Lavavetri ai semafori, problema da affrontare - QdS

Lavavetri ai semafori, problema da affrontare

Eloisa Bucolo

Lavavetri ai semafori, problema da affrontare

sabato 10 Settembre 2011

Le ordinanze con finalità punitive non hanno ottenuto risultati

CATANIA – Con la parola “lavavetri” lo Zingarelli indica chi è addetto alla pulizia dei vetri nelle vetrine dei negozi, quindi un rispettabile mestiere. Oggi, però, questa parola viene usata con significato dispregiativo. Gli operai della Vinyls di Marghera (Ve) hanno lavato gratis i vetri delle auto ad un incrocio per protestare contro la situazione occupazionale dichiarando “questa volta l’abbiamo fatto gratis, ma dopodomani chiederemo la carità”.
Qualche anno fa a Palermo gli studenti si sono messi a lavare i vetri per protestare contro la Gelmini e il proprio preside. La motivazione è perché il lavavetri è diventato l’incubo degli automobilisti. Ad ogni semaforo ci sono extracomunitari, molti dei quali clandestini, pronti a lavare il parabrezza e nonostante gli si dica di no, lo fanno ugualmente, talvolta con aria di sfida ed ormai non fa alcuna differenza che al volante ci sia una donna o un uomo.
Facili da identificare i comportamenti del cittadino tipo che si approssima ad un semaforo affollato dai lavavetri. Prima di tutto alza i finestrini e mette la sicura, poi urla un secco “no”, si ferma lontano dal veicolo che lo precede, in modo da poter dare all’occorrenza colpetti di acceleratore e quando, di fronte all’insistenza, si vede sporcato il vetro, finisce per assumere comportamenti, civili o incivili che siano, che non avrebbe altrimenti deciso di prendere. C’è chi accetta il gesto con rassegnazione e paga l’obolo, c’è chi sorride senza dar nulla per il servizio reso, ma non richiesto, c’è chi aziona lo spruzzino per farli allontanare, e chi scende dall’auto per “prendersi la questione”. Nel migliore dei casi l’incontro si conclude con i litiganti che imprecano nelle rispettive lingue d’origine frasi incomprensibili all’altro.
Da più parti è stato chiesto il coinvolgimento di sindaci e forze dell’ordine pensando anche ad un lavoro legalizzato, ridando dignità al mestiere di lavavetri che in fondo sono dei lavoratori autonomi. Il risultato però è stato qualche ordinanza con finalità punitive, ma senza esiti. Alcuni sindaci pensano di trasformare gli incroci in rotatorie eliminando così la sosta dell’automobilista. Considerato però che sicurezza, legalità, libertà e rispetto della dignità sono diritti di tutti è necessario intervenire per risolvere il problema in maniera organica e mirata all’integrazione di chi viene nel nostro paese per lavorare onestamente. A livello locale questo compito spetta dei sindaci e delle forze dell’ordine.

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