“Il sistema bancario è con l’economia isolana” - QdS

“Il sistema bancario è con l’economia isolana”

Luca Insalaco

“Il sistema bancario è con l’economia isolana”

sabato 29 Ottobre 2011

Parla il responsabile Territorio Sicilia di Unicredit, Roberto Bertòla. Turismo ed export merci, potenziali ancora inespressi

“Non bisogna rassegnarsi alle difficoltà ma impegnarsi tutti per fare di più”. È un Roberto Bertòla ottimista quello che ci accoglie nella sede della Direzione di Unicredit Sicilia. Il responsabile Territorio Sicilia dell’istituto finanziario non nasconde l’impatto della crisi sulla nostra economia, ma cerca di fare breccia nel pessimismo tutto siciliano. “All’inizio, la grande presenza del pubblico ha protetto l’Isola da una crisi che ora colpisce qui più che altrove. La crisi, tuttavia, può rappresentare un’opportunità di crescita. È vero che la Sicilia su alcune voci è indietro rispetto al resto d’Italia, ma il nostro compito è rovesciare la piramide”.
A fronte di una popolazione pari all’8,4% del dato nazionale, la Sicilia ha il 7,6% delle imprese, contribuisce al Pil nazionale per il 5,7%, all’export per il 2,8% (0,90% senza il petrolio), mentre la quota di ricerca nel settore privato è pari all’1,6% del dato globale.
“Con un Pil che cresce poco, gli impieghi sono positivi pur con un indice di sofferenza superiore alla media italiana. Il sistema bancario, quindi, sta appoggiando l’economia siciliana in maniera forte, quasi incongruente”, osserva Bertola, che dal 2008 è presidente della commissione regionale Abi. Un sostegno che, per il dirigente del colosso bancario, ha una duplice motivazione: “Innanzitutto, perché si stanno consolidando molti debiti a breve. Poi, perché in Sicilia c’è molto pubblico, quasi il 40% del Pil. Quindi, si ricorre ad un anticipo sui crediti della P.a., che comunque offre garanzie di solvibilità”.
Già, la Pubblica amministrazione. UniCredit, forte del proprio radicamento sul territorio (“Svolgiamo il servizio di tesoreria e di cassa per 900 enti”), rivendica l’impegno per l’informatizzazione del pubblico, con l’avvio del mandato elettronico, e della propria rete commerciale, con l’installazione di circa 300 bancomat “evoluti”. Investimenti, questi, che per il manager, smentiscono quanti temevano un disimpegno dopo l’assorbimento del Banco di Sicilia.
Per Bertòla, lo sviluppo della Sicilia passa per una doppia via: l’aumento delle esportazioni ed una maggiore importazione di turisti. “Abbiamo creato il ‘Sicilia convention bureau’, al fine di aumentare il turismo congressuale. Per favorire l’esportazione, invece, abbiamo avviato in collaborazione con gli atenei di Catania e Palermo la ‘Export business school’. Chiamiamo un gruppo di imprenditori e li aiutiamo a vendere i loro prodotti all’estero”.
I numeri rendono l’idea del peso di Unicredit nell’Isola: “Abbiamo il 24% delle quote di sportelli, il 24% di quote di mercato degli impieghi e circa un milione di clienti” sottolinea con orgoglio Bertola, che ricorda le ultime iniziative promosse dall’istituto in favore di imprenditori e famiglie: “Stiamo spingendo per la costituzione di reti d’impresa. In questo modo le imprese non perdono la propria identità, ma si accorpano per fare qualcosa. Abbiamo individuato alcune imprese nel catanese che operano nel minieolico e vogliamo portare questo esempio nel resto della Sicilia. Pensando alle famiglie, gestiamo il fondo per il microcredito della Regione. Inoltre, abbiamo delle filiali per il credito su pegno, uno strumento di prevenzione dell’usura per quanti non potrebbero accedere al canale ordinario del credito”.
E se l’impoverimento stimola la fantasia dei truffatori, ecco una serie di iniziative per rendere informati anziani (“Occhio alle truffe”) e le famiglie (progetto “Informati”), perché facciano scelte consapevoli su investimenti e impieghi.

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