Il grande business del matrimonio - QdS

Il grande business del matrimonio

Eloisa Bucolo

Il grande business del matrimonio

venerdì 07 Ottobre 2011

Sposi sotto inquisizione del fisco. Iniziativa dell’Agenzia delle Entrate di Palermo volta a stanare gli evasori

CATANIA – Il rito del matrimonio, nonostante i profondi cambiamenti sociali che ha subito con il passare del tempo, mantiene ancora oggi il suo fascino, specialmente in Sicilia. Allo scopo di “accasarsi” non c’è crisi economica che tenga e per la buona riuscita del “gran giorno” non si bada a spese, talvolta scendendo a compromessi con i fornitori per ricevere uno sconto in cambio del mancato rilascio della fattura.
La spesa da sostenere, oggi giorno può variare di molto a seconda delle preferenze, ma si aggira intorno ai 30 mila euro. Il dato è relativo ad una cerimonia con 120 invitati a noi fornito da una coppia di sposi siciliani, fresca di nozze. (vedi tabella)
Per porre fine al business segreto del matrimonio è, di recente, intervenuta l’Agenzia delle Entrate di Palermo, inviando ai duemila contribuenti, convolati a nozze dal 2006, un questionario in cui si chiede la rendicontazione dettagliata delle spese effettuate per i preparativi del loro matrimonio.
Un tentativo, quello del Fisco, di colpire gli evasori, che ha trovato il benestare di commercianti e artigiani che a Palermo operano da anni nel settore e lottano contro la concorrenza sleale dei “furbetti del lavoro sommerso”. Addirittura c’è chi ritiene che per combattere di fatto l’evasione si dovrebbe consentire ai cittadini di detrarre le spese del proprio matrimonio.
Le domande del questionario abbracciano tutte le fasi, dai preparativi, alla cerimonia e perfino ai regali: “Avete intrattenuto i vostri ospiti in un ristorante, in una sala o in una villa in affitto? Avete usufruito di un servizio catering? E di un servizio di un fotografo? E di servizi di ripresa video e montaggio film? Avete acquistato confetti e bomboniere? Avete usufruito dei servizi di un fioraio? Avete noleggiato un’auto da cerimonia? E’ stata rilasciata una ricevuta fiscale per i regali in lista nozze?”. Per ogni servizio ricevuto bisogna, inoltre, indicare i dati identificativi della società, del commerciante o artigiano che li ha effettuati, il costo della prestazione e dichiarare l’eventuale rilascio della ricevuta o fattura.
Questa procedura non vuole gravare sui neo sposi, che sicuramente dovranno darsi un gran da fare, anche in termini di memoria, per fornire una rendicontazione dettagliata, e neanche mira soltanto a colpire i piccoli evasori, bensì punta a stanare gli evasori totali, che esercitano un mestiere senza che ciò risulti da nessuna parte. L’Agenzia non chiede, infatti, alle coppie di produrre ricevute e fatture, perché ammette che potrebbero non averle conservate, ma li obbliga alla collaborazione, mediante la restituzione del questionario, via posta, all’area “Governo e analisi della Direzione provinciale di Palermo”, ed inoltre costringendoli a dire la verità, pena il rischio di incorrere in sanzione pecuniaria.
Le coppie che ammettono di non aver richiesto fatture o ricevute non saranno multate, mentre nella raccomandata si avverte che “la mancata ottemperanza agli inviti nel termine indicato di 20 giorni , ovvero la risposta falsa o incompleta, è punita con la sanzione da € 258 a € 2.065 ai sensi dell’art 11 lettera c del d.lgs. 13/12/1997 N.471.” Si ricorda che l’Amministrazione finanziaria può accedere ai conti bancari dei contribuenti per verificare la veridicità di quanto dichiarato.
Non conviene neanche alle coppie, rifugiarsi in una serie infinta di “non ricordo”, poiché sarebbe poco plausibile che si sia verificata a Palermo un’amnesia collettiva. Del resto, viene da pensare che a scoraggiare gli innamorati dal compiere il “grande passo”non sarà di certo la compilazione di un questionario, quanto piuttosto le immanenti spese da dover sostenere e le preoccupazioni, fin troppo reali della vita di molti giovani siciliani precari, disoccupati o in cerca di lavoro.

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