Costi politici. La Regione fa da scudo ai Comuni spreconi.
Circolare Chinnici. L’assessore ha bloccato in Sicilia i tagli disposti dalla legge 122/2010. Si sarebbe già potuta risparmiare una cifra superiore a dieci milioni di euro.
Dati nascosti. Le retribuzioni degli amministratori dovrebbero essere pubblicate e costantemente aggiornate sui siti web istituzionali, ma solo in pochi si rendono trasparenti
PALERMO – I tagli ai costi della politica, in Sicilia, non sono di moda. Poco o niente è stato fatto, soprattutto dal momento in cui la circolare n°1/2011 dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Caterina Chinnici, ha stoppato le disposizioni della Finanziaria nazionale 2010 (legge 122) che prevedeva una netta riduzione dei costi della politica.
Ogni Comune avrebbe potuto muoversi di propria iniziativa per contenere le spese per Giunte e Consigli, ma a parte qualche caso isolato i politici nostrani continuano a ignorare le richieste pressanti dei cittadini e dei conti pubblici. Nella gran parte dei nove Comuni capoluogo, infatti, la situazione rimane allarmante. Solo il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ha provveduto a intervenire con rigore.