Giovani, sempre più pigri e soli tra patatine, snack e videogames - QdS

Giovani, sempre più pigri e soli tra patatine, snack e videogames

Antonio Borzi

Giovani, sempre più pigri e soli tra patatine, snack e videogames

mercoledì 12 Ottobre 2011

Teenager prigionieri dei social network: poche occasioni di stare a contatto diretto con l’ambiente e con gli altri. Sedentarietà e scarsa attività fisica vere cause dell’obesità adolescenziale

PALERMO – I piccoli siciliani non si muovono più e i risultati si vedono e sono sotto gli occhi di tutti. I chili aumentano per i giovani che invece di dedicarsi allo sport, non solo agonistico ma anche la classica partita di pallone, si chiudono a casa all’insegna di patatine, snack e videogames. E quello che poteva apparire soltanto un trend di poco conto sulle abitudini giovanili adesso comincia a preoccupare anche il ramo medico che vede un innalzamento della quota di obesi in età adolescenziale.
Analizzare le cause di questo fenomeno in crescita può rappresentare un discorso dall’ampia portata. In primo luogo ci si scontra con una mentalità dei genitori abbastanza restia a riconoscere l’importanza del problema. Anzi, di contro, questo non viene affatto riconosciuto come un problema. Non sono pochi i casi in cui l’essere in sovrappeso, ma anche essere obesi, è considerato normale e ironia della sorte un fattore di buona salute per i giovani siciliani. Una mentalità che prima veniva combattuta naturalmente da uno stile di vita a contatto con le attività fisiche di tutti i giorni e oggi si deve scontrare col cambiamento che porta la sedentarietà e i problemi sotto gli occhi di tutti.
Di contro c’è anche da dire che chi amministra le città ha una sua buona quota di colpe in tutto questo. Non viene infatti organizzato il minimo programma di sensibilizzazione nei confronti della popolazione e, soprattutto, non viene resa più vivibile la struttura urbana nella quale si muovono i piccoli.
Esempio abbastanza evidente: se andare in bici a scuola potrebbe essere un’ottima soluzione per fare dell’esercizio senza neanche accorgersene i genitori sono restii a concedere questo spostamento a causa di un’assenza totale di piste ciclabili che rende pericoloso avventurarsi sulle due ruote. Ecco quindi che si ricorre al passaggio della mamma che lascia il figlio davanti alla porta della scuola protetto dai pericoli.
L’attività fisica non viene implementata nemmeno fra le mura scolastiche. Attività sportive nell’orario extra non sono più contemplate a causa di un deficit normativo che rende le stesse dipendenti dalla buona volontà dei maestri e dei professori che spesso desistono a fronte di misere ricompense.
Affidarsi a una società sportiva spesso è un costo proibitivo per l’economia delle famiglie già prostrate dalla crisi. Inoltre, e questa è una tirata d’orecchie non da poco, spesso i genitori ritengono un noioso fastidio dover accompagnare i propri figli nelle strutture predisposte per lo sport e quindi non spingono affinchè lo stesso pratichi l’attività.
Ecco dunque che la soluzione si trova spesso dentro casa con i figli davanti a una televisione o a un computer a divertirsi e soprattutto socializzare fra loro.
È infatti quest’ultimo elemento uno degli aghi della bilancia degli ultimi anni. Se infatti prima si faceva sport anche per poter avere quella componente sociale indispensabile nella vita di tutti i giorni oggi questa la si ritrova in internet. Diventa dunque superfluo uscire di casa per chiacchierare con l’amico visto che lo stesso è a contatto di cellulare o facebook. A tutto questo si somma il divertimento pronto dei videogames con le consolle a basso costo ormai presenti nel salotto di ogni famiglia.
Insomma un problema in crescita e per non pochi motivi. L’averlo sottovalutato in passato e continuare a farlo anche adesso rappresenta un aggravio di non poco conto. Non è un caso che le malattie cardiovascolari siano in aumento e che con questo trend i numeri siano destinati ad aumentare. Una maggiore attenzione delle istituzioni è il primo passo per spingere le famiglie a dare alla questione la giusta importanza senza continuare a prenderla sotto gamba o considerarla fastidiosa.
La prima partita della salute si gioca adesso e continuare a stare nel divano con uno snack in mano non è il giusto modo di combattere il problema.

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