Puntiamo sulla qualità per offrire più sicurezza - QdS

Puntiamo sulla qualità per offrire più sicurezza

Gabriele Ruggieri

Puntiamo sulla qualità per offrire più sicurezza

mercoledì 26 Ottobre 2011

Forum con Maria Rosa Iraci, dirigente Polizia ferroviaria Sicilia

Quali sono i compiti peculiari della Polizia ferroviaria?
“La Polizia ferroviaria si occupa di prevenire e reprimere tutti quei reati che vengono commessi nell’esercizio ferroviario e, chiaramente, tutela la sicurezza del settore della ferrovia per quel che riguarda i passeggeri ed i trasporti. La nostra è una specialità della Polizia di Stato, dipende direttamente dal ministero dell’Interno. In caso di incidentalità ferroviaria non solo facciamo i rilievi con il nostro team di esperti, ma provvediamo a condurre le indagini delegate dalla magistratura. Abbiamo investito molto nella cosiddetta sicurezza in movimento, con le pattuglie a bordo treno, che svolgono gli stessi compiti delle squadre volanti in strada, identificazione delle persone, interventi a richiesta dei capitreno e quant’altro, grazie alla nostra sala operativa compartimentale, situata a Palermo, alle due sezioni di Catania e Messina e dei diversi posti Polfer dislocati in varie stazioni lungo la linea ferrata dell’Isola. Anche l’utente si può mettere in contatto con noi, qualora ne avesse bisogno, chiamando il 113, infatti, la sala operativa della Questura ci dirotta immediatamente la richiesta. La collaborazione con le strutture territoriali della Questura, organo per eccellenza deputato alla pubblica sicurezza, è fondamentale”.
Quali risultati avete conseguito nel 2010?
“Durante lo scorso anno sono state identificate circa 17 mila persone nel corso dei nostri pattugliamenti, sia in movimento sui treni e nelle stazioni, che nei pressi dei binari, perché svolgiamo attività di controllo, anche in orari notturni, presso le linee, spesso sventando diversi furti, soprattutto di rame, quello che ultimamente è stato denominato “oro rosso” per il suo prezzo elevato che ha attirato gli appetiti criminali in maniera evidente. Quando la sede operativa delle Fs riscontra un’interruzione di circuito allerta immediatamente noi, che inviamo tempestivamente il nostro personale sorprendendo nella maggior parte delle volte i malviventi con le mani nel sacco. Facciamo anche dei controlli frequenti ai rottamatori, che in alcuni casi denunciamo per ricettazione, perché in possesso di materiale di cui non sanno giustificare la provenienza. Questi sono annoverati tra i reati ambientali, regolati da normative specialistiche, che spesso il poliziotto comune non conosce, per questo insistiamo sempre di più nell’investire sulla specializzazione del nostro personale”.
Di quanto personale dispone? Lo ritiene sufficiente per l’espletamento delle vostre funzioni? E qual è l’età media del personale?
“Disponiamo di circa 300 unità, un numero nettamente inferiore all’organico previsto, ma questo è un problema che coinvolge tutte le strutture della Polizia di Stato in Italia. Ovviamente non sono sufficienti al pieno svolgimento del nostro lavoro, ma possiamo dire che, anche per ottimizzare le risorse, nell’ultimo decennio abbiamo puntato molto più sulla qualità del personale che non sulla quantità. Anche l’età è un problema, poiché, mancando un ricambio generazionale, l’età media si aggira attorno ai 45 anni, ma anche questa è una questione che riguarda tutta la Polizia. Garantiamo, inoltre, circa 3.000 presìdi su treni ordinari, di cui 1.574 su vetture a lunga percorrenza e circa 8.000 pattuglie impiegate in stazione”.
Molta immigrazione illegale ama spostarsi con il treno. Al riguardo avete notato un aumento di questo genere di transito?
“Non c’è un’incidenza particolare di immigrazione illegale sui treni. Siamo dovuti intervenire più che altro nell’ultimo periodo storico a causa dei numerosi sbarchi dal Nordafrica, che ha portato sulle nostre coste centinaia di immigrati, che sono stati muniti di permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi per motivi umanitari e grazie ad una convenzione del ministero dell’Interno con Trenitalia, anche di titolo di viaggio per raggiungere i propri cari in giro per l’Italia. Questo ci ha procurato un lavoro notevole, visto che avevamo noi il compito di smistare queste persone e fornire loro i titoli di viaggio”.
 

 
Il cittadino percepisce maggiore sicurezza con la presenza del poliziotto in carrozza

Come si è evoluta nel tempo la richiesta di assistenza alla Polizia ferroviaria?
“Nell’ultimo decennio è cambiata completamente tanto la richiesta dell’utenza quanto la mentalità della Polizia di Stato in genere e, nello specifico, delle specialità come la Polizia ferroviaria. Si è radicalmente rivoluzionato il rapporto tra Polizia e cittadino. Non siamo più visti come un corpo a sé stante, repressivo ed autoritario, bensì come un’entità integrata e consapevole dei bisogni della gente. Il poliziotto è considerato un soggetto che si fa portavoce dei bisogni della comunità e ciò si è palesato con la recente richiesta di istituire la figura del poliziotto di quartiere, nata dall’esigenza di avere la Polizia all’interno del tessuto sociale, per usare un termine tecnico del ministero dell’Interno, una Polizia di prossimità, sempre vicina alla collettività, una forza civile al servizio del cittadino. Il cittadino, infatti, si sente al sicuro per la presenza della divisa, non teme il borseggio sul treno perché c’è il poliziotto, così come non teme per il proprio bagaglio nelle tratte a lunga percorrenza ed anche noi, a dire il vero, siamo molto cambiati. Non siamo più chiusi verso l’esterno, ma interagiamo, anche attraverso i mezzi d’informazione, ci facciamo conoscere. Abbiamo intrapreso inoltre contatti con le scuole, ricevendo anche diverse scolaresche in visita in stazione dove abbiamo svolto un servizio di educazione alla legalità illustrando i disvalori sociali di certi comportamenti”.
 

 
Grazie alle telecamere le stazioni sono più sicure

Le stazioni rimangono il bersaglio preferito dai malintenzionati o la situazione è migliorata?
“La situazione va progressivamente migliorando e ciò ci permette di essere piuttosto ottimisti per quanto riguarda il futuro prossimo, anche in virtù della grande opera di sicurezza recentemente effettuata all’interno delle stazioni, che sono state dotate di parecchie telecamere, un deterrente forte, in quanto ci permettono di identificare immediatamente un pregiudicato e di scovare chiunque commetta un delitto. Le grosse stazioni, in modo particolare, sono da considerare tutte a norma, anche grazie ai fondi del Pon, con telecamere a circuito chiuso piazzate all’esterno ed all’interno che rimandano le immagini direttamente alla nostra sala operativa. Negli ultimi anni i risultati conseguiti ci hanno confortato molto, possiamo dire di aver svolto un vero e proprio lavoro di pulizia, oltre al fatto che siamo in grado di supportare altri organi come la Procura e la Questura che all’occorrenza si avvalgono dell’aiuto delle immagini raccolte dalle nostre apparecchiature. Un grossissimo lavoro, in questo senso, è stato compiuto negli ultimi anni nel controllo dei flussi delle tifoserie, con un’attività di prevenzione, oltre che di repressione, che ci ha portato a dei risultati notevoli, con l’identificazione di molti tifosi senza biglietto, autori di danneggiamenti o altri reati, individuati sia tramite i mezzi sopracitati, che grazie alle segnalazioni dei capitreno, e mettendo spesso in atto diversi arresti differiti, come previsto dalla normativa recentemente emanata dal Governo. I membri delle tifoserie sono al corrente di ciò a cui vanno incontro qualora dovessero esagerare nei loro comportamenti”.
 


Curriculum
 
Maria Rosa Iraci ha 51 anni ed è laureata in Giurisprudenza e Scienze politiche. Ha vinto il concorso per vicecommissario appena venticinquenne. Ha diretto l’Ufficio corsi della Scuola allievi agenti di Vibo Valentia e l’Ufficio misure di prevenzione presso la Questura di Reggio Calabria, prima di essere trasferita a Messina come vicedirigente dell’Ufficio volanti. Promossa primo dirigente della Polizia di Stato nel 2008, ha assunto diverse direzioni, tra cui la Digos a Reggio Calabria. Dall’1 settembre 2010 dirige il compartimento della Polizia ferroviaria per la Sicilia.

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