Prg, primo punto nell’agenda per il neo assessore Di Betta - QdS

Prg, primo punto nell’agenda per il neo assessore Di Betta

Rosario Battiato

Prg, primo punto nell’agenda per il neo assessore Di Betta

martedì 15 Novembre 2011

Il successore del dimissionario Gianmaria Sparma si presenta: parole di elogio per il Corpo forestale. “La definizione dei piani regolatori fondamentale per generare ricchezza”

PALERMO – Potrebbe essere la svolta per rilanciare una politica urbanistica che permetta di coniugare sviluppo e territorio.
Per una Sicilia sempre nelle mire di eventi franosi validare i Piani regolatori in sospeso dei Comuni isolani, che nella maggior parte dei casi non hanno strumenti con vincoli aggiornati, potrebbe essere una grande impresa.
Ci penserà il neo assessore regionale al Territorio e ambiente, Sebastiano Di Betta, successore di Gianmaria Sparma, che ha fissato la validazione dei piani regolatori generali come una  priorità della sua azione.
Appena arrivato in giunta, ma ha già le idee chiare. “In tempi ragionevolmente brevi – ha dichiarato Sebastiano Di Betta – ho intenzione di procedere alla validazione di tutti i piani regolatori generali poiché ritengo che la definizione degli aspetti urbanistici sia assolutamente fondamentale al fine di creare le pre-condizioni per generare ricchezza e produrre un minimo di Pil, coinvolgendo il mondo dell’impresa nella realizzazione di interventi strutturali”.
 
Una scelta precisa che faccia rientrare in gioco il tessuto produttivo dell’Isola in simbiosi con la necessità dei luoghi. L’urgenza di agire in effetti si percepisce da tempo. Già di base, in termini di strumenti urbanistici, la Regione patisce una legge urbanistica che risale al 1978, (L.R. 27 dicembre 1978). La gestione del territorio, visto che spesso i piani regolatori non esistono o risalgono a diversi decenni fa, è affidata alla logica della variante, che, ad esempio, ha contraddistinto la gestione urbanistica del comune di Catania, dove vige un piano regolatore che risale alla fine degli anni ‘60.
Ma in generale la stragrande maggioranza dei comuni isolani è in serio deficit. La tempistica sarà decisiva visto che spesso per l’approvazione di un piano urbanistico in Sicilia possono passare anche dieci anni.
Secondo un documento redatto dal Dipartimento Regionale dell’Urbanistica dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione siciliana su 390 comuni il 17,8% ha uno strumento urbanistico antecedente alle legge regionale del ‘78, mentre l’82,82% ha uno strumento urbanistico che discende dalla Legge 71 del ‘78. Secondo quanto presente nei dati regionali il 50% dei comuni è dotato di piani regolatori generali che dovrebbero essere assoggettati ad un nuovo percorso formativo in quanto non aggiornato al d.p.r. 327/01.
 
In conclusione, sempre secondo il rapporto stilato dai tecnici del dipartimento, ci sono il 18,72% dei comuni con piani che hanno vincoli vigenti, mentre l’81,28% dei comuni hanno i vincoli scaduti. Ma non ci sono soltanto i piani regolatori nell’agenda politica del nuovo assessore. Di Betta ha precisato la volontà di “guardare con grande interesse a tutto ciò che riguarda la gestione di riserve naturali e aree protette”.
I tempi di reazione sembrano particolarmente celeri. “Nei prossimi giorni – ha spiegato – verificheremo quali sono le risorse allocate e la tipologia di servizi che offrono ai visitatori”. Un occhio di riguardo, dato il momento, anche all’azione predisposta per fronteggiare il rischio idrogeologico. Parole di elogio per il Corpo forestale regionale, considerato “un fiore all’occhiello, non solo della Sicilia, per come sa svolgere i propri compiti per garantire sicurezza sul territorio”.

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