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Catania – Isole ecologiche ancora bloccate

Melania Tanteri

Catania – Isole ecologiche ancora bloccate

sabato 28 Gennaio 2012

Tutto fermo in attesa del via libera al regolamento da parte del Senato cittadino

CATANIA – Avrebbero dovuto essere consegnati nel febbraio del 2011, ma sono ancora chiusi e inutilizzabili. Sono i centri di raccolta comunali di rifiuti, le cosiddette “isole ecologiche” di Catania, realizzate oltre quattro anni fa, come previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, e ancora, inspiegabilmente, serrate.
 
Dopo mesi di attesa per il passaggio della proprietà dall’Ato, che le ha realizzate, al Comune di Catania, che le ha acquisite per poi affidarle alla ditta che ha vinto l’appalto per la raccolta dei rifiuti, il raggruppamento di imprese Ipi–Oikos, a mancare, oggi, è il regolamento per la loro gestione, arrivato, seppur dopi mesi, in Consiglio comunale, ma non ancora discusso. Il documento, presentato dall’amministrazione Stancanelli al Senato cittadino la settimana scorsa, è infatti fondamentale per poter finalmente permettere ai cittadini di fruire i tre centri di raccolta (a Picanello, in via Gianni, a Nesima, in via Ameglio e in viale Tirreno), oltre quello presente alla zona industriale. Nel testo sono infatti contenute, oltre le disposizioni di legge in materia, i servizi offerti, la tipologia dei rifiuti da conferire, le modalità di accesso e di conferimento e gli obblighi per i cittadini, nonché per gli amministratori.
“Le isole ecologiche, attese da decenni, sono ora pronte a entrare in funzione, si aspetta solo il via libera, ormai imminente, del Consiglio comunale al regolamento per l’utilizzo” aveva assicurato, il mese scorso, l’assessore all’Ambiente del Comune di Catania, Claudio Torrisi.
E invece, il Consiglio comunale ha rimandato ancora una volta la discussione e, dunque, l’approvazione del regolamento, impedendo, di fatto, l’apertura dei centri di raccolta che, nel frattempo, rischiano di essere nuovamente presi d’assalto dai vandali. Ad allungare i tempi di consegna, infatti, nel recente passato, sono stati proprio i danni, alcuni ingenti, che teppisti di varia natura hanno creato all’interno delle strutture: in via Gianni – dove a sparire sono stati gli infissi, i sanitari e i condizionatori – ma soprattutto nella struttura di Nesima.
Di fronte a una simile situazione, l’ennesimo stop all’iter per l’apertura delle isole ecologiche appare davvero inspiegabile, in particolare considerando che la stessa amministrazione, nella delibera presentata all’assise cittadina, in premessa scrive come l’organizzazione “del sistema integrato delle raccolte differenziate che si compone, tra gli altri, del sistema dei Centri di raccolta comunali per il conferimento diretto e separato dei rifiuti”, sia fondamentale “per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla normativa nazionale e regionale vigente in materia di raccolta differenziata”.
Catania attualmente raggiunge il 20 per cento di differenziata, mentre la normativa prevede il raggiungimento del 65 per cento entro il 2015. Il mancato raggiungimento di tale obiettivo potrebbe portare, oltre al danno contingente rappresentato dall’assenza di differenziazione, anche a multe salate nei confronti del Comune.
“Siamo consapevoli – ha sottolineato l’assessore Torrisi – che tante criticità ancora permangono, prima tra tutte la scarsa educazione ambientale e la collaborazione di una parte della cittadinanza, ma in pochi mesi abbiamo raggiunto un livello di raccolta differenziata mai raggiunto prima a Catania. C’è comunque tanto ancora da fare”.
Già, a cominciare dall’approvazione del regolamento per la gestione dei Centri di raccolta.

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