Ferrovia, speranze dopo gli ultimi tagli - QdS

Ferrovia, speranze dopo gli ultimi tagli

Rosario Battiato

Ferrovia, speranze dopo gli ultimi tagli

venerdì 16 Dicembre 2011

Mentre in Toscana arrivano i Regiostar per agevolare i pendolari, in Sicilia è purtroppo un altro mondo. Ieri l’ennesima promessa. Fondi strutturali e Piano di coesione, annunciato un generico potenziamento tra Palermo e Catania

PALERMO – Gli annunci si mantengono sempre, almeno quando si tratta di dismissioni. Così la conferma dei tagli dei treni a lunga percorrenza dalla Sicilia verso lo Stivale è solo una formalità che, però, ha trovato sul campo la risposta battagliera dei sindacati. La risposta del ministro, in audizione al Parlamento, è parsa insoddisfacente, ma l’intesa firmata ieri tra Governo e Regioni sull’utilizzo dei fondi strutturali europei apre a nuove speranze per il futuro delle ferrovie isolane. Intanto in Toscana si pensa in grande: la regione del presidente Enrico Rossi ha battezzato nei giorni scorsi i due Regiostar realizzati con materiale ‘Vivalto’ (carrozze a due piani) per abbattere il sovraffollamento sugli altri treni pendolari.
La soluzione al problema del trasporto ferroviario appare ormai legata ad una privatizzazione più che necessaria, così come ha confermato anche Aurelio Misiti, deputato del Gruppo Misto ed ex viceministro ai Trasporti. Dal suo blog Misiti propone lo smantellamento della holding Fs dividendo Trenitalia SpA da RFI SpA, privatizzando la prima e fondendo la seconda in una Agenzia del trasporto ferroviario con la corrispondente direzione generale del MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti), a cui va affidato il controllo e vanno unificate altresì in una ‘FS Servizi’ Italfer e le altre partecipate. Non ha convinto neanche il discorso di Passera durante l’audizione in Parlamento. Sempre secondo Misiti le risposte del titolare delle Infrastrutture sembrano “scritte nell’ufficio dell’amministratore delegato” per la forma quasi giustificazionista assunta nei confronti delle scelte del management di Fs che “isolano la Calabria e la Sicilia dal resto del Paese”. Il ministro ha parlato genericamente di politiche di coesione, ma di non poter incidere sulle politiche aziendali del gruppo delle ferrovie.
Arrivano anche le buone notizie: il governo e le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia hanno raggiunto un accordo, secondo una nota di Palazzo Chigi, “per accelerare e riqualificare l’utilizzo dei Fondi strutturali comunitari, approvando anche un Piano d’azione coesione”.
L’intervento si rende necessario al fine di utilizzare interamente i fondi strutturali, concentrando gli investimenti in tre settori ad alto impatto socioeconomico (scuola, ferrovie e agenda digitale). Complessivamente vengono riallocati 3,1 miliardi di euro, tra cui si prevede la costituzione di un Fondo da 1,6 miliardi di euro a favore di investimenti su reti e nodi ferroviari, che porta a circa 6,5 miliardi di euro l’insieme dei finanziamenti per le ferrovie nel Sud. Gli obiettivi: primi benefici con gli interventi tecnologici a più rapida realizzazione (36/48 mesi) nei tempi di percorrenza e certezze per il futuro con gli interventi infrastrutturali.
Ecco gli assi prioritari d’intervento secondo l’intesa raggiunta: asse Catania-Palermo, asse Napoli-Bari, nodo di Bari e tratte adriatiche, asse Taranto-Sibari-Gioia Tauro, asse jonico e rete ferroviaria sarda. Questi interventi si aggiungono a precedenti finanziamenti del Fondo Sviluppo e Coesione per 830 milioni di euro e ad altri finanziamenti nazionali per 4.221 milioni di euro. Complessivamente vengono mobilitate risorse per circa 6,5 miliardi di euro.

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