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Messina – Treni notte: trattative bloccate. La situazione è sempre più tesa

Francesco Torre

Messina – Treni notte: trattative bloccate. La situazione è sempre più tesa

mercoledì 08 Febbraio 2012

Tensione palpabile tra i sindacati e i vertici dell’azienda: l’intesa appare ancora lontanissima. Bisognerà capire se la chiusura da parte di FS sarà totale o solo temporanea

MESSINA – Doveva essere decisivo, il vertice indetto per il 2 febbraio scorso dall’assessorato regionale ai Trasporti. Un incontro tra le parti, per cercare di trovare un punto di contatto tra le richieste dei lavoratori Servirail e le esigenze di razionalizzazione della spesa manifestate da tempo da Ferrovie dello Stato. I vertici Fs, però, all’ultimo minuto hanno preferito far saltare il banco, rinunciando a partecipare alle trattative e non lasciando nemmeno capire se la chiusura sarà totale o solo temporanea, nell’attesa cioè dell’approvazione di una nuova strategia d’azienda.
La scelta di Fs, d’altra parte, non è di difficile interpretazione. Nel corso del vertice, infatti, la società presieduta da Moretti avrebbe dovuto illustrare la propria proposta nei confronti degli 85 ex cuccettisti rimasti a spasso dopo il brutale taglio dei treni notte (da 26 a 10 con unica destinazione Roma salvo un diurno per Milano). E avrebbe dovuto, dunque, avallare o meno la promessa fatta dal premier Monti al Presidente della Regione Raffaele Lombardo, corso alla fonte romana e tornato con il bicchiere riempito a metà: il ripristino, cioè, di un solo convoglio a lunga percorrenza con destinazione Torino o Milano. Una soluzione che evidentemente lascia scontenti tutti.
 
Gli ex cuccettisti, che premono per il reintegro di almeno due treni notte, e l’azienda, per cui l’unica offerta ufficiale restava quella del 20 gennaio, ovvero: 14 lavoratori da assumere a tempo determinato il 30 settembre 2012 nella pulizia delle stazioni di Catania e Siracusa; altri 25 il 32 gennaio 2013 nelle stesse attività (a termine) anche nella stazione di Palermo; 45 il 30 giugno 2013. Insomma, la classica storia del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. E allora, avranno pensato quelli di Fs, meglio evitare di fare promesse che comunque non si potranno ma soprattutto non si vorranno mantenere.
A parlare, invece, ci hanno pensato i sindacati, e con ulteriori nuove doglianze perché oltre al danno del licenziamento l’azienda pare abbia riservato agli ex cuccettisti anche la beffa del mancato pagamento delle spettanze relative alla cessazione del rapporto di lavoro e addirittura della trattenuta di alcune somme per presunta mancata consegna di attrezzature da lavoro.
Con questo clima, trovare uno spiraglio d’intesa è pressappoco impossibile. E mentre ogni giovedì dal presidio di Servizio pubblico la mobilitazione dei lavoratori delle Ferrovie di tutta Italia continua a spargere veleno sulla vertenza, i siciliani tutti ogni giorno si ritrovano con meno servizi e diritti.
 

 
Il quadro. Ripercussioni drammatiche sul territorio

MESSINA – Non solo Servirail tra le sigle appena dismesse da Fs con ripercussioni drammatiche sul nostro territorio. Dal primo febbraio, 21 ex dipendenti Ferrotel non usufruiscono più della cassa integrazione, e per loro pare non essere stato riservato alcuno spazio nei disegni dell’azienda presieduta da Moretti. Stessa cosa per i dipendenti dell’Officina grandi riparazioni, il cui destino era legato alla realizzazione del ponte sullo Stretto e che, dunque, adesso possono ragionevolmente ritenersi disoccupati.
Dal primo febbraio ha chiuso i battenti anche Italferr, con 25 lavoratori che dovranno spostarsi chi a Reggio Calabria chi a Palermo, in seguito all’accorpamento disposto da Fs. "La protesta continuerà fino a quando non si avranno risultati concreti", promettono gli ex Servirail, cui celermente si sono aggiunte anche gli altri ex dipendenti.

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