Fondi Ue: spendere per evitare disimpegno - QdS

Fondi Ue: spendere per evitare disimpegno

Gabriele Ruggieri

Fondi Ue: spendere per evitare disimpegno

martedì 06 Dicembre 2011

Forum con Felice Bonanno, dirigente generale dipartimento Programmazione

Siamo alla fine del 2011, il che significa scadenze nell’impiego dei fondi europei, come si sta muovendo il Dipartimento?
“Il 2011 è stato un anno importante per la programmazione comunitaria. Abbiamo approvato nel comitato di sorveglianza dell’aprile scorso una serie di misure e di azioni per accelerare la spesa e contemporaneamente evitare il disimpegno automatico dei fondi relativi all’intero importo del programma dell’annualità 2009, che decorre al 31 dicembre 2011. Il disimpegno è il peggio che possa accadere, in quanto, perdere i fondi messi a disposizione dall’Europa è ancor peggio che spenderli male. Il grosso delle azioni messe in piedi riguarda l’accelerazione delle procedure tramite l’accorpamento delle linee di intervento, che sono state quasi dimezzate. Le postazioni finanziarie nei vari dipartimenti ora le facciamo direttamente sugli 80 obiettivi operativi piuttosto che sulle linee operative e questo da una maggiore flessibilità al programma. Una sorta di rimodulazione di metà periodo, fortemente voluta per dare ossigeno ad un programma in difficoltà. La seconda misura semplificazione riguarda l’istituzione di tavoli bilaterali con gli altri dipartimenti per chiedere loro l’accelerazione delle procedure per mettere in campo tutti quei bandi ancora in stand by, un’attività di cui sono molto soddisfatto in quanto il programma ad oggi è quasi tutto attivato”.
Quanti fondi del tanto chiacchierato Po 2007/13 sono stati effettivamente impegnati e pagati?
“Il nostro target iniziale era di 1 miliardo e 430 milioni di euro, di questi, 510 milioni circa sono stati spesi al 31 dicembre dello scorso anno, mentre dei restanti  930, 350 milioni serviranno per i quattro grandi progetti riguardanti Interporto di Termini Imerese, centro sperimentale oncologico di Catania, completamento del collegamento veloce tra Agrigento e Caltanissetta ed ampliamento della banda larga. Abbiamo inoltre 130 milioni già spesi sul nodo di Palermo anche se non ancora certificati ed ulteriori spese sono in corso nei vari dipartimenti. Nell’analisi fatta ad ottobre insieme alla Commissione, abbiamo notato che alcuni tassi tiravano inevitabilmente più di altri, abbiamo quindi proposto alla Commissione, che ha accettato, una modifica dei tassi di partecipazione che ci consenta di aumentare la percentuale di fondi Fesr da impegnare. Grazie a questa modifica noi, risolviamo due problemi, da un lato evitiamo il disimpegno dei fondi europei, e dall’altro non incappiamo nella tenaglia del patto di stabilità. È una soluzione semplice ma efficace, tanto che poi molte regioni si sono accodate seguendo il nostro esempio”.
Come cambia la programmazione in virtù del Piano di Azione e Coesione?
“Per effetto della crisi lo Stato aveva imposto di rivedere i programmi per ridurre le proprie spese. Il Piano prevede prevalentemente la rimodulazione dei programmi su quattro linee di intervento: istruzione, occupazione, digital divide ed infrastrutture ad alta tecnologia ed in particolare reti ferroviarie. Noi abbiamo già in programma la banda larga, siamo a buon punto riguardo l’istruzione grazie all’accordo stipulato con il Miur per sopperire con i nostri fondi all’overbooking del Pon, e finanziare noi le scuole siciliane. Non entrando nel merito dell’occupazione, appannaggio del Fondo sociale, l’unico punto sul quale restano da fare delle riflessioni è quello delle infrastrutture ferroviarie. In questo senso abbiamo deciso di sposare l’ipotesi più economica, che consenta di collegare Palermo e Catania in appena due ore di percorrenza ed una spesa di circa un miliardo e 800 mila euro, una spera importante in parte reperibili dal vecchio Fas, e per cui stiamo ancora facendo diverse riflessioni tecniche”.
Cosa ne è stato del miliardo e 200 milioni sbloccato dal Cipe questa estate?
“Sono risorse, queste, che si inseriscono al di fuori del programma e che riguardano infrastrutture come la Nord Sud, altre tratte ferroviarie, ed in parte per il completamento di opere in programma, come la linea ferroviaria Agrigento-Palermo”.
 


Interporto di Termini Imerese: “Attendiamo una risoluzione della questione da parte europea”

Ci può spiegare la curiosa questione che rischia di compromettere gli sforzi profusi per la realizzazione dell’Interporto di Termini Imerese?
“La spada di Damocle che pesa sull’interporto di Termini Imerese è la stessa che pesa su tutte le strutture logistiche europee. La tematica, infatti, è scoppiata a Bruxelles in seguito alla creazione di un aeroporto commerciale finanziato con fondi strutturali in Lettonia, che come la Sicilia beneficia di questo tipo di sovvenzionamenti, usato esclusivamente dalla Dhl. Questo ha scatenato le reazioni delle altre imprese di trasporti, che hanno fatto ricorso al Consiglio di Giustizia Europea, perché, anche se la Dhl ha vinto un regolare bando, questo l’ha posta in una posizione di mercato dominante rispetto alle altre, creando le condizioni per denunciare un regime di aiuto. In seguito a ciò, tutte le infrastrutture pubbliche di trasporto che agevolano un privato, anche se si tratta di un’azienda a compartecipazione pubblica, indipendentemente da come venga finanziata l’impresa, incorrono nel rischio di essere bloccate per violazione del regime di concorrenza perfetta. Per questo, così come è stato per l’interporto di Augusta, anche per quello di Termini Imerese rimaniamo col fiato sospeso in attesa di una risoluzione della questione, in quanto anche l’interporto di Termini è previsto che venga dato in concessione a privati. Si tratta di un problema che coinvolge la totalità delle strutture logistiche, non solo quelle commerciali, per questo è fondamentale che venga trovata una soluzione quanto prima possibile”.
 


Ci sono 4 grandi progetti per 350 mln complessivi

Cosa prevede per i prossimi anni il programma? Come saranno impegnati i fondi del Po?
“La prima cosa che abbiamo concordato con la Commissione Europea, nell’ottica della semplificazione della concentrazione della spesa, che contraddistingue il nostro operato in questi ultimi tempi, riguarda l’introduzione di quattro nuovi grandi progetti. L’introduzione di un grande progetto in un programma ha diversi lati positivi, che aumentano se questo progetto è già in corso con altri fondi. Il primo lato positivo è che un grande progetto prende la somma che lo riguarda e lo mette fuori dalla regola n+2. Altro vantaggio è che un’opera del genere consente di concentrare la spesa, in quanto, piuttosto che avere mille rivoli, fare bandi e quant’altro, ci si deve concentrare solo sul fare una gara d’appalto, a meno che questo non sia già avviato, in questo caso subentra un ulteriore vantaggio, quello di poter già da subito rendicontare delle spese. I quattro progetti in questione sono l’interporto di Termini Imerese, un centro oncologico di cura e di ricerca per il cancro alla gola, il secondo in Italia, che nascerebbe all’interno dell’Asp di Catania, il completamento del collegamento veloce tra Agrigento e Caltanissetta, progetto quest’ultimo che ridurrebbe la percorrenza tra i due capoluoghi a circa mezz’ora e che è stato già attivato grazie a fondi Fas precedenti per oltre 100 milioni spesi in lavori già realizzati e quindi rendicontabili, ed in ultimo l’estensione della banda larga alla maggior parte dei comuni siciliani, anche ai piccoli centri ed anche per questo progetto c’era già un primo stanziamento di Fas. Dei 930 milioni di euro da spendere entro la fine dell’anno, questi quattro progetti vanno ad impegnarne ben 350”.
 

 
Curriculum
 
Nato ad Alcamo l’11 settembre 1953, Felice Bonanno si laurea in Architettura presso l’università di Palermo. Nel 1977 entra per la prima volta in Regione siciliana come esperto della programmazione delle aree interne. Successivamente si occuperà di pianificazione territoriale ed in seguito di valutazione degli investimenti pubblici e programmazione ed attivazione dei programmi comunitari. Attualmente ricopre il ruolo di dirigente generale del dipartimento Programmazione dell’assessorato alla Presidenza, sempre, presso la Regione siciliana.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017