Credito al consumo e ‘revolving’ regole per evitare brutte sorprese - QdS

Credito al consumo e ‘revolving’ regole per evitare brutte sorprese

Franz Donati

Credito al consumo e ‘revolving’ regole per evitare brutte sorprese

venerdì 11 Novembre 2011

Sempre più usate nei centri commerciali: comportano spese aggiuntive

PALERMO – La diffusione delle cosiddette carte ‘revolving’ è negli ultimi tempi oggetto di attenzione crescente, per i seri rischi ai portafogli dei consumatori che derivano dal largo utilizzo di questi strumenti di pagamento, specie nel settore del web commerce e del consumo delle famiglie.
È frequente, infatti, che in molti centri commerciali ed ipermercati, siano resi disponibili al pubblico dei servizi di finanziamento di credito al consumo, che offrono la possibilità di compiere acquisti ‘senza contanti’, attraverso la sottoscrizione di contratti standard, e dietro rilascio di apposite carte di pagamento, che hanno tutto l’aspetto e la funzionalità delle comuni carte di credito.
Non deve però sfuggire al consumatore, che la sottoscrizione ‘per adesione’ dei moduli precompilati, offerti dal personale a ciò preposto in un contesto poco adatto ad un’adeguata ponderazione dei rischi e dei vantaggi, comporta la conclusione di un contratto in piena regola: le condizioni dei servizi così acquistati meritano dunque ulteriore approfondimento.
In primo luogo, è opportuno chiarire che le carte magnetiche in oggetto sono nella maggior parte dei casi, in realtà ‘carte di debito’, caratterizzate dalla funzione ‘revolving’: diversamente dalle comuni carte di credito, ogni volta che la carta revolving viene usata, l’importo dell’operazione di acquisto verrà pagato dalla società (o banca) emittente attraverso l’erogazione di un apposito finanziamento. Tale erogazione, viene addebitata al consumatore con l’aggiunta di spese e di interessi più alti di quelli mediamente praticati in operazioni di finanziamento ‘diretto’, nonché di spese di istruttoria ed altre voci aggiuntive, variabili secondo il tipo di modulo sottoscritto. Mentre con le comuni carte di credito il pagamento viene soltanto differito e poi saldato integralmente con una singola operazione contabile, per mezzo delle carte ‘revolving’ la Banca rateizza l’importo col meccanismo tipico delle operazioni di finanziamento (12, 24 mesi, etc…), accrescendo ogni rata per la frazione di interessi e di spese gravanti sull’importo totale. Risulta evidente, quindi, che ogni uso della carta genera un debito, per l’utilizzatore, che cresce gradualmente ben al di là dell’importo da egli stesso percepito all’atto dell’acquisto.
I consumatori sono dunque chiamati ad un’attenta pianificazione degli acquisti, effettuati con le carte revolving anche nel lungo periodo, controllando periodicamente la corretta imputazione delle rate e la composizione delle voci addebitate.        

Franz Donati
collegio dei professionisti di Veroconsumo

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