Trasporto pubblico locale, mobilità per 400 dipendenti delle imprese - QdS

Trasporto pubblico locale, mobilità per 400 dipendenti delle imprese

Trasporto pubblico locale, mobilità per 400 dipendenti delle imprese

venerdì 04 Novembre 2011

Tagli in Finanziaria: Anav Sicilia, che raggruppa 80 aziende private, annuncia l’avvio delle procedure. Il Governo regionale ha decurato 56 mln sui 220 mln erogati nel 2010, pari al 20%

PALERMO – L’Anav Sicilia, l’associazione che riunisce le 80 aziende private del trasporto pubblico locale che contano 2 mila dipendenti, percorrono 70 milioni di chilometri l’anno con 1.800 autobus e trasportano centinaia di migliaia di passeggeri al giorno, si è vista costretta a comunicare ieri alle organizzazioni sindacali l’avvio delle procedure di mobilità regionale per circa 400 dipendenti, a seguito della decisione della Regione siciliana di prevedere nella Finanziaria che sarà esaminata dall’Ars (visti i tagli ai trasferimenti nazionali previsti dalle ultime leggi), un taglio lineare del 20% al corrispettivo erogato all’intero settore delle autolinee urbane ed extraurbane, dunque sia alle aziende private che a quelle pubbliche. Su 220 milioni di euro che la Regione spende per questo settore, la quota per le aziende private è di appena 70 milioni, che con il taglio diventeranno 56 milioni. 
Ma la differenza, come ha spiegato oggi il presidente di Anav Sicilia, Antonio Graffagnini, sta nel fatto che i tagli non colpiranno di fatto i servizi urbani ed extraurbani gestiti dalle aziende pubbliche, che, pur viaggiando con meno passeggeri, potranno poi usufruire di ricapitalizzazioni, ripianamenti di bilanci e contratti integrativi operati come di consueto dalla Regione e dai Comuni soci; mentre i tagli del 20% avranno pesanti conseguenze sulle corse effettuate dalle aziende private che con un’alta socialità svolgono servizi essenziali per studenti e pendolari, ma non hanno altre fonti di ricavo se non la vendita dei biglietti.
In dettaglio, saranno ridotte le corse autostradali a lunga percorrenza fra i capoluoghi di provincia e quelle che collegano i grandi centri; mentre saranno soppressi i collegamenti fra piccoli centri (una o due corse al giorno) effettuate ad esclusivo servizio di studenti, pendolari e familiari di persone ricoverate nei nosocomi dell’interno. In più, le 60 piccole aziende che svolgono esclusivamente quest’ultima categoria di collegamenti rischiano di fatto la chiusura.
Graffagnini, nel ricordare che ad ogni corsa soppressa corrisponde un autista in meno, ha sottolineato che “il taglio lineare è anomalo, è penalizzante nei confronti delle aziende private del trasporto pubblico locale e ha una pesante ricaduta sociale”.
 
Le aziende private che svolgono il servizio sulla base di un costo presunto stabilito dalla Regione nel 1997 in 1,80 euro a chilometro (mai aggiornato da allora nonostante l’aumento del prezzo del gasolio, del costo del lavoro e dell’acquisto di nuovi mezzi), ricevono dalla Regione un rimborso pari a 0,90 centesimi a chilometro (che scende a 0,70 centesimi per le tratte autostradali), ossia il corrispettivo più basso d’Italia. Dovendo coprire il resto dei costi reali solo col ricavato dei biglietti, le aziende private hanno investito per offrire un servizio moderno, efficiente e privo di sprechi, ottenendo un altissimo gradimento dai passeggeri. Ulteriori sacrifici non possono essere sopportati da un sistema che non può e non intende gravare sui passeggeri con aumenti del biglietto.
Di contro, la Regione riceve dallo Stato 120 milioni di euro per pagare il costo del trasporto ferroviario locale che percorre appena 10 milioni di chilometri l’anno portando certamente meno passeggeri: un corrispettivo di 12 euro a chilometro contro i 90 centesimi riconosciuti ai privati.
“L’Anav – ha riferito Graffagnini – dopo avere chiesto invano alla Regione di adeguare il nostro corrispettivo, ha anche subito la beffa di vedere dirottare sull’acquisto di nuovi treni i contributi destinati al rinnovo del parco autobus. Oggi proponiamo quanto meno di spendere meglio i soldi destinati al trasporto ferroviario, tagliando eventuali rami secchi e investendo parte del budget sulle infrastrutture delle tratte più redditizie per migliorarne la qualità. L’obiettivo è quello di offrire due buoni servizi al cittadino, ferroviario e gommato, che siano complementari e integrativi viste le diverse modalità di effettuazione”.

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