Formazione, riforma vitale per la Regione - QdS

Formazione, riforma vitale per la Regione

Francesco Sanfilippo

Formazione, riforma vitale per la Regione

giovedì 08 Dicembre 2011

Forum con Mario Centorrino, assessore Istruzione e formazione professionale

A che punto è la riforma della formazione professionale?
“La riforma della formazione professionale si sta sviluppando così com’era stata immaginata. Il problema che si è presentato è stato di aver trovato 8 mila addetti stabili alla formazione. Questi sono il risultato di una gestione che ha determinato un numero di addetti sproporzionato. La formazione, infatti, è un’attività che richiede flessibilità e la globalizzazione impone un’attività di continuo aggiornamento che non è cristallizzato così com’è stato trovato in Sicilia. Un altro aspetto è che la classe politica ha alimentato in queste persone l’idea che fossero dipendenti della Regione, per cui avevano diritto ad una piena contiguità dello stipendio, ad una serie di adeguamenti e ad una stabilità informale. L’inconveniente di questo sistema è che 8 mila lavoratori costituiscono un numero molto pesante da sostenere, soprattutto se si vogliono introdurre degli elementi dinamici nella formazione. Non si possono fare gli stessi corsi, poiché il mondo cambia ed emergono nuove esigenze”.
Quali altre criticità sono emerse?
“Un’altra criticità è stata quella che questo personale era stipendiato interamente dalla spesa regionale con una quota molto onerosa, poiché si spendevano 500 milioni di euro. Non si può dire se queste somme fossero spese male o bene, anche perché vi sono state degli aspetti positivi come la nascita di nicchie di qualità. Tuttavia, esistono delle competenze che spettano allo Stato e altre alla Regione e la formazione rientra tra queste ultime. Il costo di 500 milioni di euro per la formazione era un peso che la Regione non poteva più sostenere alla luce dell’attuale politica dei tagli intrapresa dal nostro Paese. Un’altra criticità derivava dall’assenza di un meccanismo assistenziale, per cui nessuno poteva andare in mobilità. Inoltre, ogni ente era pagato secondo un parametro differenziato per cui a un ente si corrispondeva una certa somma, mentre ad un altro era dato un importo diverso. Ciò ha provocato grandissimi squilibri”.
Chi ha voluto questo parametro di differenziazione?
“Questo parametro è nato, probabilmente, da compromessi e da aggiustamenti che hanno alimentato le spese. Così, è stato introdotto il parametro unico che ha provocato resistenze, ma che è stato necessario. Infatti, l’ente che aveva un parametro inferiore, riceveva meno e chiedeva un supplemento alla fine dell’anno che era concesso immediatamente. Quest’irrazionalità amministrativa non prevedeva la previsione della spesa e stabiliva un consuntivo sulla base della previsione senza un controllo di gestione. Oltre a tutto, i lavoratori non hanno capito che ricevevano le retribuzioni senza che fosse presentato il Durc, il Documento unico di regolarità contributiva. Perciò, si è imposta la presentazione del Durc, cosa che ha creato difficoltà agli enti, ma si è data una sicurezza ai lavoratori che, fino ad ora, erano privi di copertura previdenziale. Inoltre, si è introdotta la cassa integrazione in deroga, ottenendo un finanziamento per sostenerla. Si è realizzato, così, un fondo di garanzia, per cui il lavoratore in cassa integrazione riceverà un supplemento che lo avvicini al salario percepito in precedenza”.
Se la formazione professionale è un peso notevole per le esauste casse regionali, come si finanzierà?
“Si è convenuto, nonostante le resistenze, che la formazione professionale non poteva più gravare sul bilancio regionale. Del resto, la Corte dei Conti aveva criticato questa spesa sulla quale non avvenivano controlli riguardo al conseguimento dei risultati. Perciò, tale spesa è stata considerata impropria e si è intervenuti, grazie anche a un nuovo dirigente generale che ha cambiato la struttura amministrativa dell’assessorato, facendo finanziare la formazione professionale dal fondo sociale europeo. Ciò significa che non si finanzieranno più i singoli lavoratori, ma si sosterranno i progetti al cui interno, chi lo coordina, dovrà retribuire i lavoratori, determinando il numero dei docenti di cui ha bisogno e quanto stipendiarli”.
 


Corsi legati al mercato, saranno attivati in base alle richieste di personale delle imprese

Esistono già dei corsi legati alle richieste delle imprese?
“Un esempio è dato dalla futura realizzazione di due corsi, in collaborazione con l’assessorato alla Sanità per formare figure richieste dal mercato. Uno riguarderà la preparazione di manager del trauma, cioè psicologi che stanno nel pronto soccorso o nelle sale di rianimazioni per assistere i pazienti e i loro familiari. Il secondo concernerà la preparazione di figure Oss, operatori socio-sanitari, che si pone sotto l’infermiere e che lo coadiuva, occupandosi di compiti complementari che lo stesso infermiere non svolge più. Tra poco saranno emanati dei concorsi per assumere queste figure e l’assessorato li sta formando gratuitamente, mentre finora questo era un campo occupato dalle società private che si facevano pagare 3 mila euro a corso. Il concorso prevederà 4 mila posti per poi assumere 2.600 operatori”.
Saranno attivati anche altre tipologie di corsi?
“Sì, perché gli enti che faranno corsi a numero aperto, che si baseranno su 4 assi, l’energia rinnovabile, l’agro-alimentare, la filiera dell’agro-alimentare e rifiuti, avranno una premialità. Questa è un’azione epocale, perché è stato aperto al mercato un’area chiusa da 226 imprese, per cui potranno partecipare anche enti di formazione esterni”.
Non avete pensato di retribuire gli enti di formazione in base al numero di assunzioni degli allievi che realizzerebbero?
“Questo rientra nel giudizio di qualità, per cui il numero degli assunti differenziati nel tempo e nel luogo, sarà uno dei punti fondanti insieme al riferimento del titolo”.
 


Saranno introdotti rigidi parametri sulla qualità

S’istaurerà una razionalizzazione delle figure, puntando su quelle effettivamente richieste dal mercato?
“Con questo progetto è adottato il principio del costo standard europeo, per cui chi lavora riceverà quanto previsto per il corso, non un soldo di più. Una seconda azione riguarda la retribuzione completa del progetto che non è più fatta in conformità alla legittimità amministrativa seguita, ma sulla qualità del progetto stesso secondo un parametro qualitativo prestabilito”.
In cosa consiste questo parametro qualitativo?
“Il parametro si baserà su quanti studenti seguiranno un corso fino alla fine, mentre questo tipo di controllo non esisteva. Se gli allievi non riusciranno a restare fino alla fine, vorrà dire che quel progetto non sarà stato di qualità, venendo a mancare l’elemento di qualità principale e il finanziamento sarà revocato. La terza azione ha visto l’apertura di un bando per la scelta di una società di audit, un ente ispettivo, che verifichi se i criteri di accreditamento degli enti di formazione sono ancora validi, oppure sono venuti meno nel corso del tempo. Non esisteranno più enti fantasma, per cui questa società farà un controllo a tappeto. Invece, per adeguare la formazione alle esigenze del mercato, è stato inserito un criterio di qualità. In realtà, la formazione professionale che i corsi realizzano, non creerà mai figure così specializzate come richiesto dalle aziende. Queste, però, hanno un fondo specifico che si occupa della formazione del personale secondo le esigenze delle aziende stesse. Oggi, è possibile che le imprese si riuniscano e chiedano all’assessorato un corso che possa essere basato sulle loro specifiche richieste, soddisfacendo così le richieste”.
 

 
Curriculum
 
Mario Centorrino è nato nel 1942 ed è ordinario di Politica economica all’Università di Messina. È stato commissario straordinario dell’Ircac, mentre è stato consulente del ministero dell’Interno, della Confcommercio e della Commissione parlamentare antimafia. È stato consulente economico del presidente della Regione siciliana nel 1998. È stato membro dell’Osservatorio socio-economico sulla criminalità organizzata presso il Cnel dal 1999 al 2001. Ricopre la carica di assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale dal settembre 2010.

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