“Il Credito Siciliano, la banca di riferimento del Gruppo Creval nell’isola che ho l’onore di dirigere, il prossimo anno compirà 10 anni e ci prepariamo a tagliare questo importante traguardo confermando la nostra mission di banca di relazione, con un modello di operatività che privilegia la qualità del contatto e che permette di distinguerci dagli altri istituti di credito per la capacità di armonizzare con successo espansione dimensionale e rapporto privilegiato con il territorio. Attualmente siamo presenti in tutte le nove province siciliane con una rete di 135 sportelli (oltre allo sportello dedicato esclusivamente all’attività di credito su pegno a Roma) e poco meno di 900 persone costituiscono il gruppo di collaboratori coeso e fortemente identificato nei valori del nostro Istituto. Il progetto di riorganizzazione societaria, che in questi mesi vede coinvolto il Gruppo Creval garantirà il raggiungimento di obiettivi di efficienza e competitività”.
“Nei primi nove mesi del 2011 la nostra banca ha proseguito nella sua opera di sostegno all’economia siciliana mantenendo aperto il rubinetto del credito; i crediti concessi alla clientela attualmente superano i 3 miliardi di euro, in crescita di oltre il 2,5% rispetto al dato di fine 2010. Il contributo offerto dal nostro istituto alla crescita dell’economia siciliana, tuttavia, non può essere circoscritto al volume di credito erogato; questo infatti è solo uno dei modi attraverso cui ci impegniamo a “essere” banca del territorio”.
“La nostra realtà di piccole e medie imprese ha assorbito il colpo della crisi meglio delle grandi industrie, ma adesso c’è bisogno di una ricetta per la loro salvezza e poi per il loro rilancio. Non contributi o sussidi, ma riforme serie che riattivino il circuito dello sviluppo. La Sicilia ha bisogno di migliorare l’impiego delle risorse a disposizione, rendersi appetibile agli investimenti potenziando le infrastrutture, semplificare la burocrazia e snellire la macchina della giustizia civile”.
“Pur in un contesto di ripresa economica piuttosto difficoltosa ed incerta, ritengo si debba guardare al futuro con realismo, ma anche con del sano ottimismo. È evidente che la ripresa non sarà semplice: è necessario intervenire, con tagli, sulle inefficienze esistenti, evitando così interventi indiscriminati a discapito della qualità; si deve costruire una nuova consapevolezza del valore della legalità; si devono rilanciare i valori della cooperazione, mentre sono necessarie sempre più elevate capacità imprenditoriali e competenze professionali”.