Dopo la Fiat la storia non cambia - QdS

Dopo la Fiat la storia non cambia

Rosario Battiato

Dopo la Fiat la storia non cambia

sabato 26 Novembre 2011

Le imprese che chiedono aiuto allo Stato drogano il mercato, ora i fondi servono a convincere Dr Motor. Lombardo promette a Termini investimenti che vanno oltre i 350 mln già decisi

PALERMO – Prendi i soldi e scappa: non è solo il titolo di un noto film di Woody Allen, ma anche una certa tendenza delle imprese italiane coccolate con i soldi pubblici.
Lo Stato spende annualmente 30 miliardi di euro per finanziare le imprese private. Gli esempi si sprecano, ma tanto per citare il caso più emblematico basta ricordare la Fiat che ha abbondantemente incassato fino a ieri e adesso ha improvvisamente deciso di “fare” la multinazionale. Il caso Termini Imerese è palese, perché riassume addirittura una doppia posizione di rendita avuta prima dalla Fiat per diversi anni e adesso già pronta e apparecchiata per la Dr Motor di Di Risio che, dicono gli addetti ai lavori, spera di poter sfruttare 178 milioni di euro di finanziamenti pubblici anche per risollevarsi da una situazione finanziaria che si è fatta più complicata negli ultimi anni.
Dopo un count-down lungo diversi mesi l’addio della Fiat è ormai realtà. Nei giorni scorsi è stato ribadito anche l’invito ad evitare che altri casi Fiat, tenuti in piedi da decenni di contributi statali, finiscano poi nel vuoto a causa di una scelta improvvisa e improrogabile dell’azienda. Gli incentivi promessi per la Dr Motor devono essere calibrati sull’impegno a fare sistema del gruppo molisano, che non può pensare di venire in Sicilia per risolvere i suoi problemi, visto che a fine 2009 era gravata da 74 milioni di euro di debiti.
“Serve uno scatto d’orgoglio, – ha spiegato Baldo Gucciardi, deputato questore e segretario Pd a Trapani –  dobbiamo fare tutti autocritica, fare un passo indietro ma alzare la testa. Il Parlamento della Sicilia reagisca di fronte al caso Fiat. Non serve fare una seduta e basta. Autoconvochiamoci a Roma, riuniamoci in modo permanente. Facciamo qualcosa di forte, di duro”. Il ragionamento di Gucciardi è semplice ed efficace: “Prendiamo in mano le nostre sorti, non le lasciamo alle aziende, alle imprese di Stato che ricevono finanziamenti pubblici e poi decidono di abbandonare il nostro territorio, i nostri lavoratori quando meglio credono”.
Non sarebbe la prima volta, almeno finché il sistema degli aiuti di Stato resterà tale. Se ne parla diffusamente da tempo e gli esempi sono manifesti: ci sono i contratti d’area che hanno convinto aziende settentrionali ad investire nel Sud giusto il tempo di esaurire i contributi a fondo perduto e le agevolazioni fiscali. Poi la solita fuga e tutto peggio di prima. Oppure il mondo delle imprese batte cassa sotto la minaccia, neanche tanto velata, di licenziamenti, per poi placarsi apparentemente solo una volta ottenuti i contributi. Risultato? I licenziamenti, se non la chiusura dell’intera azienda, sono solo rimandati.
Sono imprese che fanno male innanzitutto al mercato e alle aziende che, invece, agiscono correttamente cercando di fare sistema e di non drogare la libera concorrenza.
Intanto, la Regione per risolvere Termini si svena di nuovo, ma forse non è così che risolverà il problema dell’industria in Sicilia. “Abbiamo avviato un lavoro duro, – ha spiegato Raffale Lombardo, governatore siciliano – investendo come Regione 350 milioni”. Come se non bastasse questa prima tranche promessa, la Regione sta pensando di pompare altro denaro pubblico per evitare che salti la trattativa con Dr, ultima speranza di una cura che forse sarà soltanto l’ennesimo palliativo per l’area.
 


Passera convoca parti per chiudere l’accordo sulla mobilità incentivata
 
ROMA – Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera ha convocato per oggi, alle 10.00 Invitalia, l’advisor del ministero, e i sindacati metalmeccanici sullo stabilimento di Termini Imerese. Fiat, secondo alcune fonti, sarebbe disponibile a mettere risorse che mancavano per la mobilità incentivata. è, infatti, l’accompagnamento alla mobilità il nodo principale della trattativa per il passaggio dello stabilimento da Fiat alla molisana Dr Motor. Gli incentivi sono necessari per ridurre il bacino di dipendenti da riassumere: attualmente nel sito sono occupati 1566 lavoratori, mentre il patron della Dr, Massimo Di Risio, sarebbe disposto a prendere in tutto 1.312 dipendenti. Inoltre, c’è l’indotto da garantire, circa 350 lavoratori.
Per ridurre il bacino dei dipendenti da ‘trasferire’ da Fiat a Dr si farebbe, quindi, ricorso alla mobilità incentivata verso la pensione. Uno strumento che, però, avrebbe dei costi finora considerati dal Lingotto troppo alti. Per i sindacati, infatti, i lavoratori in possesso dei requisiti per andare in pensione nei prossimi sei anni, quelli coperti dagli ammortizzatori sociali sono circa 650, e per ognuno l’incentivo comporterebbe un esborso di più di 30 mila euro. La cifra che risulta è di oltre 20 mln, che sarebbe superiore a quella che era stata fissata da Fiat.

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