Sanità, cambia l’esenzione ticket - QdS

Sanità, cambia l’esenzione ticket

Giovanna Naccari

Sanità, cambia l’esenzione ticket

martedì 06 Dicembre 2011

De Benedictis, vicepres. Pd all’Ars: “Non perdere i fondi, e studiare subito la compartecipazione”. Abbassamento del numero dei cittadini esenti da 1,6 mln a 1,1 mln

Palermo – Oggi le commissioni Bilancio e Servizi sociali dell’Ars esaminano le norme che cambiano il criterio di partecipazione dei cittadini al costo delle prescrizioni sanitarie, in sintesi l’esenzione del ticket. Il disegno di legge è proposto dall’assessore alla Salute Massimo Russo, secondo direttive nazionali. La commissione Servizi sociali lo aveva approvato due settimane fa a maggioranza con l’astensione di Vincenzo Vinciullo (gruppo misto), ma il presidente Giuseppe Laccoto ha chiesto un approfondimento.  
Se il Parlamento non dovesse approvare la legge entro l’anno, così ha detto Russo in commissione, la Regione perderebbe 96 milioni di euro. 
L’attenzione ruota attorno al calcolo per l’esenzione. La Sicilia deve adottare, cosi come fanno le altre regioni, il modello che tiene conto del reddito Irpef. Verrebbe così cancellato l’attuale sistema basato sul modello Isee. La modifica abbasserebbe i cittadini esenti da 1,6 milioni a 1,1 milioni con un taglio di poco più del 30 per cento. In commissione Servizi sociali Paolo Colianni (Mpa) ha sollecitato l’approvazione del testo per affrontare successivamente il metodo dell’esenzione. E Vincenzo Vinciullo ha chiesto al governo di pensare anche alle fasce più deboli.
“Favorevole” al ddl Russo è Nunzio Cappadona, capogruppo di Alleati per la Sicilia. “Innovare il sistema di calcolo delle esenzioni – afferma – rappresenta un ottimo punto di partenza per dettare regole certe, che mettano in condizione i cittadini di accedere alle prestazioni sanitarie attraverso un equo pagamento”. Ma aggiunge: “Mi chiedo però se non sia giusto rivedere contestualmente i criteri sulle esenzioni delle patologie, relegando anche queste al reddito e prevedere criteri di equità e trasparenza con un riconoscimento incisivo nel calcolo delle esenzioni, a tutela dei nuclei familiari, tenendo conto di particolari situazioni di bisogno”.
Ma cosa accadrebbe se la Regione dovesse tenere l’Isee? Spiega Roberto De Benedictis (Pd), componente di Servizi sociali e vicepresidente Pd all’Ars: “Il maggior costo che comporterebbe la decisione di non aderire al calcolo Irpef, 96 milioni di euro, non verrebbe assunto dal servizio sanitario nazionale, ma andrebbe a carico dei fondi del bilancio regionale”. E aggiunge: “Sono convinto che l’Isee sia un indicatore più giusto, ma sostenere che si adotti solo questo metodo, e per di più con il maggior costo di 96 milioni, è una scelta che oggettivamente va a caricarsi su tutti i cittadini, sia esenti sia non esenti. Infatti la fiscalità generale la pagherebbero tutti, senza distinzione”.
In commissione si cerca di non perdere i fondi e di andare incontro alle fasce deboli.  “L’idea – continua il parlamentare – è quella di adottare il sistema di calcolo Irpef e di studiare subito le articolazioni delle fasce di esenzione. Per esempio, crediamo che la compartecipazione al costo debba tenere conto non soltanto del carico a cui è soggetto l’assistito per la malattia cronica, ma anche della capacità di spesa. Inoltre, stiamo valutando la possibilità di un minimo di costo per ricetta di 50 centesimi, applicabile anche alle fasce di reddito basso”.
Sottolinea De Benedictis: “Oggi noi stimiamo la differenza di cittadini esenti tra il metodo Isee e quello Irpef in circa 500 mila soggetti. Ma ci sono elementi per supporre che gli esenti, pari a 1,6 milioni, oggi non lo siano in base all’applicazione del metodo, ma per il suo abuso. è possibile che un’applicazione legalmente corretta porti già all’esclusione del 30 per cento di cittadini esenti. A riguardo, l’assessorato alla Salute ha firmato una convenzione con la Guardia di Finanza per verificare la corretta applicazione del metodo Isee, ma gli stessi agenti hanno risposto, così ha riferito l’assessore, che i controlli risultano difficili”.

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