Guide turistiche bloccate dalla Regione - QdS

Guide turistiche bloccate dalla Regione

Michele Giuliano

Guide turistiche bloccate dalla Regione

mercoledì 30 Novembre 2011

Un albo che non si rinnova dal 2000 perché non vengono indette sessioni d’esame e una legge che limita il raggio d’azione. Una recente sentenza del Tribunale di Palermo consente alle guide di esercitare senza limiti territoriali

PALERMO – Un albo che non si rinnova dal 2000 perché non vengono indette le sessioni d’esame. Una legge che per 7 lunghi anni è rimasta praticamente lettera morta. Un decreto di recente emanazione che già è bello è superato in alcune parti.
L’assessorato regionale al Turismo continua ad andare a vuoto quando si tratta di toccare lo spinoso problema delle guide turistiche. Tutto questo non fa altro che alimentare dissapori e soprattutto la crescita dell’abusivismo. E quando finalmente l’assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida, ha deciso di svegliarsi e di dare un cambio di rotta, ecco che puntuale è arrivata una novità giudiziaria che finisce per smentire l’ultimo decreto emanato, quello del 10 agosto del 2011, che “liberalizza” la figura della guida abbattendo il suo limite d’azione che era di carattere provinciale.
L’articolo 10 infatti stabilisce che “le guide abilitate ed iscritte all’albo regionale potranno esercitare in modo occasionale e temporaneo la loro professione al di fuori degli ambiti territoriali di iscrizione previa comunicazione all’assessorato regionale al Turismo”.
Il tribunale di Palermo però recentemente si è pronunciato con una sentenza di 2° grado. A portare avanti questa battaglia è stata Aeroviaggi Sicilia che ha raccolto le istanze delle guide turistiche siciliane per affermare il diritto della guida turistica siciliana ad espletare la propria attività professionale in tutta la regione siciliana e non soltanto all’interno di alcune province: “Frutto della battaglia civile – dice Aeroviaggi – è la recente sentenza del tribunale di Palermo che sancisce che l’esercizio della professione di guida turistica non può essere limitato ad un ristretto ambito territoriale e condanna l’assessorato regionale al Turismo”.
In un sol colpo viene quindi bacchettata per ben due volte la Regione: prima per avere emanato una legge, la numero 8 del 2004, con la quale si stabilivano gli ambiti provinciali entro i quali una guida doveva lavorare (quindi se abilitata a Palermo non poteva esercitare a Catania, per fare un esempio); e ancora per avere emanato recentemente il decreto con il quale invece si imponeva la richiesta di un’autorizzazione alla guida per potere operare fuori dalla propria provincia. Ovviamente quanto enunciato dal tribunale palermitano cancella questo “obbligo” della comunicazione, allineando quindi la Sicilia all’Unione Europea in materia per quel che riguarda la guida “in libertà di professione”, cioè quella guida che dall’estero accompagna la guida in Sicilia e torna nel suo paese.
“Certamente questa parte del decreto – dice Saverio Panzica, dirigente del settore Strutture ricettive dell’assessorato regionale al Turismo – è stato superato da questa sentenza del 4 ottobre del Tribunale di Palermo”. E comunque il nuovo decreto dell’assessore Tranchida non fa intravedere immediate soluzioni per quel che riguarda l’abilitazione di nuove guide turistiche: “Oggi è stato pubblicato solo il primo decreto che è indicativo – precisa Panzica – ma ne dovranno essere emanati altri che dovranno prevedere copertura finanziaria per costituire la commissione d’esame per l’abilitazione a diventare guida turistica. Oppure se si vuole diventare accompagnare turistico si dovrà fare un corso professionale ed anche in questo caso serviranno fondi per individuare chi dovrà formare queste figure”.
Ad oggi nell’Isola sono iscritte all’albo regionale 1.229 guide turistiche e si tratta di coloro i quali hanno preso il cosiddetto patentino prima dell’entrata in vigore della legge 8 del 2004. L’ultima "infornata" di guide abilitate risale ad oltre un decennio fa (’99-2000) quando, in base al Regio decreto 448 del 1937, si è fatto l’ultimo concorso. Tutto ciò sta scatenando un problema di guide turistiche abusive: “Con un tale vuoto politico – commenta Giuseppe Cassarà, presidente nazionale onorario della Fiavet, la federazione di imprese, viaggi e  turismo – riteniamo fondamentale individuare percorsi possibili verso il ripristino della legalità e contro l’abusivismo insieme ad una ridefinizione di ruoli e funzioni”.
 

 
Obiettivo prioritario debellare l’abusivismo
 
Negli anni la mancata indizione degli esami per l’abilitazione delle guide turistiche ha portato ad una situazione attuale davvero deprimente in Sicilia. Esiste infatti un evidente sottodimensionamento delle persone qualificate. All’albo regionale risultano iscritte nell’Isola 1.229 guide abilitate, in media una ogni 21 chilometri quadrati (o, se vogliamo, 0,04 per chilometro quadrato). In Toscana ci surclassano nettamente: ce ne sono 1.680 per una media di una guida ogni 13,7 chilometri quadrati (0,07 per chilometro quadrato). E questo solo per fare un esempio lampante. Il giro d’affari non è mica male per la guida abusiva: secondo le organizzazioni di categoria l’incidenza dell’abusivismo si aggira sul 30 per cento e vengono richiesti tra le 50 e le 70 euro per guidare un gruppo nutrito di turisti, cioè la metà di quanto invece viene corrisposto secondo tariffario alle guide autorizzate per girare con gruppi non oltre le 50 unità. Dalla provincia di Ragusa, territorio ad enorme espansione turistica come confermano anche i dati degli ultimi anni, arrivano le maggiori preoccupazioni: “Teoricamente – denuncia Giovanni De Luca, presidente FederAgit di Ragusa – solo chi ha l’apposito tesserino rilasciato dalla Regione può esercitare il ruolo di guida turistica. C’è una difficoltà di controlli per carenza di personale, noi continuiamo a sollecitare i controlli anche per garantire la qualità delle informazioni ai turisti che magari, se adeguatamente guidati, possono anche ritornare sul territorio, creando quindi quei presupposti di riscontro economico per un intero indotto dell’hinterland che si ritroverebbe certamente a che fare con un maggior numero di visitatori”.
 

 
Regione siciliana poco convinta della sentenza emessa
 
Dall’assessorato regionale al Turismo c’è molto scetticismo attorno alla sentenza appena emanata dal tribunale di Palermo riguardo alle guide turistiche. Ad esternare tutte le sue perplessità il dirigente generale del Dipartimento Lavoro, Marco Salerno: “I magistrati alle volte – dice – emanano delle sentenze che sono abbastanza fantasiose, come in questo caso. In questo modo creano anche un nuovo diritto. Ma c’è una sentenza e questa va rispettata e noi, da dirigenti, la applicheremo. Ma vi dico già in anticipo che su questa sentenza ci sarà ancora molto da discutere. In particolare parlo soprattutto per la sfera che riguarda l’occasionalità dello svolgimento della professione di guida turistica, come riportato nella sentenza. Ora io mi chiedo: come si farà a stabilire cosa si intende per occasionalità? E’ ovvio che in merito c’è bisogno di dare chiarezza ed emanare delle ben precise normative”.
Poi lo stesso dirigente apre il capitolo riguardante ai decreti appena emessi dall’assessore Tranchida che potrebbe finalmente riaprire la strada a quelle guide che vorrebbero essere inserite all’interno dell’albo, e quindi abilitarsi.
L’ostacolo più grande resta senza dubbio la copertura finanziaria per la formazione dei corsi ma Salerno dà delle importanti anticipazioni in merito: “Per il momento non posso dire molto anche perché la cosa si deve formalizzare. Anzitutto in bilancio abbiamo qualcosina nell’apposito capitolo: ci sono 10 mila euro. Sappiamo benissimo che sono pochi, ma è già un punto di partenza. Posso anticipare semplicemente che sono in contatto costantemente con il mondo formativo e siamo ad un importante punto di svolta. Ho chiesto se c’era la loro disponibilità a realizzare corsi a titolo gratuito e mi è stata data la massima disponibilità. In questo modo l’ostacolo più grande, e cioè la parte finanziaria, sarebbe del tutto superato”.

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