Petrolchimico, è l’ora dei timori, i 250 mln € non sono arrivati - QdS

Petrolchimico, è l’ora dei timori, i 250 mln € non sono arrivati

Liliana Blanco

Petrolchimico, è l’ora dei timori, i 250 mln € non sono arrivati

mercoledì 15 Luglio 2009

L’Eni ha deciso di sospendere gli investimenti promessi facenti parte del piano quadriennale 2009-12

GELA (CL) – Dal palermitano in giù una crisi profonda sta investendo il settore industriale siciliano: dallo stabilimenti Fiat di Termini Imerese, al centro di rottamazione, al deposito carburanti della Raffineria di Gela.
Allo stabilimento petrolchimico, nonostante le positività registrate nel 2008, è in corso un autentico “tsunami” occupazionale, e ci sono in previsione difficoltà notevoli dovute al rallentamento della domande delle benzine fossili, in particolare del mercato USA che comporterà un surplus produttivo, oltre al calo dei consumi dei lubrificanti.
Il continuo rinvio delle manutenzioni, nonostante i fondati timori, sulla sicurezza dentro e fuori la raffineria, pongono la situazione lavorativa del settore, in uno stato comatoso reso ancora più drammatico dalle decisioni dell’ENI di sospendere gli investimenti per circa 250 milioni di euro, che facevano parte del piano quadriennale 2009-2012, per il polo petrolchimico di Gela con l’aggravante che la raffineria di Gela avrebbe mentito sulla vicenda degli investimenti bloccati per presunta responsabilità del Ministero dell’ambiente.
Dopo le vicende di Termini Imerese, la paura sul settore del lavoro sfiora il sito petrolchimico di Gela. Il sito industriale rappresenta una delle principali realtà produttive della provincia di Caltanissetta, sia in termini di lavoratori diretti che nell’ indotto.
“Un arretramento della capacità produttiva o una dismissione – sostengono i consiglieri comunali del Popolo delle Libertà Lucio Greco e Salvatore Scuvera – aprirebbe un problema occupazionale enorme in termini di quantità che di qualità e innovazione e professionalizzazione della mano d’opera impegnata. Tutto questo, oltre all’incerto futuro dei lavoratori della CEDIS, l’impresa colpita da un’inchiesta giudiziaria che ha licenziato 100 lavoratori, impongono una analisi di quanto sta accadendo alla raffineria, per cui occorre mettere in campo ogni iniziativa utile per rilanciare il sito industriale di Gela”. Alla luce di questa situazione i consiglieri comunali del PdL hanno inoltrato al sindaco un’interrogazione per chiedere quali sono gli atti che il Sindaco e la Giunta intende adottare per aprire un percorso con la dirigenza della raffineria e le parti sociali, per svolgere un ruolo attivo, insieme alle istituzioni ed al governo regionale e nazionale, per scongiurare un eventuale disimpegno dell’ENI, con la chiusura degli impianti e il declassamento del sito produttivo a deposito di carburanti.
 

 
Bilancio nero. Nell’ultimo anno persi 850 posti di lavoro
 
GELA (CL) – Il settore edile della provincia di Caltanissetta ha il bilancio nero, nell’ultimo anno. Si sono perduti 850 posti di lavoro. La cassa integrazione è aumentata cinque volte: a Gela sono 500 i lavoratori a salario integrato usciti temporaneamente dalla produzione nell’indotto del petrolchimico, anche con ferie forzate. I bandi di gara per lavori pubblici hanno subito un taglio del 34% e nelle grandi imprese il taglio è stato del 4,1%. Pare che la deriva non si sia ancora fermata. I dati sono stati diffusi dalla segreteria provinciale della Fillea Cgil accompagnati da un’amara considerazione: “Siamo in crisi profonda”. Il segretario, Ignazio Giudice, denuncia l’insufficienza dei mezzi finanziari messi a disposizione del governo e sollecita una più incisiva politica di sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. Per non parlare dei nuovi 100 disoccupati della Cedis per i quali la vertenza lavoro è ancora aperta.

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