L’imposta di soggiorno fa male al turismo - QdS

L’imposta di soggiorno fa male al turismo

L’imposta di soggiorno fa male al turismo

martedì 25 Ottobre 2011

L’approvazione in giunta della Finanziaria 2012 non fa che aumentare i timori delle associazioni di categoria. Se n’è discusso in terza Commissione attività produttive alla presenza dell’assessore Tranchida

PALERMO – Il settore turismo tra cauto ottimismo (dopo i dati sulle presenze 2011 emanati dall’assessorato regionale al Turismo) e polemiche per l’introduzione della tassa di soggiorno. Interessante l’intervento (già riportato dal sito specializzato Travelnostop.com) di Salvo Basile, coordinatore regionale Assoturismo Confesercenti, in audizione alla terza Commissione Attività produttive dell’Ars a cui hanno partecipato i rappresentanti di Confindustria Sicilia Alberghi e Turismo, Federalberghi Confcommercio, Assoturismo Confesercenti e Fiavet, oltre al presidente della Commissione Salvino Caputo e all’assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida.
“Nel 2007 la spesa turistica registrata in Sicilia tenendo esclusivamente dei viaggiatori stranieri si attesta a 1 miliardo 196 mila euro, nel 2008 scende a 1 miliardo di euro, nel 2009 a 900 milioni di euro e nel  2010 a 810 milioni di euro.
Sul fronte delle presenze si assiste a un analogo crollo: sono 16milioni e ottocento mila nel 2007, nel 2008 si raggiunge il picco di 17 milioni e 227mila; nel 2009 poco più di 13 milioni che diventano 11 milioni e 800mila nel 2010.
A fronte di tale situazione in questi anni si è lavorato, pubblico e privato insieme, nel rispetto di uno spirito concertativo per individuare misure e interventi in grado di dare maggiore solidità alla nostra capacità competitiva indebolita dalla crisi.
Ricordo prima di tutto a me stesso l’impegno profuso da governo e associazioni di categoria nella redazione della legge 9 del 2009 cosiddetta ‘legge sul regime di aiuto alle imprese’ il cui obiettivo è stato quello di sostenere il settore economico produttivo in questo periodo di particolare difficoltà per accompagnare le imprese fuori dalla crisi, senza rinunciare a costruire le basi per un azione di riforma della legge 10 del 2005.
Ora però l’approvazione in giunta della Finanziaria 2012 non fa che aumentar i nostri timori. Mi riferisco ai provvedimenti relativi all’introduzione dell’imposta di soggiorno, al contributo regionale per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, al ticket per l’ingresso nelle aree protette, all’incremento dei canoni demaniali dal 25 al 75%.
Sappiamo delle difficoltà degli enti locali, della necessità di molti nostri comuni di dover fare cassa per risanare i propri bilanci, a causa dei tagli dei trasferimenti dello stato e dell’applicazione del federalismo municipale, ma non siamo disposti, come categoria già fortemente colpita da un peso fiscale che si attesta intorno al 47%, a pagare il costo di tali manovre.
Viviamo in una Regione che viene percepita tra le aree più difficili dove poter fare impresa e questo rende faticoso attrarre nuovi investimenti, ma alla luce dei nuovi provvedimenti si finirà per espungere anche coloro che fino ad oggi hanno contribuito, per anni per generazioni con le imprese tramandate da padre in figlio, con grandi sforzi, a sostenere lo sviluppo di questa regione”.

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