Il pubblico protagonista della crisi è diventato più attento all’economia - QdS

Il pubblico protagonista della crisi è diventato più attento all’economia

Lucia Russo

Il pubblico protagonista della crisi è diventato più attento all’economia

venerdì 17 Febbraio 2012

L’intervista a Franco Ferraro caporedattore Sky Tg 24

Radio e televisione privata locale sono state le vere scuole di formazione per Franco Ferraro, caporedattore di Sky Tg 24, il canale televisivo satellitare all news, 41 edizioni giornaliere di telegiornale, con aggiornamenti ogni mezz’ora. Approdato a Rete 55 di Varese, ai tempi in cui iniziava a esplodere Tangentopoli, Ferraro si è trovato proprio lì dove sono state anticipate le grandi inchieste e l’abitudine ai ritmi della radio gli ha consentito di reggere alla forsennata uscita di notizie.
“Conducevo il tg, preparavo le scalette, curavo un “faccia a faccia” all’interno dell’edizione serale del telegiornale, avevo un programma settimanale in prima serata, un talk show che si chiamava “Sosta vietata” e poi avevo inventato “Seven” a Rete 55”.
Dunque Seven lo hai inventato per la prima volta per Rete 55?
“Sì, era il 1993. In realtà era confezionato in modo diverso, si trattava di una selezione dei fatti più importanti della settimana e basta. Nel 2004 ho proposto al mio direttore qui a Sky, Emilio Carelli, l’idea di fare un programma come questo. All’inizio ero io solo in studio, successivamente abbiamo inserito l’ospite, però ho chiesto come condizione che non fosse un politico, ma un giornalista, da scegliere, di volta in volta, in base ai fatti prevalenti della settimana, se di economia o di politica. Cerco sempre di adottare una rotazione tra i giornalisti rispetto all’orientamento politico della testata. Se sabato invito un collega del Fatto o de L’Unità, la settimana dopo chiamo un giornalista del Giornale o di Libero o di un giornale c.d. indipendente, tipo il Corriere della Sera. I colleghi partecipano con entusiasmo: commentare i fatti della settimana, alcuni anche fuori dalla solita sfera di competenza, piace. Io sono il play maker, li lascio liberi”.
Stai attento anche alla provenienza geografica, cioè cerchi di invitare giornalisti di testate meridionali, così come delle testate del Nord, del Centro e delle Isole?
“Un collega che invito spesso è il direttore del Mattino di Napoli, Virman Cusenza, ma anche giornalisti del Corriere del Mezzogiorno. In verità il fatto di venire qui in studio a Roma a volte costituisce un limite, a causa degli impegni di lavoro”.
Per quanti sabati in un anno si svolge la tua trasmissione e quanti giornalisti diversi riesci ad avere in studio?
“L’anno scorso su 48 puntate ci sono stati 35 colleghi, di cui 13 sono stati presenti in studio più di una volta, almeno a distanza di due mesi. Sì, posso affermare che il bilanciamento a Seven c’è e con sforzi non indifferenti. Il Sud è bene rappresentato, del resto io stesso sono un uomo del Sud. Lavoro a Roma, vivo a Varese ma quando posso torno a casa e le mie vacanze le faccio a Grimaldi in provincia di Cosenza”.
Cosa è prevalso nell’ultimo anno, tra i fatti della settimana, che prima era assente, sia come fatti positivi che negativi?
“La riflessione che mi viene immediata è che purtroppo molte cose sono accadute sulla pelle della gente comune e quindi la conoscenza, ahimè, della crisi è stata vissuta in primo piano. La crisi economica non è stata semplicemente raccontata dai giornali, purtroppo il popolo italiano vive materialmente la difficoltà di arrivare a fine mese a pagare il mutuo, che fino a un anno fa si pagava tranquillamente. Da questo punto di vista la conoscenza di un momento così critico è arrivata direttamente. Un fatto, questo, assolutamente negativo perché molto tragico, che ha avuto però un risvolto positivo. C’è stato un avvicinamento del pubblico ai temi economici. Ad esempio, un termine tipo spread, prima lo dovevamo spiegare, ormai è sulla bocca di tutti. Mai come in questi ultimi mesi i giornali sono pieni di schemi, di infografica. Sky Tg 24 ha fatto molta didattica in questo. Della Sicilia ciò che mi ha colpito molto dei fatti degli ultimi mesi è stato vedere come la gente intervistata a disagio per il blocco dei forconi, non si è quasi mai lamentata”.
 

 
Ideatore e conduttore di “Seven”, ogni sabato alle 17,05 su Sky Tg 24
 
Nato a Cosenza, si è formato professionalmente a partire dalla fine degli anni 70, a Radio Varese, una delle prime emittenti private libere, occupandosi all’inizio essenzialmente di musica italiana. Tra la fine del Liceo e l’inizio dell’Università ha fatto decollare questa esperienza, passando a seguire le sedute del Consiglio comunale di Varese, curando da sportivo (giocatore di pallacanestro) le radiocronache di pallacanestro e, in seguito, anche le telecronache, essendo passato a fare il giornalista televisivo. Il giornalismo, infatti, è poi diventato la parte preponderante dell’attività professionale di Franco Ferraro, che, dopo 10 anni di radio è passato alla televisione. In particolare da caporedattore di Rete 55 di Varese conduceva il telegiornale, i programmi “Sosta vietata” e “Seven” e nel frattempo era corrispondente da Varese del quotidiano “Repubblica”. Oggi è caporedattore di Sky Tg 24.

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