Corte dei Conti Sicilia: “Basta ai privilegi dei dipendenti regionali" - QdS

Corte dei Conti Sicilia: “Basta ai privilegi dei dipendenti regionali”

Lucia Russo

Corte dei Conti Sicilia: “Basta ai privilegi dei dipendenti regionali”

giovedì 13 Ottobre 2011

La delibera del 22 settembre delle Sezioni riunite in sede di controllo denuncia le differenze su dipendenti in aspettativa e retribuzioni. L’ipotesi d’accordo trasmessa 120 giorni in ritardo dall’Aran Sicilia ai magistrati contabili per la certificazione

PALERMO – Con delibera depositata il 22 settembre del 2011, la Corte dei Conti Sicilia, Sezioni riunite in sede di controllo, a firma del primo referendario Licia Centro e dei referendari Francesco Albo e Giuseppa Cernigliaro, ha rilasciato certificazione positiva per l’ipotesi di accordo quadro sulle prerogative sindacali relativo all’area della dirigenza e del comparto, sottoscritto da Aran Sicilia e dalle Organizzazioni sindacali in data 14 marzo 2011.
La certificazione è stata rilasciata solo a settembre 2011 perché l’accordo è stato trasmesso, scrive la Corte stessa, con notevole ritardo, “ben oltre il termine massimo di 40 giorni previsto dall’art. 27, comma 9 della Lr. 10/2000”. Precisamente è stato trasmesso dall’Aran Sicilia solo il 7 settembre 2011, cioè non 40 giorni dopo, ma ben 160 giorni dopo (aprile, maggio, giugno, luglio e agosto sono trascorsi a vuoto).
La Corte ha rilasciato la certificazione, presentando, però, alcune annotazioni che ne sono parte integrante, trasmesse a tre soggetti: Aran Sicilia, presidente della Regione, assessore alle Autonomie locali e funzione pubblica e assessore all’Economia.
Cosa osserva la Corte? Innanzitutto che è sì vero che il numero delle aspettative concesse – fissato in 21 per il comparto non dirigenziale e 3 per l’area della dirigenza – è inferiore rispetto al precedente calcolo numerico (un dipendente ogni 650), 25 invece di 21. Ma il parametro 1 ogni 650 si applica, considerato l’aumento di personale regionale di 5 mila unità avvenuto il primo gennaio del 2011. Il parametro, dice la Corte, si sarebbe mantenuto più basso senza quell’aumento di personale.
Rispetto al numero di giornate di permesso sindacale retribuito, scrive la Corte, “i contenimenti operati al contingente dei permessi, non appaiono idonei a colmare la più che significativa distanza tra la disciplina regionale e quella applicabile negli altri comparti”.
E ancora “emerge che il contingente dei permessi in ambito nazionale è pari a 76 minuti e 30 secondi annui per dipendente mentre in ambito regionale, considerando il personale a tempo indeterminato in servizio al 31 dicembre 2010 e il contingente dei permessi previsto a regime per il 2012, tale quota ascende a 775 minuti e 50 secondi”. “Non può d’altra parte sostenersi – aggiunge la Corte – , come ha fatto l’Aran Sicilia, che l’art. 8 dell’accordo produca dei risparmi, stimati complessivamente in 3,2 milioni di euro per il quadriennio di vigenza dell’accordo”. Non si tratta infatti di risparmi in senso proprio ma di “un recupero di produttività derivante dalla presenza in servizio di un maggior numero di dipendenti. Tale presunto aumento di produttività è tuttavia difficilmente quantificabile in termini economici”.
A questo punto la Corte chiede un “rapido avvicinamento agli analoghi contingenti previsti in ambito nazionale” e anche un’implementazione dei controlli sulla fruizione delle prerogative sindacali.
Infine solo per i dirigenti in aspettativa sindacale, in base al nuovo accordo, non è più prevista l’erogazione della retribuzione di risultato ma solo di quella di posizione. La Corte, però, sottolinea che “rimane improcrastinabile un definitivo allineamento alla disciplina contrattuale vigente in ambito nazionale per il personale non dirigenziale, per il quale, in caso di aspettativa sindacale, è prevista l’attribuzione del trattamento economico accessorio di produttività, solo in base all’effettivo apporto dato al raggiungimento degli obiettivi”.
Anche le ore di diritto di assemblea a livello regionale sono di più che a livello nazionale: 12 contro 10 ore. E’ chiaro come la Corte dei conti dica basta ai privilegi dei dipendenti regionali.

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