Pressione fiscale: la guida al risparmio sulle tasse - QdS

Pressione fiscale: la guida al risparmio sulle tasse

Giuliana Gambuzza

Pressione fiscale: la guida al risparmio sulle tasse

venerdì 28 Ottobre 2011

Agenzia delle entrate: sgravi a famiglie, giovani e amici dell’ambiente

PALERMO – Difendersi da una pressione tributaria che, nel 2010, si è rivelata pari al 29,1% del Pil e da una tassazione degli stipendi 11 volte superiore alla media Ocse è facile (e illegale) se si evade il Fisco o si trasferiscono capitali all’estero. Lo è meno se si vuole agire nel rispetto della legalità. Ottenere detrazioni dall’Irpef da pagare, però, non è impossibile: basta seguire alcuni accorgimenti nella compilazione del modello 730.
La prima, banale, forma di risparmio riguarda il modulo che, insieme alla busta per l’8xMille e alle istruzioni, nelle cartolerie costa 5-6 €; il risparmio è imbattibile se lo si scarica gratuitamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, ci sono datori di lavoro ed enti pensionistici che offrono ai propri dipendenti l’assistenza fiscale gratuita.
Per i familiari a carico (figli, coniugi, altri familiari conviventi o mantenuti) è prevista una detrazione se il loro reddito complessivo non supera i 2.840 €; nessuna limitazione, invece, per l’età o lo stato occupazionale. Ai genitori conviene attribuire tutta la detrazione del figlio a carico al genitore con reddito complessivo più alto, per evitare che quello con reddito molto basso perda in parte il rimborso. Una detrazione ulteriore spetta ai contribuenti con più di tre figli. È possibile dichiarare i contributi Inps versati per colf, badanti, baby sitter, nonché le spese per le rette degli asili nido, per l’istruzione secondaria e universitaria (in questo caso si aggiungono quelle per l’affitto se il ragazzo studia fuori sede) e per le attività sportive.
Per chi è in affitto è prevista una riduzione, proporzionale al reddito, compresa tra i 150 e i 496 € (991 € se l’inquilino è giovane). Il proprietario che ha dato la casa in affitto a un inquilino moroso non deve dichiarare i canoni di affitto non percepiti; lo stesso vale per il coniuge che non riceve uno o più assegni da parte dell’ex coniuge.
Tra le detrazioni più comuni rientrano le spese sanitarie (come farmaci e analisi), sottratte dall’imposta calcolata sul reddito per il 19%. La stessa detrazione si applica sulle spese per la cura degli animali domestici e sugli interessi sul mutuo acceso per comprare la ‘prima casa’.
Il Fisco strizza l’occhio ai giovani dunque, ma anche all’ambiente: detrazioni sono destinate sia agli interventi di risparmio energetico delle abitazioni (es. pannelli solari), sia all’acquisto di frigoriferi di classe almeno A+. Sembrerebbe un controsenso, ma fare beneficenza conviene (rimborso del 19%); sono state invece abolite le detrazioni relative all’autoaggiornamento dei docenti e agli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale che costano meno di 250 €.
Non dimenticate di conservare – e di farvi rilasciare dagli aspiranti evasori – un documento (fattura, ricevuta, quietanza) che riporta il codice fiscale e la partita Iva del beneficiario, per attestare il versamento della somma su cui va applicata la detrazione. L’Agenzia delle Entrate, infatti, può verificare quanto dichiarato fino a 5 anni dopo la presentazione del 730, che salgono a 10 nel caso, per esempio, della ristrutturazione di un immobile.
 


Più tasse e inflazione, doccia fredda per i contribuenti
 
Quanto pesa l’inflazione sulle tasche dei cittadini? Secondo le prime indiscrezioni sui dati del 730 del 2011, fornite dalle Acli, l’inflazione ammonta a ben 235 € a testa. A ciò si aggiunge la perdita dell’1,07% di potere d’acquisto, anche a fronte di un aumento dei redditi complessivi dello 0,43% rispetto al 2010. Aumento che non si registra in Sicilia, dove i redditi scendono del 2,5%, la stessa percentuale che si rileva – ma con il segno positivo davanti – in Trentino. Come se non bastasse, il governo ha deciso di ridurre gli sgravi fiscali del 5% per il 2013 e del 20% per il 2014, per un totale di circa 350€ in più che ogni contribuente dovrà versare al Fisco. Senza contare l’innalzamento delle imposte a cui, si prevede, saranno costretti i sindaci siciliani per ammortizzare i tagli ai Comuni decisi dalla manovra Tremonti. A rischio, secondo l’Anci, l’Irpef e i servizi a domanda individuale: mense, asili nido, parcheggi, trasporti pubblici. La pressione fiscale è cresciuta anche sulle aziende medie e piccole: è di pochi mesi fa l’allarme lanciato dalla Confesercenti Catania. A poco serve ricorrere alla rateizzazione delle imposte, se queste raggiungono il 60% del reddito d’impresa.
 

 
L’esperto: occhio agli errori nella compilazione del 730
 
Detrazioni, deduzioni, franchigia, ritenute d’acconto. È facile perdersi nella giungla dei tecnicismi che gravitano intorno alla dichiarazione dei redditi. Per questo il QdS si è affidato alle parole di Santo Russo, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (Odec) di Palermo. L’esperto ci ricorda che il contribuente è chiamato a dichiarare tutti gli oneri, sostenuti l’anno precedente alla compilazione del 730, che risultano deducibili o detraibili ai sensi del D.P.R. 917/86.
In merito ai controlli a cui è autorizzata l’Agenzia delle Entrate, il presidente Russo suggerisce di conservare tutti i documenti relativi alla dichiarazione dei redditi per almeno 10 anni, “perché è interesse del contribuente dimostrare quello che ha detto, indipendentemente dal fatto che c’è o meno l’obbligo della conservazione”.
Uno degli errori più comuni, puntualmente segnalatoci dall’esperto, riguarda le detrazioni per i figli a carico: “se li inserisce il coniuge contribuente con reddito maggiore, a lui [la detrazione] si riconosce del 100%; ma se li inserisce il contribuente con reddito minore rispetto all’altro coniuge, gli si può riconoscere solo il 50%”.
E a proposito di errori, Russo mette in guardia da quelli in cui può incorrere il contribuente, spesso digiuno delle nozioni tecniche indispensabili, quando decide di compilare da solo il 730, per esempio usando la Guida on-line messa a disposizione dall’Assocaaf. Infatti, qualora venga richiesta una detrazione che in realtà non spetta, al cittadino tocca pagare una sanzione in aggiunta alle imposte relative; mentre sia i commercialisti sia i CAF delle associazioni di categoria sono tenuti a stipulare una polizza assicurativa a copertura di eventuali errori. Il che non avviene nel caso in cui l’assistenza fiscale sia prestata dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale, che si limitano a un controllo formale di quanto dichiarato.
Il presidente dell’Odec consiglia di rivolgersi ai commercialisti abilitati, vincolati dall’obbligo, deontologico oltre che legale, di aggiornarsi continuamente sulle novità e sui passaggi più spinosi della compilazione.
I costi dell’onorario? Ben più ridotti rispetto a quelli richiesti agli imprenditori per le loro complesse dichiarazioni dei redditi, ma comunque più elevati rispetto ai 25 € (variabili da sportello a sportello) percepiti dai CAF. A questi il contribuente può anche consegnare gratuitamente il modello già compilato e ottenere il relativo conteggio.

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