Ddl coste, passo indietro Mpa - QdS

Ddl coste, passo indietro Mpa

Rosario Battiato

Ddl coste, passo indietro Mpa

martedì 11 Ottobre 2011

I tecnici: “Lo spirito del provvedimento è stato travisato, adesso occorre una riflessione immediata”. Consumo di suolo, scarichi a mare, depurazione, aree industriali: urge un Piano

PALERMO – Indietro tutta. L’approvazione in Commissione del ddl n. 725 “recupero e valorizzazione della fascia costiera” firmato dal capogruppo dell’Mpa, Francesco Musotto e dal deputato dello stesso partito, Paolo Ruggirello, nel giro di una settimana ha scatenato il fuoco di fila delle opposizioni, inclusi gli “amici” Pd e Fli.
 
Il provvedimento che, nel tritacarne della politica e dell’informazione, è diventato principalmente una sanatoria per gli abusivi anche entro i 150 dalla battigia è stato sconfessato da Musotto, che ha annunciato di voler ritirare la firma. L’Mpa, quindi, sembra voler nascondere la mano, ma la demagogia, su un argomento così delicato, non può essere sufficiente, perché le coste siciliane meritano un’azione concreta  E poi cosa dire di quei sindaci che avrebbero dovuto acquisire le abitazioni insanabili e non l’hanno mai fatto? Quando si parla di coste il campo di opinione non può essere esattamente spaccato a metà, da una parte i buoni e dall’altra i cattivi, altrimenti si corre il rischio di bloccare tutto. 
Sabato scorso è stato Musotto, uno dei due firmatari della proposta di legge, a  fare un passo indietro, specificando come  la sua azione non sia affatto “una marcia indietro” ma la volontà di “non imprimere alla legge un indirizzo riconducibile a un solo partito”. Una scelta di carattere politico che aveva portato in seno alla maggioranza un’ulteriore spaccatura, dopo le pesantissime parole del Partito Democratico.
In realtà una riflessione sul sistema coste dell’Isola è necessaria, perché il tema è assai più complesso di quanto si voglia far credere. Non si tratta soltanto degli abusi insanabili, quelli all’interno dei 150 metri della battigia che in ogni caso costituiscono il fattore minoritario dell’abusivismo sui litorali isolani, ma dell’esigenza di un riordino che necessita di soluzioni da almeno tre decenni. E in mezzo a questo mare di cemento, che coinvolge principalmente costruzioni anche ad 1 chilometro dalla costa, c’è stato, in realtà, un sistema di connivenze a vari livelli. L’abusivismo è prosperato per la disponibilità di una serie di personaggi, di figure politiche e amministrative, per tacere degli organi di controllo, che nel corso dei decenni hanno permesso la proliferazione di un sistema che, dalla lottizzazione degli spazi inedificabili, fino alla costruzione, ha colpevolmente agito dove avrebbe dovuto vigilare. Adesso, visto lo stato dei fatti, bisogna trasformare, facendo riferimento alle parole di Carlo Foderà, uno dei tecnici consultati per la stesura del ddl, un problema serio in opportunità. E bisogna partire da un paio di considerazioni.
 
L’abusivismo costiero coinvolge un centinaio di comuni, anche se la porzione insanabile, cioè quella compresa nei 150 metri, resta comunque un problema minoritario, pari a circa il 5% dell’abusivismo complessivo.  In ogni caso questa parte insanabile dovrebbe essere acquisita dai comuni come patrimonio pubblico pena, così come recita la legge regionale n.17 del 31 maggio del 1994, la rimozione del sindaco. “La mancata adozione, da parte del sindaco, dei provvedimenti di repressione dell’abusivismo edilizio, entro i termini previsti dalla relative disposizioni di legge” costituisce “grave e persistente violazione di legge, sanzionata con la rimozione”.
 
Eppure niente di questo è avvenuto, nonostante le opere di rimozione e abbattimento siano state limitatissime, e delle quali non esiste alcuna statistica presso il dipartimento urbanistica. Il secondo passaggio riguarda la parte sanabile, che, costituisce, dopo attento monitoraggio, la porzione da bonificare e recuperare. Il ddl, dove il famigerato articolo 4 è stato inserito in una fase successiva, ha avuto il merito di aver fatto breccia in una situazione che, in ogni caso, necessita di attenzione.
 


L’interrogazione: “Sfruttare le risorse comunitarie per coste”
 
PALERMO – Paolo Ruggirello e Francesco Musotto, i firmatari del ddl numero 725 “Recupero e valorizzazione della costa della Sicilia avevano anticipato la necessità di un riordino complessivo del sistema coste attraverso una interrogazione scritta presentata al presidente Raffaele Lombardo lo scorso 27 settembre. I deputati Ars chiedevano “se non ritiene opportuno istituire un gruppo di lavoro interdisciplinare al fine di individuare le suddette zone della costa che richiedono di essere sottoposte a recupero e valorizzazione e se non ritiene opportuno, altresì, di predisporre il suddetto stralcio del Piano Territoriale Regionale anche in funzione di sottoporre lo stesso, e quindi il recupero  e la valorizzazione della costa della Sicilia, alla richiesta di finanziamenti, Nazionali e Comunitari, che spesso perdiamo per mancanza di piani e progetti (con particolare riferimento ai progetti strategici da finanziare con i fondi POR Sicilia di Agenda 2007-2013)”. Un’occasione unica, quella dei fondi europei, per poter lanciare un grande progetto di recupero e valorizzazione del litorale isolano, permettendo al contempo il recupero della costa.

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