La crescita è possibile senza sprechi pubblici - QdS

La crescita è possibile senza sprechi pubblici

Melania Tanteri

La crescita è possibile senza sprechi pubblici

sabato 17 Settembre 2011

Forum con Pietro Agen, presidente Camera di Commercio di Catania e Confcommercio Sicilia

Presidente Agen, da quanto tempo presiede la Confcommercio regionale e quali sono gli obiettivi più importanti che avete raggiunto?
“Sono presidente regionale di Confcommercio da circa due anni e vice nazionale da un anno. Innanzituto, il primo obiettivo che si pone qualsiasi presidente è quello di riorganizzare e rendere più partecipe gli associati, aumentando lo spirito di appartenenza. Io, infatti, sono uno che organizza molte riunioni; potrei essere considerato un po’ anomalo perché viaggio spesso, ma è fondamentale fare sentire tutti partecipi. Credo che bisogna coinvolgere tutti nella fase della legislazione, anche se poi, per essere veloci, è necessario che sia uno solo a prendere le decisioni. Infatti, io tendo a riunire più spesso il Consiglio che la Giunta”.
Qual è il ruolo di Confcommercio Sicilia?
“Confcommercio non è una struttura di servizio, ma una struttura che definirei politica: il nostro ruolo è essenzialmente quello di fare in modo che il soggetto di riferimento, che è la Regione siciliana, adotti comportamenti, sia legislativi sia attuativi, confacenti a quelli che sono i nostri indirizzi, che non sono solo legati al mondo del commercio. Noi ci vantiamo di rappresentare l’economia e cerchiamo di far comprendere ai nostri politici che, in una terra che vive essenzialmente di investimenti pubblici e poco di privato, se l’investimento pubblico viene sprecato per spese di gestione, la crescita non ci sarà. Questa per noi è una battaglia che abbiamo fatto, che facciamo e che continueremo a portare avanti: cercare di cambiare il modus operandi della Sicilia”.
Come pensate di poter portare avanti questo nobile, nonché attesissimo, impegno?
“Innanzitutto bisogna cambiare; pur non essendo io particolarmente tifoso del giovane sindaco di Firenze, Matteo Renzi, credo che questi, anche quando dice stupidaggini, ha il merito di dirle con uno spirito tutto nuovo. Quando afferma che dopo due mandati i politici devono andare a casa, dice una cosa saggia, che io condivido. Questo per dire che, o si mettono regole rigide per cui si ritorna alla politica fatta di persone che hanno ideali, oppure si chiude. In Sicilia siamo nettamente indietro da questo punto di vista: serve l’esempio e, in questo momento particolare, l’esempio dovrebbe darlo la politica”.
Quali le vostre iniziative per dare una svolta verso la “politica del fare”?
“Il tentativo che stiamo portando avanti come Confcommercio Sicilia è quello di essere propositivi, non distruttivi. Normalmente si dice tagliamo i costi della politica: noi non abbiamo mai voluto parlare di costi della politica, piuttosto delle nefandezze che ci sono in Sicilia. La legge 104, ad esempio, è una splendida legge: in Sicilia però ha un capitolo in più, che prevede la pensione a 45 anni (con 20 anni di contributi) e nell’Isola, gli stipendi ai pensionati li pagano gli enti. Noi abbiamo quindi chiesto l’abolizione di questo articolo della legge 104. La seconda cosa che noi chiederemo, è che si intervenga sulla seconda grande caratteristica siciliana, sul grande buco nero di questa terra, ovvero sulla disoccupazione. La Sicilia non ha i soldi per fare le cose normali, interventi sulla logistica o comunque strategici, e però li spreca ad esempio per la disoccupazione. Il caso dei forestali è uno dei tanti casi siciliani, come ad esempio la disoccupazione agricola, che riguarda decine di migliaia di persone. La nostra semplice proposta, che presenteremo presto, è quella che chi percepisce la disoccupazione, o la cassa integrazione, venga impiegato in lavori socialmente utili”.
Quali sono le priorità che rappresenterete alla Regione?
“Innanzitutto, quella di chiudere il circolo delle autostrade; ad esempio, non è certamente serio che si discuta di costruire un aeroporto ad Agrigento, quando non c’è il collegamento viario fra Comiso e la città di Pirandello. In generale, chiederemo che le risorse regionali siano investite in modo strategico”.
 

 
La Regione sforzi i propri investimenti sul turismo. La legge sul commercio abbia un minimo di elasticità
 
In quali settori andrebbero concentrati gli investimenti della Regione?
“Certamente nel turismo. Non è normale che, in un momento in cui l’Africa del Nord, il nostro maggiore competitor insieme alla Spagna, ha chiuso al turismo per motivi noti, la Sicilia non riesca minimamente ad approfittarne. La Regione spende cifre enormi per la pubblicità, ma non sarebbe meglio fare come la Sardegna che chiama una grande compagnia aerea low cost e valorizza luoghi lontani dai circuiti turistici? Invece noi non abbiamo alcuna strategia economica per il settore turistico e i fondi europei, che potrebbero aiutare molto, non vengono utilizzati per fare investimenti, ma per la spesa corrente.
Qual è la vostra posizione relativamente al dilagare dei Centri commerciali?
“Riprenderemo la battaglia e chiederemo un blocco serio della Grande distribuzione. In questi giorni l’assessore Venturi ci ha presentato un progetto di legge come noi l’avevamo chiesta: una legge organica per regolamentare il settore. Bisogna andare verso forme di liberalizzazione, ma con un minimo di elasticità. Io non sono contro la Grande distribuzione, perché in generale spinge le piccole imprese a modernizzarsi, ma se io costruisco dieci Centri Commerciali, soffoco il commercio”.
Cosa pensa dell’aumento di un punto percentuale dell’Iva?
“L’aumento dell’Iva è un fatto gravissimo, una scelta qualunquista e senza coraggio. Noi, ad esempio, avevamo proposto un’ipotesi alternastiva, contrastando l’abusivismo edilizio e tassandolo”.
 

 
Camera di Commercio Catania punta ai mercati esteri
 
Parliamo della Camera di Commercio di Catania, che lei presiede dal 2007. Quali le novità?
“Innanzitutto, il numero di dipendenti è stato notevolmente ridotto, passando da 229 a 96 (la spesa per le pensioni e quella per i dipendenti sfiora l’80 per cento del bilanci e, a breve, si equiparerà a quella per i dipendenti). Inoltre, quando mi sono insediato in Camera di Commercio, ho fatto una cosa normalissima, ovvero quella di approvare i bilanci secondo le scadenze, di portarli in pareggio sin dal 2007. Non è una cosa rivoluzionaria: il rivoluzionario è che la normalità sia un fatto straordinario; è come nella lotta al racket: noi vinceremo la battaglia contro le estorsioni quando non considereremo eroi le persone che denunciano. Chi denuncia è la persona più normale ma, finchè lo facciamo sentire un eroe, un protagonista, vuol dire che perdiamo”.
A proposito di Bilancio: a quanto ammonta e cosa avete fatto per aumentare le entrate?
“Il Bilancio è di circa 13 milioni di euro e, per quanto riguarda le entrate, abbiamo colpito pesantemente la morosità, che abbiamo più che dimezzata. Inoltre, abbiamo proceduto alla cancellazione di circa 10 mila aziende che erano inesistenti, per cui si spendevano fondi”.
Quali obiettivi vi siete dati come Camera di Commercio?
“Oltre al risparmio e alla riduzione degli sprechi, puntiamo molto sulla modernizzazione, ad esempio puntando sulle energie alternative; sull’internazionalizzazione, partecipando alle fiere, ma cambiando strategia, e puntando sempre di più sui mercati internazionali, puntando su quei Paesi dove non si produce ciò che noi proponiamo. L’obiettivo che non abbiamo ancora raggiunto è quello di cambiare il sistema turismo”.
 


Curriculum
 
Pietro Agen  ha diretto per sei anni la sede della Confcommercio di Savona, successivamente si è trasferito a Catania dove è stato direttore generale della Confcommercio di Catania, incarico che ha lasciato quando è diventato assessore al Commercio del Comune etneo nella prima giunta del sindaco Scapagnini. Attualmente ricopre, tra gli altri, i seguenti incarichi: presidente regionale di Confcommercio Sicilia, vicepresidente amministratore della Confcommercio di Catania. Dal 31 gennaio 2007 è presidente della Camera di Commercio di Catania.

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