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Palermo – Beni confiscati, quante difficoltà. Il caso del feudo Verbumcaudo

Luca Insalaco

Palermo – Beni confiscati, quante difficoltà. Il caso del feudo Verbumcaudo

giovedì 27 Ottobre 2011

Si è insediato alla Regione un gruppo di lavoro per studiare le modalità di utilizzo del fondo. Un terreno da 150 ettari, a Polizzi Generosa, a lungo bloccato da un’ipoteca

PALERMO – La provincia di Palermo è quella più ricca di beni confiscati alla mafia: ben 3.403 immobili sui 5.145 presenti in tutta l’Isola (dati Agenzia del Demanio aggiornati all’1 ottobre 2011).  La maggiore densità si registra nella città di Palermo, che conta 2.152 tra immobili e aziende sottratte alla criminalità organizzata. Simbolo del travaglio dei beni confiscati e del loro difficile iter di liberazione e di restituzione alla collettività è di sicuro il feudo di Verbumcaudo, appezzamento di circa 150 ettari di terreno che sorge nel territorio di Polizzi Generosa.
Un bene, questo, un tempo di proprietà del boss mafioso Michele Greco e a lungo intrappolato nelle maglie di un’ipoteca, come ricorda il responsabile Territorio Sicilia di Unicredit, Roberto Bertola: “Avevamo due sentenze passate in giudicato che ci riconoscevano come creditori in buona fede. Nel momento in cui avevamo erogato il credito non c’era la consapevolezza collettiva che quel bene fosse di proprietà mafiosa. Noi, quindi, se avessimo rinunciato a quel credito, avremmo creato un precedente capace di bloccare l’interno sistema bancario Sicilia. In più quel credito non era più nostro, perché era stato ceduto. In silenzio, abbiamo lavorato per acquistare il credito al prezzo più basso possibile ed alla fine siamo riusciti a liberare il bene dall’ipoteca. Adesso – chiosa il manager piemontese – deve essere la Pa a restituire il bene alla pubblica fruibilità ed a renderlo redditizio”.
Anche Gaetano Armao nei giorni scorsi ha sollevato alla pubblica attenzione il caso del feudo. L’assessore regionale all’Economia ha sollecitato l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ad accelerare le procedure per l’assegnazione del bene per il quale la Regione si è impegnata a pagare le rate del mutuo, in modo da destinarlo a finalità produttive ed educative.
Presso l’assessorato guidato da Armao, nelle scorse settimane si è insediato un gruppo di lavoro con il compito di studiare le modalità di utilizzo del fondo. Il lavoro dei tecnici si incentra sulla realizzazione di progetti per la conservazione, la salvaguardia e lo sviluppo dell’area, con priorità per l’intensificazione delle colture locali. Sono inoltre previsti progetti di formazione per potenziare l’occupazione delle risorse umane del territorio. Per quanto riguarda, invece, la futura gestione del bene Armao ha in mente il coinvolgimento “a diverso titolo” sia delle istituzioni locali che dei loro consorzi.

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