Approvato dalla Giunta il Ddl sulle Province consortili - QdS

Approvato dalla Giunta il Ddl sulle Province consortili

Raffaella Pessina

Approvato dalla Giunta il Ddl sulle Province consortili

mercoledì 19 Ottobre 2011

Liberi consorzi comunali formati da almeno 10 Comuni e 250 mila abitanti. Giulia Adamo, capogruppo Udc: “Finalmente i fatti”

PALERMO – La Sicilia è in crisi e la parola d’ordine è diventata: tagliare i costi. Ed è per questo che l’assessore all’economia Gaetano Armao in una circolare chiede a gran voce che le società partecipate dalla Regione e le fondazioni regionali provvedano a ridurre le retribuzioni dei dirigenti adeguandole al minimo previsto per i dirigenti generali più un ulteriore taglio del 30%, così come riportato approfonditamente in un servizio a pagina 6 di questo numero del QdS.
Intanto la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge sul decentramento delle funzioni ai Comuni, con la contestuale riforma dei liberi consorzi comunali, presentato dall’assessore per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici. Il ddl mira al contenimento della spesa, al miglioramento della qualità dei servizi pubblici erogati dagli enti locali e al contenimento dei relativi costi del cittadino.
Inizia quindi il percorso per la soppressione delle Province con il trasferimento agli Enti locali di  funzioni in importanti settori (attività produttive, il commercio e l’artigianato, la famiglia e le politiche sociali, la formazione professionale, i lavori pubblici e le infrastrutture, i beni culturali e l’ambiente, i trasporti, il turismo, lo sport e lo spettacolo, la gestione integrata dei rifiuti e la gestione integrata del servizio idrico). Gli organi dei liberi consorzi comunali, formati da almeno 10 comuni e 250mila abitanti sono: l’assemblea (composta da tutti i sindaci dei Comuni che costituiscono il Consorzio), il presidente (eletto da tutti i consiglieri comunali facenti parte del Consorzio) e la giunta (nominata dal presidente tra i componenti dell’assemblea o dei consigli comunali e formata da un minimo di 4 a un massimo di 8 componenti in base alla popolazione).
Nel disegno di legge sono state inserite anche norme di contenimento della spesa in tema di composizione dei consigli e delle giunte dei Comuni. Dalle prossime elezioni, nei comuni con più di 500mila abitanti i consiglieri saranno 40 e gli assessori 8; tra 250 e 500mila 35 consiglieri e 7 assessori; tra 100 e 250mila 30 e 6; tra 30 e 100mila 25 e 5; tra 10 e 30mila 15 e 4; tra 3 e 10mila 12 e 3; meno di 3mila abitanti 9 e 2.
Tagli anche alla composizione delle giunte provinciali che, sino alla cessazione, dovranno essere composte da un numero di assessori che non deve essere superiore al 20% dei componenti i consigli provinciali. I Comuni con meno di 5mila abitanti dovranno procedere, pena la diminuzione dei trasferimenti annuali, all’accorpamento di funzioni e servizi. Abolita l’indennità del commissario ad acta che si insediera’ negli enti locali per svolgere l’attività sostitutiva. Previsto, infine, un solo revisore anche nei Comuni fino a 15 mila abitanti (il precedente limite era di 5mila).
Il capogruppo dell’Udc all’Ars, Giulia Adamo ha commentato positivamente il via libera alla cancellazione delle province. “Abolire degli enti come le province – ha detto la Adamo – significa rilanciare con i fatti, e non piu’ solo a parole, il programma politico e di riforme annunciato dal governo Lombardo”.

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