Petrolchimico di Priolo finalmente dotato del trattamento delle acque - QdS

Petrolchimico di Priolo finalmente dotato del trattamento delle acque

Giuseppe Solarino

Petrolchimico di Priolo finalmente dotato del trattamento delle acque

martedì 27 Settembre 2011

Inaugurato sabato scorso, alla presenza delle autorità, l’impianto realizzato dalla Syndial. Viene ripulita l’acqua del sottosuolo contaminata dal versamento di idrocarburi

PRIOLO (SR) – Finalmente la Syndial ha completato la realizzazione dell’impianto Taf (Trattamento acque di falda) nel petrolchimico siracusano, la cui inaugurazione ha avuto luogo sabato scorso alla presenza del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dell’assessore regionale per l’Ambiente, Gianmaria Sparma, del presidente della Provincia di Siracusa, Nicola Bono, del sindaco di Priolo Antonello Rizza, del presidente Syndial, Leonardo Bellodi e dell’amministratore delegato Syndial, Alberto Chiarini.
Il Taf ha l’obiettivo di “ripulire” l’acqua del sottosuolo del petrolchimico contaminata dallo versamento in esso, da parte di alcuni opifici, di idrocarburi ed altri inquinanti sia liquidi che solidi in oltre 50 anni di attività industriale. L’impianto si sviluppa su una superficie paragonabile ad un campo di calcio, per l’esattezza 20 mila metri quadri preventivamente bonificati, ed è stato classificato come “il più grande del genere in Europa”. Esso ha lo scopo di trattare le acque provenienti dagli interventi di bonifica delle diverse aree del sito industriale multisocietario in cui operano Syndial, Polimeri Europa ed Isab Nord, con l’obiettivo di bonificare le acque di falda del sito, ottenendo una qualità di acqua idonea per il suo riuso industriale, permettendo, in questo modo, l’utilizzo ottimale delle risorse idriche disponibili.
Il Taf, progettato per trattare una portata di 600 m3/h, pari a 43 milioni di metri cubi all’anno utilizza le migliori tecnologie attualmente disponibili e prevede 3 fasi per il trattamento delle acque: trattamento chimico-fisico per la rimozione degli oli e dei metalli, biologico con bioreattore a membrane di ultrafiltrazione per la rimozione dei microinquinanti organici e osmosi inversa per la riduzione della salinità.
I costi per la realizzazione del progetto sono pari a circa 180 milioni di euro, di cui circa il 25% relativi ai costi di smaltimento dei materiali di risulta.
La realizzazione dell’impianto è scaturita dal rinvenimento di contaminati di natura idrocarburica, con presenza importante di benzene, nelle acque di falda, cui è seguita una conferenza dei servizi presso il ministero dell’Ambiente e la sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Catania che considerava tali acque reflui industriali e quindi da trattare come tali. Gli interventi, previsti nel progetto definitivo di bonifica multisocietario delle acque di falda, autorizzato con decreto interministeriale notificato alla Syndial il 3 febbraio 2005, consistono in un pretrattamento chimico-fisico su reattori contenenti carbone attivo che, per adsorbimeto, bloccherà gli idrocarburi, un trattamento biologico con bioreattore a membrana di ossidazione, per la rimozione dei microinquinanti organici e, in fine, nel trattamento mediante osmosi inversa per l’abbattimento della salinità.
Detto impianto nell’esercizio aspirerà dalla falda sotterranea, dichiarata contaminata, circa 900 mila metri cubi di acqua inquinata al mese che verrà sottoposta ai trattamenti sopra menzionati per renderla utilizzabile nei vari usi industriali.
 
Naturalmente la parte dell’acqua trattata ed eccedente le richieste delle industrie, verrà riammessa in falda.
Il Taf rappresenta quindi una attività di bonifica per la soluzione di un grave problema ambientale che ancora oggi affligge la zona industriale siracusana.

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