Dispersione scolastica, divario Nord-Sud - QdS

Dispersione scolastica, divario Nord-Sud

Liliana Rosano

Dispersione scolastica, divario Nord-Sud

giovedì 27 Ottobre 2011

“Rapporto sulle aree sottoutilizzate”, dati sconfortanti anche sulle performance degli studenti: siciliani sotto la media. Maglia nera per la nostra regione (26%). Seguono Puglia, Campania e Sardegna (23%)

PALERMO – Resta ancora alto il tasso di abbandono scolastico in Sicilia. Il “Rapporto sulle aree sottoutilizzate”,  presentato dal ministro Raffaele Fitto, mette nero su bianco la scolarizzazione nelle regioni italiane e in modo particolare nel Mezzogiorno, che presenta un gap rispetto alle regioni del Centro-Nord. Per l’Isola si parla addirittura di un 26 per cento di percentuale di coloro che lasciano il percorso scolastico dell’obbligo, un tasso elevato che posiziona l’Isola al primo posto della classifica nazionale. A seguire Puglia (23,4 per cento), Campania (23 per cento) e Sardegna (23,9 per cento). Migliori appaiono invece i risultati di Molise e Abruzzo, entrambe con il 13,5 per cento, e della Basilicata con il 15,1 per cento.
Tuttavia, il fenomeno della dispersione scolastica interessa non solo il Mezzogiorno, ma anche territori del Centro-Nord con sistemi economici più solidi. Qui, seppur in riduzione, rimangono elevati i tassi di dispersione scolastica nella provincia di Bolzano e in Valle d’Aosta.
Insieme al tasso di scolarizzazione, il Rapporto prende anche in esame le performance degli studenti (primaria e secondaria di primo grado) siciliani in matematica, scienze e lettura, analizzando i dati Ocse-Pisa e Invalsi.
Se, l’esame della distribuzione per livello di competenza mostra, come laquota media italiana di studenti collocati nei livelli intermedi (livello 2, 3, 4) sia in linea con le medie OCSE. Al contrario la percentuale degli studenti “eccellenti” (livelli 5 e 6) resta in Italia complessivamente inferiore alla media OCSE in lettura (5,8 per centocontro il 7,6 della media OCSE), in matematica (9 contro il 12,7 per cento) e nellescienze (5,8 contro l’8,5 per cento).
Ma è a livello territoriale che si registrano però i divari più sensibili anche relativamente al numero di studenti eccellenti: nel Mezzogiorno, infatti, gli studenti eccellenti sono solo il 2,8 per cento in lettura, il 5,2 per cento matematica e il 2,7 per cento in scienze.
Tra le regioni del Mezzogiorno, solo la Puglia registra una quota di studenti eccellenti in matematica in linea con la media nazionale. Scarsi  risultati in Sicilia che è sotto la media. Considerando anche i risultati per la literacy scientifica (scienze), i dati non sono confortanti nel raffronto tra Italia e media OCSE e, nel Mezzogiorno.
In particolare, la quota di studenti con risultati sotto il livello base va dal 28,8 per cento del Mezzogiorno al 15 per cento di studenti del Nord, area che si colloca sopra la media OCSE (18 per cento). Rimane particolarmente elevata la percentuale di studenti “scarsi” registrata in Calabria, Campania e Sicilia rispettivamente pari a 35,1 per cento, 33,3 per cento e 32,7 per cento.
I risultati fin qui conseguiti confermano la strategia che ne è alla base evidenziando progressi nei livelli di competenze e di scolarizzazione dei giovani. Tuttavia, nonostante i numerosi segnali positivi e i progressi registrati, il nostro Paese presenta ancora consistenti divari e nell’equità del sistema a livello territoriale. Gli sforzi per colmare i gap esistenti tra Nord e Sud nel campo dell’istruzione sono oggetto delle politiche comunitarie che hanno fissato nella programmazione 2007-2013 il meccanismo premiale degli Obiettivi di Servizio, strumento che si sta rivelando efficace per amplificare gli effetti delle politiche regionali per l’istruzione.
 

 
Media europea si attesta al 14,4%. Nord-Est italiano virtuoso
 
I casi si abbandono scolastico anche nel 2011 hanno un loro peso. Necessità di lavorare, insoddisfazione da parte dei ragazzi, e sembra assurdo, anche lo status familiare di livello basso d’istruzione ha la sua responsabilità. Seppure l’istruzione sia fondamentale, oggi più che mai, come formazione specialistica richiesta dal mercato del lavoro, l’allontanamento dalla scuola si registra notevolmente e ne rassegna le conseguenze sul fronte occupazionale. Il Rapporto annuale dell’Istat riporta che “Nel 2010 la percentuale di chi ha abbandonato prematuramente gli studi senza conseguire un diploma di scuola superiore si è attestata al 18,8%, ben lontano dalla soglia del 10% indicata nella Strategia Europa 2020, e a fronte di una media europea del 14,4%. “Le differenze territoriali sono marcate: particolarmente grave la situazione della Sicilia, dove più di un quarto dei giovani lascia la scuola con al più la licenza media. Percentuali superiori al 23% si registrano anche in Sardegna, Puglia e Campania. Più in linea con il traguardo europeo del 2020 appare il Nord-est, con un tasso di abbandono scolastico intorno al 12% nella provincia autonoma di Trento e in Friuli-Venezia Giulia”. Pertanto è ovvio che le immatricolazioni universitarie in Italia scendono, dopo il picco raggiunto nel 2002-2003. (mm)

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