Comiso: uno scalo per l’economia. Si attende l’intervento di Monti - QdS

Comiso: uno scalo per l’economia. Si attende l’intervento di Monti

Rosario Battiato

Comiso: uno scalo per l’economia. Si attende l’intervento di Monti

venerdì 17 Febbraio 2012

L’area ragusana movimenta circa 16 mila tonnellate di merci deperibili verso il Settentrione e l’Europa. L’on. Digiacomo al premier: "Agisca per porre fine a quest’incresciosa telenovela"

COMISO (RG) – Nessuno mette in dubbio che i tempi per la costruzione delle infrastrutture italiche siano davvero “biblici” oltre ogni rosea previsione. L’aeroporto di Comiso, il cui primo cenno venne addirittura compiuto negli Accordi di Programma Quadro per il trasporto aereo, sottoscritto il 5 Novembre 2001, è la conferma di come in Sicilia si faccia addirittura peggio. L’ultimo appello per l’apertura in ordine di tempo è giunto da Pippo Digiacomo, deputato regionale in quota Pd ed ex sindaco della città, sotto la cui guida partirono i lavori, che ha scritto al presidente del Consiglio Mario Monti per sollecitarne l’intervento. L’apertura dello scalo ragusano sarebbe un grande viatico per l’economia dell’area e per tutta l’Isola.
“Signor presidente Monti, La prego di porre fine a questa incresciosa telenovela che ha per protagonista l’aeroporto di Comiso”. Sono queste le parole che aprono la lettera di Digiacomo indirizzata al premier e pubblicata sul suo sito ufficiale. “Sono certo della sua sensibilità sull’argomento – si continua a leggere sulla lettera – per almeno 3 ordini di motivi. Primo, so che ha indicato l’apertura dell’aeroporto di Comiso come obiettivo prioritario per la Sicilia e per il Mezzogiorno d’Italia; secondo, la struttura è pronta e già dotata di una società di gestione ben capitalizzata per provvedere alle operazioni di start-up; terzo, la Regione Sicilia paga i controllori di volo almeno per i primi due anni dopo di che ci penserà lo stato come per tutti gli altri aeroporti italiani”.
Il deputato comisano ha voluto ricordare al premier la necessità del provvedimento di apertura dell’impianto, cioè “un decreto interministeriale che attendiamo da due anni”. Insomma, secondo Digiacomo, l’intervento del professore bocconiano sarebbe necessario per evitare i rimandi, le resistenze passive e i muri di gomma “degli ineffabili ‘soloni italici’, vera palla al piede del nostro bel Paese”.
Un attesa lunga oltre un decennio. Il progetto dell’aeroporto, definito “opere ed infrastrutture civili ed impiantistiche per la realizzazione di un aeroporto civile di II livello in Comiso”, fu battezzato con delibera CIPE n.36 del 2002, e prevedeva un costo complessivo di circa 47,5 milioni di euro, finanziato con fondi POR e privati. Tra alti e bassi, accelerazioni e stop, si è giunti fino al quasi battesimo con l’ultimo rimando alla prossima estate, anche se i continui posticipi non fanno ben sperare per il futuro dello scalo, strategico per l’economia di un’intera area.
L’aeroporto di Comiso sarebbe il sesto scalo di Sicilia dopo quelli di Palermo, Catania, Trapani e delle isole di Pantelleria e Lampedusa, e sarà decisivo sia per il traffico passeggeri che per il trasporto merci. Lo scalo verrà utilizzato da oltre 500 mila passeggeri all’anno, permettendo al contempo di avere una funzione strategica per tutta l’area servita consentendo di abbattere notevolmente i tempi di trasferimento dei prodotti locali verso i mercati nazionali ed esteri. Secondo studi del Comune sono, infatti, 550 mila l’anno i passeggeri solo di Meridiana e Alitalia che giungono nel territorio Ibleo, di cui 350 mila ‘’di linea’’ e altri 200 mila per turismo. Secondo dati diffusi da studi preliminari alla costruzione dello scalo l’area comisana zona movimenta circa 16 mila tonnellate di merce deperibile per il Nord Italia e l’Europa.

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