

giovedì 18 Agosto 2011

Ardizzone (Udc) ha convocato il collegio dei questori Ars per il 29 agosto. Un disastro se la Sicilia non applicherà la manovra

PALERMO – Il decreto legge 13 agosto 2011, la cosiddetta manovra di ferragosto del Governo nazionale,  che ha lasciato a bocca aperta tutti gli italiani, compresi i politici, prevede una serie di misure restrittive nei confronti del mondo della politica, nel senso di ridurne i costi. In particolare, all’art. 13 del decreto viene stabilita la riduzione  del 10% per retribuzioni e indennità dei membri degli organi costituzionali, ma solo nella parte che eccede i 90.000 euro e fino a 150.000 euro. La riduzione sale al 20% per la parte di emolumento che eccede i 150.000 euro. Un esempio: se un parlamentare percepisce in un anno 220.000 euro, fino a 90.000 euro non avrà alcuna riduzione, da 90.000 a 150.000 gli verranno tolti 6.000 euro e da 150.000 a 220.000 gli verranno tolti 14.000 euro per un totale di 20.000 euro su 220.000.
Per quei parlamentari che svolgono un’altra attività lavorativa oltre a quella del parlamentare, è prevista la riduzione del 50% dell’indennità, ma a partire dal mese successivo al deposito presso la Camera di appartenenza della dichiarazione dei redditi annuale. E questo sempre che il reddito dell’attività superi il 15% dell’indennità stessa.
Prevista anche l’incompatibilità della carica di parlamentare con qualsiasi altra carica pubblica elettiva, ma questo a partire dalla prossima legislatura. Più specifico è invece l’art. 14, con il quale lo stato stabilisce nuovi parametri per il numero dei consiglieri regionali in relazione alla popolazione. In particolare la Sicilia che ha un numero di abitanti di poco superiore ai 5 milioni potrà avere 50 “consiglieri regionali”, contro i 90 di oggi. Da questo conto è escluso il presidente della Giunta. Tale riduzione andrà recepita entro 6 mesi dall’entrata in vigore del Decreto e comunque avrà validità dalla legislatura successiva. Stessi tempi per l’adeguamento del numero degli assessori che devono essere pari o inferiore ad un quinto del numero dei parlamentari: quindi in Sicilia tale numero dovrà essere pari a 10 contro i 12 attuali. Il comma 2 dello stesso articolo specifica che le regioni a statuto speciale devono adeguarsi a tali parametri, pena il mancato conseguimento degli obiettivi costituzionali di perequazione e di solidarietà ed anche per diventare elemento di riferimento per la applicazione di premi o sanzioni che comunque non vengono specificati nel decreto, ma si rimanda alla normativa vigente in questi casi.
Il presidente del Collegio del deputati questori all’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha convocato una riunione del Collegio per lunedì 29 agosto, “in modo che si possa arrivare ad un immediato recepimento della normativa  – ha dichiarato Ardizzone – che riguarda la riduzione dei costi della politica”. Ci si chiede che fine faranno i provvedimenti stabiliti nella riunione di Giunta regionale dello scorso 5 agosto: si trattava di  tagli pari circa a 90 milioni di euro: tagli allo stipendio degli assessori, alle consulenze e alle auto blu a partire dal primo di settembre. I componenti degli uffici di gabinetto dovevano passare da 21 a 14. Una delibera di giunta però che non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale e che l’ufficio stampa della regione non ha disponibile.

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