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Messina – Da opportunità a disastro sociale, ecco la beffa dei cantieri lavoro

Francesco Torre

Messina – Da opportunità a disastro sociale, ecco la beffa dei cantieri lavoro

sabato 20 Agosto 2011

Stipendi in ritardo per gli 81 disoccupati che non hanno ricevuto istruzioni sullo svolgimento del lavoro. La lentezza con cui procedono gli interventi sta esasperando i commercianti

MESSINA – I cantieri lavoro dovevano essere un’opportunità sia per i tanti disoccupati coinvolti che per la città. Non a caso nella legge regionale che li aveva istituiti, la sei del maggio 2009, erano stati inseriti tra le “misure urgenti per l’emergenza sociale”.
E invece, aperti il 23 maggio scorso, fino a oggi i cantieri lavoro si sono rivelati soltanto un problema, e certamente non per responsabilità dei malcapitati: 81 disoccupati impiegati, per la maggior parte donne, tra l’altro a secco di stipendio fino a qualche giorno fa, quando sul conto corrente hanno visto lampeggiare gli stipendi dei mesi di maggio e giugno.
Non è infatti colpa loro se il Comune li ha inviati a rifare la pavimentazione della via commerciale più importante e intasata della città, il viale San Martino, senza dare però alcuna istruzione specifica, indispensabile, data l’assenza di qualsiasi competenza generica sul lavoro da svolgere.
Dilettantismo allo sbaraglio, dunque, come spesso purtroppo siamo costretti a commentare a proposito delle iniziative dell’amministrazione comunale.
Naturale ciò ha determinato l’esasperazione dei commercianti della zona: da giugno, infatti, i marciapiedi del viale sono diventati campi di battaglia, per ampi tratti bugigattoli per il cui transito occorre fare la coda.
Questo perché mentre la fase di “distruzione” non ha avuto intoppi, quella della “ricostruzione” sta avendo tempi biblici, che mal si sono innestati con quelli del mercato e dei saldi estivi.
Se a ciò si aggiunge la lentezza nel pagamento degli stipendi e le veementi proteste dei lavoratori, il quadro del disastro sociale provocato è bello che servito.
Con un’ultima, odiosa, annotazione. L’assegnazione di un incarico di consulenza da 22 mila euro al ragioniere Enrico Iorio per “provvedere alla predisposizione degli statini paga e a tutti gli adempimenti amministrativo – contabili nonché fiscali e previdenziali, relativi all’assunzione del personale di direzione, istruttore, operai qualificati e allievi operai nei cantieri”.
 Secondo il sindaco la consulenza si è rivelata indispensabile perché a Palazzo Zanca non vi era alcuna disponibilità di risorse. Ma per la Ragioneria generale sarebbe davvero stato così oneroso occuparsi per qualche mese di 80 buste paga in più? Domanda più che legittima. Al momento molti dei lavoratori sono in ferie, rientreranno tutti il 22 agosto, data per la quale si attende l’invio di operai specializzati da parte del Comune.
Intanto, però, il responsabile della Fillea Cgil Daniele David ha avvisato l’amministrazione: “se gli stipendi di luglio e agosto non arriveranno entro la fine del mese ricominceranno le proteste”. Giusto, ma ai disagi per i cittadini e per i commercianti chi ci pensa?
 

 
Corsa ai ripari. Imprese fornitrici per la collocazione dei materiali
 
MESSINA – Come è stato possibile pensare di affidare la ripavimentazione dell’arteria più importante della città ai malcapitati disoccupati?
Il buon senso a Palazzo Zanca non è di casa. E a poco vale l’intenzione tardiva di correre ai ripari. “Ritenuto il pericolo per la pubblica incolumità e il decoro per ciò che attiene nella specie i cantieri di viale San Martino – ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio – dovrà essere valutata la possibilità nella redazione della variante (indispensabile qualora i lavori non terminassero entro i tempi previsti, nda) di far ricorso alle imprese fornitrici per la collocazione dei materiali, limitando l’utilizzo del personale operaio addetto esclusivamente per la demolizione e per le relative attività di supporto”.
In questo modo, un provvedimento di assistenza si tramuterebbe immediatamente in una forma di elemosina, togliendo qualsiasi dignità ai lavoratori coinvolti, comportando un prevedibile aumento delle spese generali.
 

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