Un sistema-petrolio, così si può definire, che comprende raffinerie, centrali termoelettriche, stazioni di pompaggio e ancora trivellazioni. Poi ci sono le compagnie in attesa di affondare le loro trivelle nel mare immediatamente al largo delle coste isolane, proprio al limitare della distanza minima dal litorale imposta dalla normativa varata dal ministro Prestigiacomo. Un quadro desolante cui si aggiunge, a corollario di una realtà ormai insostenibile, lo stato quasi irrimediabilmente compromesso dei luoghi nei pressi dei tre Sin (Siti di importanza nazionale).
Intanto nei luoghi simbolo della chimica isolana si continua a morire come sempre. (continua)