Energia. Lo scandalo dei canoni di concessione.
Danni ambientali. Il rischio delle trivellazioni riguarda sia la terraferma che il mare circostante la Sicilia, dove le compagnie petrolifere sono pronte ad agire per perforare ancora.
Royalties. La Regione siciliana, pur avendo competenza in materia, non agisce per aumentare i canoni da pagare sulle risorse naturali del territorio, così come per altri settori.
PALERMO – In Sicilia il petrolio non scorre a fiumi. Eppure sulla terraferma e nel mare circostante l’Isola si sono platealmente manifestati gli interessi dei grandi colossi del petrolio, che, anche attraverso società minori con capitali esigui, sono pronti a trivellare mare e terra.
Le motivazioni principali di quest’azione, però, non riguardano necessariamente le quantità di petrolio presenti, ma le basse royalties richieste dalla Regione. La Sicilia, in sostanza, non ha grandi ricchezze petrolifere, sebbenne sia la seconda regione per estrazione, ma, in compenso, è assai poco onerosa in termini di costi. Così il gioco è fatto. Gli ambientalisti chiedono da tempo interventi in materia, visto che sarebbero di competenza della Regione, anche perché a furia di scavare l’ambiente potrebbe presentare un conto salato ai siciliani. (
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