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Catania – Scontro Comune-consumatori sulla Tarsu ritenuta illegittima

Melania Tanteri

Catania – Scontro Comune-consumatori sulla Tarsu ritenuta illegittima

giovedì 09 Febbraio 2012

Alcune associazioni hanno invitato i cittadini a non pagare la tassa sui rifiuti, ma per l’assessore Bonaccorsi si rischia l’interruzione del servizio pubblico di raccolta e smaltimento

CATANIA – Tarsu illegittima? Così sarebbe per l’Adoc, almeno quella richiesta dall’amministrazione comunale a partire dall’anno 2010. Da quella data, infatti, spiega Claudio Melchiorre, presidente dell’associazione dei consumatori, le amministrazioni, compreso il Comune di Catania, avrebbero dovuto trasformare la Tassa sui rifiuti solidi urbani in Tia, Tariffa igiene ambientale.
Secondo l’Adoc, dunque, “non si può pensare di attendere una sanatoria da parte del Governo nazionale sulla quale basare la propria strategia finanziaria”, per questo l’associazione insiste nel chiedere un incontro al sindaco per definire un quadro di completo di rientro nella legalità in materia tributaria locale.
“È nostra intenzione – ha spiegato Melchiorre – facilitare l’incasso delle somme dovute al Comune per evitare danni peggiori degli attuali che, oltretutto, alla fine dovremmo pagare noi. È evidente che stando così le cose, il consiglio unico e possibile da dare tanto all’amministrazione che ai cittadini è di fermare tutto: sia i pagamenti che le riscossioni”.
Stop ai pagamenti, quindi, secondo i consumatori. Non così, però, stando alle parole dell’assessore al Bilancio del Comune, Roberto Bonaccorsi, che ha voluto mettere i famosi "puntini sulle i", relativamente a un argomento, quello del recupero dell’evasione della tassa sui rifiuti, sul quale il tira e molla con i consumatori va avanti da oltre un anno.
“Ci si vede costretti – ha detto – a ripetere quanto minuziosamente precisato nel corso del 2011 sulla legittimità di applicazione della Tarsu invece della Tia. Nel corso dello scorso anno il legislatore ha infatti chiarito l’annosa questione, prevedendo la possibilità per i Comuni di continuare ad applicare i regolamenti ‘adottati in base alla normativa concernente la tassa sui rifiuti solidi urbani’".
Insomma, stando a quanto specificato dall’assessore, i Comuni che al 31 dicembre 2009 erano in regime di Tarsu, in realtà, possono continuare ad applicare tale sistema di prelievo "utilizzando eventualmente, ai fini della determinazione delle tariffe, i criteri delineati nel Dpr n. 158 del 1999".
Richieste legittime, quindi, quelle arrivate dal Comune, e nessuna violazione di normativa.
“Appare evidente che il consiglio che l’Adoc dà ai cittadini di fermare i pagamenti potrebbe comportare il rischio dell’interruzione del servizio pubblico di raccolta e smaltimento dei rifiuti" ha aggiunto Bonaccorsi che, addirittura, passa al contrattacco, affermando come “l’amministrazione si riservi di valutare l’adozione di tutte le misure necessarie, nei confronti dell’Adoc, per tutelare non solo lo svolgimento di un pubblico servizio ma anche gli inconsapevoli cittadini che ignari potrebbero subire l’aggravio di maggiori costi per sanzioni ed interessi sulla tassa eventualmente non corrisposta”.
“La minaccia di procedere per danno – ha replicato l’Adoc – è un palese atto intimidatorio da parte di un’amministrazione che ha richiesto tanto tributi prescritti, quanto illegittimi, a più riprese, come pure ha effettuato pagamenti senza la necessaria copertura legale. Se sia tutto regolare lo decideranno la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica se vorranno valutare la questione”.
Hanno chiesto una convocazione e il rispetto di una delibera del Consiglio comunale, i consumatori, per avviare un dialogo costruttivo.
“Risparmiare tempo e denaro – ha concluso Melchiorre – è nel nostro interesse ma, a nostro avviso, sulla questione rifiuti e ambiente si presenta più di una non conformità”.

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