Abusi on-line, una delle piaghe più lesive dei diritti dei bambini - QdS

Abusi on-line, una delle piaghe più lesive dei diritti dei bambini

Patrizia Penna

Abusi on-line, una delle piaghe più lesive dei diritti dei bambini

sabato 11 Febbraio 2012

Allarme lanciato da Save The Children: “Numeri agghiaccianti ma sono solo la punta dell’iceberg”. Nel 78% dei casi violenze perpetrate danno di minori di età inferiore ai 12 anni

PALERMO – “Un bambino che utilizza il web privo degli strumenti per capire e gestire un mezzo che ha molte potenzialità ma altrettanti rischi, è un bambino che è potenzialmente sottoposto a rischio di abuso. I fatti di cronaca sono densi di episodi lo attestano”, ha affermato Valerio Neri Direttore Generale di Save the Children Italia.
Circa il 32% dei teenager dà il suo numero di cellulare a qualcuno conosciuto on-line, e questo implica che potenzialmente il rapporto virtuale possa proseguire off line. Non a caso il 10,5% dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni si dà appuntamento con una persona incontrata in rete, percentuale che cresce fino al 31 % fra i 16 e i 17 anni. E ben il 6,5% dei primi e 16% dei secondi invia video e immagini di sé nudi.
Il Safer Internet Day, istituito sette anni, è solo uno delle tante iniziative nate negli ultimi anni e volte a sensibilizzare i ragazzi verso un utilizzo consapevole dei nuovi media. Una sensibilizzazione che non può non coinvolgere anche i genitori i quali non possono essere lasciati da soli di fronte a questo compito.
Secondo Valerio Neri, “è il Paese nel suo insieme che li deve affiancare e specialmente la scuola inserendo nel curriculum degli studi la Media Education; ma anche le Aziende produttrici dei servizi dovrebbero fare di più: per esempio dar vita a Valutazioni di Impatto sui rischi per i più giovani quando progettano nuovi strumenti tecnologici”. I teenager siciliani risultano essere meno esposti agli abusi on-line per il semplice fatto che, come documentato dall’Istat, solo il 23,3%accede al web quotidianamente contro il 37,7%della media nazionale. Anche se internet non sembra avere agli occhi degli adolescenti isolani un particolare appeal, ciò non deve indurre nell’errore di sottovalutare un fenomeno che rappresenta, come si legge nel documento di Save The Children “una delle piaghe più lesive dei diritti dei bambini e di cui vediamo (…) solo la punta di un iceberg”.
 
Agghiaccianti i dati sulle vittime, Secondo studi internazionali nel 78% dei casi di abusi on-line , le vittime hanno meno di 12 anni, il 4% meno di 3-4 anni. Nella gran parte dei casi, le immagini che scorrono sul web sono di effettive violenze consumate da adulti sui minori. Si tratta di immagini nel 78% dei casi fatte circolare in contesti non commerciali, mentre un 22% è destinato la “mercato” commerciale.
“Eppure, – dichiara il Direttore Generale di Save The Children Italia – , rimuovere i siti pedopornografici, è ancora oggi difficilissimo: un recente studio dell’Università di Cambridge ha messo in evidenza come la rimozione dei siti dediti ad operazioni bancarie illegali abbia richiesto una media di 3,5/4,5 ore, mentre il tempo medio necessario per la rimozione di siti pedopornografici sia stato di 719 ore. è assurdo pensare che una transazione finanziaria illecita sia considerata oggi più “urgente” che una violenza perpetrata su un bambino.
 
È per questo che Save the Children, che da anni è impegnata in questo ambito con altri attori del panorama associazionistico, aziendale e istituzionale, chiede al Governo Monti e in particolare al Ministro Profumo e alla task force di Ministri che lavorerà all’Agenda Digitale del Paese, di inserire la protezione dei minori tra gli obiettivi della stessa, al fine di dare ai ragazzi gli strumenti per far sì che i nuovi media siano più un’opportunità che un rischio.
 
(…) Non bisogna infine dimenticare – conclude Neri – l’importanza del lavoro svolto in questi anni dalla Polizia Postale, punto di riferimento per l’attività di prevenzione, sensibilizzazione e soprattutto formazione degli addetti ai lavori, che deve essere dotata degli adeguati strumenti, così come occorre rendere operative le funzionalità dell’Osservatorio contro la pedofilia,che potrebbe svolgere un ruolo molto importante perché il fenomeno degli abusi on-line cambia e si trasforma rapidamente ed è fondamentale avere un monitoraggio accurato dei fenomeni, e rendere interoperabili le banche dati . Infine non si dimentichi mai che oggi solo incredibilmente pochi i bambini vittime di abuso pedopornografico che vengono identificate e dunque aiutate; basti pensare che secondo i dati forniti dall’Interpol nel 2011, su 600.000 immagini pedopornografiche presenti nel loro database, sono 2.500 i minori identificati dal 2001 ad oggi in 40 paesi”.

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