Ast, un’azienda in continua agonia - QdS

Ast, un’azienda in continua agonia

Rosario Battiato

Ast, un’azienda in continua agonia

sabato 10 Dicembre 2011

18 milioni di debiti da versare ai 1.200 dipendenti, fornitori non pagati. Soluzione? Inserire i capitali privati nell’azienda. Benigno: “La cosa più grave è che ancora vengono messi in atto sprechi gravando sui conti in rosso”

PALERMO – C’è un malato moribondo al capezzale della Regione. Si tratta di un lungodegente che è riuscito a sopravvivere nel corso degli anni solo grazie all’ossigeno della munifica mamma palermitana.
Adesso che il latte un tempo fluente dei conti pubblici regionali è finito nell’ormai consueto vortice della crisi, i nodi stanno venendo al pettine. I sindacati lanciano l’allarme per un’azienda che assomma gli sprechi standard dei baracconi pubblici isolani vecchia maniera ad un servizio scadente e alla disaffezione dell’utenza. Nel mirino dell’azienda ci sono 34 milioni di euro di credito vantati nei confronti della Regione e 18 milioni di euro di debiti da versare ai dipendenti. Ma vediamo nel dettaglio perché la prognosi del paziente va sciolta e l’esito è segnato.
L’appello per uscire dalla crisi aziendale, che ormai si trascina da mesi, arriva dalla Fit-Cisl che ha raccolto i dati che riguardano i debiti verso i 1.200 dipendenti a cui devono essere pagati gli stipendi di novembre, dicembre e tredicesima. Poi c’è il dramma dei fornitori: senza pagamenti in molti hanno deciso di non erogare più carburante e il risultato, già denunciato nei mesi scorsi, è una catena ininterrotta di crisi finanziaria. Secondo fonti dell’Azienda ci sono circa cento pullman fermi per mancata manutenzione, mentre sarebbero pari ad almeno 2 milioni di euro le fatture non pagate da parte delle amministrazioni per un servizio di trasporto che rischia di bloccarsi.
Preoccupa inoltre anche il parco bus visto che, denunciano dal sindacato, la maggior parte delle vetture è obsoleta. Ma c’è dell’altro. “L’Ast è un azienda sull’orlo del fallimento e la cosa ancor più grave è che nonostante le critiche condizioni economiche, in alcune sedi vengono messi in atto sprechi che gravano sui conti già in rosso”, ha sottolineato il segretario della Fit Cisl Sicilia Amedeo Benigno. La sua posizione è stata ribadita in una lettera inviata alla procura di Palermo, dove ha denunciato gli sprechi nella gestione dell’Azienda in sedi come Trapani e Siracusa. Nel testo il sindacato denuncia l’uso di auto aziendali per scopi privati, mentre ai dipendenti viene abolito lo straordinario.
La soluzione? Il Qds la propone da tempo, e adesso anche i sindacati sembrano orientarsi verso questa direzione: inserire i capitali privati nell’azienda. L’idea complessiva è di riorganizzare l’azienda proponendo una gestione manageriale, e non assistenziale com’è stata fino ad oggi, per lanciare un’operazione di risanamento finanziario e strutturale. Si tratta di avere un piano industriale, che sia un piano, perché il sistema dei trasporti nell’Isola si sta lentamente affievolendo.
Da mesi denunciamo la smobilitazione delle Ferrovie dall’Isola, e non si può pensare che l’ok dell’Ue per il Corridoio 1 Berlino-Palermo possa essere la panacea per tutti i mali infrastrutturali della Sicilia.
I primi effetti sono già evidenti: nei giorni scorsi a Ragusa l’Ast ha finito il credito concesso dalla Regione siciliana per la fornitura di gasolio per autotrazione. Nello Di Pasquale, sindaco del comune capoluogo ibleo, ha accusato la politica regionale di fallimento su tutta la linea.

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