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Catania – Sanità: prenotazioni impossibili

Melania Tanteri

Catania – Sanità: prenotazioni impossibili

giovedì 13 Ottobre 2011

Il commissario straordinario dell’Asp, Sirna: “Stiamo cercando di risolvere la criticità a livello informatico”. I consumatori hanno denunciato il cattivo funzionamento di alcune procedure

CATANIA – Parafrasando il titolo di un vecchio film di fine anni Quaranta potremmo dire che, per la sanità catanese, il disservizio “corre sul filo”. L’Adoc (l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) ha infatti chiesto di affrontare subito l’emergenza prenotazioni nelle strutture ospedaliere pubbliche etnee, denunciando il cattivo funzionamento del Centro unico delle prenotazioni per quanto riguarda l’Ospedale Garibaldi di Nesima e, più in generale, l’Azienda sanitaria provinciale di Catania.
“Che la sanità non vada bene lo sappiamo – ha affermato Claudio Melchiorre, presidente dell’associazione dei consumatori – ma che ci sia un sistema di prenotazioni da burla sulla pelle dei catanesi è un’altra storia.” Un atto d’accusa durissimo, motivato non solo dalle numerose segnalazioni giunte all’Adoc da alcuni iscritti che non sono riusciti ad ottenere un appuntamento per una visita specialistica nella struttura di Nesima, ma anche dall’esperienza diretta.
“Una nostra volontaria – ha aggiunto – che ha bisogno di una visita specialistica e ha provato a chiederla in quella struttura, ha chiamato diverse volte il centro prenotazioni senza riuscire a parlare con nessuno. A questo punto è andata personalmente in ospedale ma lì il personale si è rifiutato di fare la prenotazione, ribadendo che queste possono essere prese solo telefonicamente. Solo presentandosi all’ufficio Urp, grazie alla sua esperienza, la nostra volontaria ha ottenuto la prenotazione. Va anche considerato che la struttura non è dotata di numero verde e che la linea telefonica funzionante è a pagamento, alla faccia del diritto alla salute e delle nostre tasse”.
Un assurdo “gioco dell’oca”, secondo l’Adoc, cui urge immediatamente porre rimedio intervenendo per monitorare la situazione dei servizi ospedalieri in generale e della comunicazione con gli utenti in particolare.
L’associazione, infatti, ha allargato la ricerca e ha potuto assodare che “anche il numero verde dell’Asp 3 di Catania è perennemente occupato e ai numeri di altre strutture ospedaliere non risponde quasi mai nessuno, pur ottenendo il segnale libero. Nella massima parte dei casi, in genere, si ottiene comunque il segnale di occupato”.
“Ora – ha concluso Melchiorre – crediamo sia evidente che la salute è un diritto indisponibile e che il servizio pare non funzionare, specie per quello che riguarda i sistemi di accesso all’assistenza sanitaria specialistica. La famosa rivoluzione dei Centri unici di prenotazione è fallita”.
Sulla questione, abbiamo chiesto una replica ai vertici sanitari.
“Prendiamo atto della segnalazione – spiega il commissario straordinario dell’Asp3 di Catania, Gaetano Sirna – stiamo cercando di risolvere la criticità a livello informatico dettate dal sovraccarico di telefonate e ci scusiamo per i disagi. Siamo comunque disponibili a incontrare i rappresentanti dei consumatori”.
L’unificazione dell’agenda del Policlinico, infatti, sarebbe alla base del cattivo funzionamento del servizio all’utenza.
Discorso simile per l’ospedale Garibaldi di Nesima che, proprio per andare incontro al numero sempre crescente di richieste, da qualche tempo ha previsto il Cup. Quest’ultimo, però, utilizzerebbe un software datato che non consente di mettere tante chiamate in coda.
“Abbiamo un problema tecnico – ha spiegato il responsabile dell’Urp, Francesco Santocono – e ci stiamo attrezzando con un nuovo software. Nel frattempo, ci si può ricolgere all’Ufficio relazioni con il pubblico, che può sopperire al problema informatico”.

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