In Sicilia di giustizia... si muore. Strutture penitenziarie al collasso - QdS

In Sicilia di giustizia… si muore. Strutture penitenziarie al collasso

Giulia Cosentino

In Sicilia di giustizia… si muore. Strutture penitenziarie al collasso

martedì 13 Settembre 2011

Ennesimo suicidio, stavolta ad Agrigento, dove la capienza regolare è di 248 ma i detenuti sono 482. Carceri obsolete, scarsa assistenza psicologica, degrado e sovraffollamento

PALERMO – E ci risiamo. La storia è sempre la stessa: sucidi, decessi improvvisi, degrado, sovraffollamento. I protagonisti non cambiano, così come la location e le dinamiche con cui tutto si evolve. Adesso proviamo a dare un volto ai protagonisti, un nome alla storia e all’ambiente. Non è difficile capire di chi e di cosa stiamo parlando.
Ancora una volta al centro della nostra attenzione la grave situazione delle carceri. A questo punto non ci resta che stabilire, quasi come un appuntamento fisso, un giorno a settimana per aggiornarci sulle ultime novità, su ciò che è diventato un vero e proprio bollettino di guerra che diffonde, con ormai una certa cadenza, le notizie che giungono dal fronte. Partiamo quindi dall’ultima news: “Un detenuto rumeno, di 35 anni, si è suicidato impiccandosi nella propria cella nel carcere Petrusa di Agrigento con delle strisce di stoffa ricavate dalle lenzuola in dotazione”. Si tratta del 45° suicidio in cella verificatosi dal 1° gennaio 2011 ad oggi. Un numero che desta sempre più preoccupazione e allarmismo con gravi risvolti nel contesto sociale in cui viviamo. Quello che dovrebbe essere un sistema ligio, corretto e a norma, in realtà pare sempre più trasformarsi in un vero e proprio lager: strutture obsolete, degrado, sovraffollamento, scarsa igiene, carenza di servizio psicologico e personale addetto.
 
Si tratta di fattori noti e nello stesso tempo sconosciuti ai competenti del settore, coloro che dovrebbero tutelare non solo i diritti dei detenuti, in qualità di esseri umani, ma anche le regole logistiche e basilari che stanno alla base del vivere sociale. Nel solo carcere di Agrigento risultano detenute 482 persone a fronte di una ricettività massima pari a 248. Proprio il numero così elevato di reclusi presenti, non permette alla direzione del carcere di garantire ai detenuti nuovi giunti nemmeno la fornitura di primo ingresso (lenzuola, stoviglie, ecc) avendo esaurito i fondi sul capitolato specifico. Ad affermarlo il segretario generale della Uilpa penitenziari Eugenio Sarno commentando il suicidio del detenuto romeno.
“è arrivato il momento di intervenire poiché, la situazione attuale non consente una piena applicazione dall’articolo 27 della Costituzione”. Lo scrive, in una nota, Salvo Fleres, garante dei diritti dei detenuti, a proposito del sovraffollamento nelle carceri siciliane. “La Sicilia – ha aggiunto – è la seconda regione d’Italia in quanto ad affollamento ed è necessario un intervento del dipartimento utile per verificare la corretta allocazione dei reclusi. Infatti ho chiesto al Dap di verificare la corretta applicazione dell’articolo che prevede la territorialità della pena, insieme a una più attenta valutazione delle traduzioni, sopratutto di cittadini extracomunitari che vengono trasferiti in Sicilia, pur avendo processi in corso in altre Regioni d’Italia, con notevoli aggravi economici per le casse dello Stato”. “Mi auguro – ha concluso – che la mia richiesta possa avere un esito favorevole, ciò andrebbe a tutto vantaggio dei reclusi, degli operatori e del personale addetto alla sorveglianza”.
 

 
Ministero Giustizia. Pubblicati i dati aggiornati al 31 agosto 2011
 
Altro nostro appuntamento fisso può essere fissato ogni mese, quando il sito del Ministero della Giustizia pubblica un nuovo elenco riguardante il numero dei detenuti presenti nelle carceri italiane. La fotografia che vi presentiamo ritrae la situazione aggiornata al 31 agosto. Nell’Isola, se la regolamentare capienza fosse stata di “appena” duecento posti in più, avremmo potuto dire che il numero dei reclusi era contenuto. E invece – pur essendoci 51 detenuti in meno – la regolamentare capienza di 5.419 risulta sempre insufficiente dinanzi agli effettivi 7.754 detenuti presenti.
Risultano presenti inoltre quattro detenute in più (223) rispetto agli ultimi dati e 1.876 stranieri (18 in meno rispetto a luglio).
Anche in Lombardia, scende il numero dei reclusi (da 9.343 a 9.319), ma la situazione resta stazionaria. E anche qui, la regolamentare capienza degli istituti penitenziari non regge il numero effettivo dei detenuti presenti.
Invece, nonostante il Trentino Alto Adige conti sei detenuti in più, (da 345 a 351), risulta essere sempre l’unica regione che continua a distinguersi rispetto al resto dell’Italia. Pazienza, la “pecora nera” deve sempre esserci da qualche parte.

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